Niente carcere per il «Male»

Niente carcere per il «Male» Attenuanti all'ex direttore Vecellio e al vignettista Sparagna Niente carcere per il «Male» La Cassazione ha deciso un nuovo processo per concedere la condizionale ROMA — Non finiranno più in carcere l'ex direttore de «Il Male» Walter Vecellio e il giornalista Vincenzo Sparagna, accusati di diffamazione e minaccia nel confronti di un giudice romano, nonché di istigazione a delinquere per tutta una serie di articoli e una vignetta pubblicati sette anni fa sul settimanale satirico. E' la diretta conseguenza della sentenza con la quale, ieri, la quinta sezione penale della Cassazione, presieduta da Mario Marvasi, ha parzialmente annullato la decisione emessa il 2 luglio scorso dalla Corte d'appello di Perugia, che aveva condannato Vecellio e Sparagna a due anni e mezzo di reclusione ciascuno (di cui due anni con donati per effetto del decreto presidenziale numero 744 del 1981). La Suprema Corte ha ritenuto ingiustificata la mancata concessione ai due imputati .delle attenuanti generiche e per ovviare a quella decisione ha ordinato un nuovo precesso — il sesto della serie — davanti alla Corte d'appello dell'Aquila. La conclusione di questo nuovo procedimento è scontata: i due giornalisti saranno condannati a un anno e dieci mesi di reclusione ciascuno (con la riduzione di un terzo della pena), ma non dovranno scontarli perché sono già stati condonati dalla Corte d'appello di Perugia. Senza la sentenza, Vecellio e Sparagna avrebbero dovuto trascorrere sei mesi in cella. I supremi giudici hanno di fatto consentito una riduzione della pena in misura sufficiente ad evitare che al due giornalisti si aprissero le por¬ te del carcere. La tormentata vicenda giudiziaria della quale sono stati protagonisti prende l'avvio il 7 luglio '79, quando l'alloradirettore de «Il Male», Calogero Venezia, fu condannato dalla settima sezione, penale del tribunale di Roma a due anni e 6 mesi di reclusione, senza condizionale, per vilipendio alla religione cattolica. I giudici lo ritennero responsabile di 22 capi d'accusa per scritti e vignette dedicate a Papa Montini, Papa Luciani e Papa Wojtyla: furono considerati lesivi della pubblica decenza e vlllpendiosl della Madonna, del sacramenti, della Sacra Sindone, delle suore e del ministri del culto. Nella motivazione della condanna fu sottolineato che «la pretesa finalità del periodico "Il Male" di fare salirà religiosa si è risolta in un gre¬ ve umorismo dà avanspettacolo, con il consueto trito e consunto repertorio imperniato su triviali riferimenti di carattere sessuale: Dieci giorni dopo la con danna apparvero su due numeri consecutivi del -Male, una serie di articoli che presero di mira 1 tre magistrati del collegio giudicante, con minacce e pesanti allusioni. Uno di essi, il dottor Giovanni Malberba, presentò querela nel confronti dei direttori de «Il Male» Calogero Venezia e Walter Vecellio (che aveva preso il suo posto solo per un favore personale, ma senza occuparsi minimamente del giornale) e del redattore Vincenzo Sparagna, poi condannati in primo grado a Orvieto e in appello t Perugia, dopo un lungo iter processuale. Pierluigi Franz

Luoghi citati: Aquila, Orvieto, Perugia, Roma, Venezia