Il pci risponde no ai Savoia di Francesco Santini

Il pc/ risponde no ai Savoia Macaluso: «Dopo la lettera di Vittorio la nostra linea non cambia» Il pc/ risponde no ai Savoia ROMA — Emanuele Macaluso, direttore dell'«Unità», risponde: «Ho avuto la lettera di Vittorio Emanuele di Savoia che vuol tornare in Italia e l'ho pubblicata senza consultarmi con nessuno, ho fatto il giornalista*. La lettera gli è stata consegnata a mano e Macaluso afferma che è ancora troppo presto per avere reazioni dal lettori. «M'è stata portata — racconta—da un "emissario" di Vittorio Emanuele: quindi non c'è stata alcuna perplessità; sapevo che era autentica». La posizione del partito comunista non cambia: «Ci opponiamo all'abrogazione dell'esilio — afferma 11 direttore dell'«Unità» — ma saranno, eventualmente, i gruppi parlamentari a decidere se mai si arriverà a un voto*. Macaluso, prima di pubbli' care la lettera non ha parlato con nessuno. «Che ci fosse stato un incontro a Botteghe Oscure tra il ministro della Real Casa avvocato D'Amelio — dice — e il nostro Antonello Falomi, del dipartimento "problemi dello Stato" l'ho saputo, come gli altri, da un telex d'agenzia*. Non s'è consultato neppure con Napolitano, 11 capogruppo comunista, che Ieri ha ripetuto che 11 pei è contrario alla revisione delle norme che tengono lontani 1 Savola dall'Italia. Napolitano, anche lui, ha aggiunto: 'Saranno l gruppi a decidere sull'esilio qualora se ne presentasse l'occasione del voto*. Vittorio Emanuele, volato nella sera da Malta a Ginevra, risponde per telefono: •Ho sorvolato — dice — il cielo italiano: Prima di rispondere, s'informa: «Che tempo fa da voi?*. Spiega: «Pur di rientrare in Italia faccio di tutto: scrivo ai comunisti e ai liberali, ai socialisti e a chiunque: io sono apolitica. Mi sono appellato al partito comunista perché rappresenta molti cittadini italiani. Mi appello al diritti degli uomini: Per telefono grida: «Viva l'Italia*. Vittorio Emanuele, da Ginevra, non capisce il perché dello 'Stupore* per una lettera all'Unita. 'Comunque — dice — non ho voluto di certo fare del sentimentalismo, mettendo avanti mio figlio: manco dall'Italia da quando avevo otto anni e mezzo, Emanuele Filiberto non ha mai visto il suo Paese, e credo sia giunto il momento, dopo quarantanni, di farci rientrare: non farò certo un colpo di Stato*. Negli ambienti monarchici c'è stupore. Amedeo d'Aosta pronto- a smentire d'essere •l'eterno cugino rivale*, nota con eleganza, dalla tenuta del Borro: «Non sapevo, non ero in/ormato di questa Ietterai anche io, non in antitesi, ma con stile diverto, mi muo¬ vo in questa dir$one. Per la sepoltura al Pantheon ho interpellato tutti I partiti: gli stessi comunisti mi nannadetto "no" al Pantheon ma "sì" per Superga. Questa lettera di mio cugino — conclude—ci sembra alquanto singolare*. a ministro della Real casa, Cario d'Amelio, ricorda con enfasi l'Incontro nella sede comunista con Falomi: «Che efficienza a Botteghe Oscure! Piit bravi che alla Banca d'Italia: l'incontro doveva essere con Natta. Comunque Vittorio Emanuele, dopo questo "contatto-cornice" si farà sentire anche con gU altri*. Nel castello di Merlinge, la. regina Maria Joeé lascia rispondere una ne gre tarla: -Della lettera di Vittorio non sappiamo nulla, la Regina è impegnata, sino al prossimo mercoledì. Provate a richia-, mare per quel giorno*. Francesco Santini-

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Malta, Roma, Savoia