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Lasciamo gli ossessi Lasciamo gli ossessi (Segue dalla 1* pagina) rarchia ecclesiale del diavolo come di un essere, stavo per dire, in carne ed ossa, comunque vero, presente, dovunque minaccioso, è proprio il metodo più sicuro per estenderne e rafforzarne il culto. Solo durante l'esilio babilonese la comunità ebraica venne in contatto con le religioni dualistiche orientali, ispirate dal principio della lotta fra il Bene e il Male. Un avversario alla pari non si addiceva all'onnipotenza del Dio di Israele, e sorse cosi l'Angelo decaduto, il nemico in perpetuo agguato, il Maligno che insidia e che verrà schiacciato solo alla fine dei tempi. «Libera nos a malo» dice il Pater Noster. non il fin troppo ovvio «liberaci dal male», bensi «liberaci da Satana», il Tentatore che non dà requie. I Vangeli parlano di Gesù tentato dal demonio e di Gesù che scaccia i dèmoni; Paolo VI ha ribadito, davanti al mondo che tendeva a scordarsene, che il diavolo esiste davvero. Villoso e fetido, lascivo e subdolo, orrido e mellifluo, è «lo spirito che nega», il distruttore, ma anche il seduttore che promette la giovinezza eterna e l'illimitato potere. La Fede lo aveva contrastato con il segno della Croce, l'acqua benedetta, il suono delle campane, ma la borghesia emergente ha cominciato a farsi beffe di lui, a descriverne le ingenuità e le goffaggini, a imprigionarlo in anelli e in ampolle, a mostrarlo scornato e raggirato, a descriverlo zoppo, innamorato, perfino malmaritato (come sogghigna Machiavelli in Belfagor). In quella derisione degli increduli svanivano gli antichi terrori, i mostri dei capitelli gotici, le nere sagome grifagne sui cieli arroventati di Hieronymus Bosch. Si diceva che il canto del gallo all'alba mettesse in fuga i demoni: quell'alba era quella della ragione. Con tutto il rispetto. Eminenza, lasci gli ossessi alla psichiatria e gli occultisti alle loro manie, che innocenti forse non sono, ma impotenti sì di sicuro. Luigi Firpo