Su Kohl aperta un'inchiesta Accusa: mentì sai caso Flick di Mario Ciriello

Su Kohl aperta un'inchiesta Accusa: mentì sai caso Fiiek Torna alla ribalta lo scandalo del finanziamento dei partiti tedeschi Su Kohl aperta un'inchiesta Accusa: mentì sai caso Fiiek DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Non era mal successo prima nella storia della giovane Repubblica federale. La procura di Coblenza ha deciso di aprire un'inchiesta sul cancelliere Kohl, perché sospettato di aver dichiarato il falso dinanzi a una commissione d'un Parlamento regionale. L'Indagine, che comincerà entro questa settimana, è una ramificazione dello «scandalo Flick», che già ha avvelenato e scosso la vita politica tedesca. Non sarà un'istruttoria breve, durerà mesi e mesi, soprattutto se alla procura di Coblenza si affiancherà, come è possibile, anche quella di Bonn. Kohl ha detto: «Attendo con calma. La mia coscienza è pulita*. ' Se Kohl fosse un altro leader e la Germania un'altra nazione, non sarebbe azzardato vedere In questa Inchiesta un doloroso colpo per 11 Cancelliere. Un'ombra minacciosa calerebbe sul suo futuro, quel futuro che sarà determinato dalle elezioni generali del gennaio '87. Ma Kohl è benedetto da una fortuna che sembra averlo reso Invulnerabile, è sopravvissuto a scandalo dopo scandalo, ha convertito in carisma il suo non-carisma: e avanza trionfalmente sull'onda di un boom economico sempre più generoso e dinamico. L'inchiesta, ovviamente, gli nuocerà: ma gli nuocerà fatalmente soltanto se sfocerà in brucianti incriminazioni. E' una vicenda labirintica. Durante gli Anni Settanta, la grande, holding Flick distribuì a tutu 1 partiti politici (tranne i Verdi, che non esistevano) oltre 25 milioni di marchi. Secondo gli elenchi redatti e tenuti dal meticoloso contabile della Flick, Helmut Kohl avrebbe ricevuto, fra 11 '74 e l'80, dodici pagamenti, in contanti, per un totale di 565 mila marchi. Interrogato, l'estate scorsa, dalla commissione d'inchiesta del Bundestag, Kohl disse di aver consegnato quasi tutti questi soldi al partito, la Cdu, ma negò d'aver toccato 55 mila marchi della cifra totale. •E' una menzogna*, reagì l'avvocato Otto Schily, che lanciò, allora, la sua crociata. Otto Schily, ex legale del terroristi della Rat, siede tra i deputati Verdi al Bundestag ed è un avversario temibile. Nel mesi passati, ha accusato Kohl di falsa testimonianza, sui 55 mila marchi, con un dossier alla procura di Bonn, che dovrebbe pronunciarsi tra breve. Allo stesso tempo, lo ha accusato di aver mentito, sempre l'estate scorsa, anche dinanzi a una commissione del Parlamento del Land Renania-Palatlnato: ed è questo secondo dossier che ha fatto proprio la Procura regionale, a Coblenza. Un'inchiesta deve stabilire se, come afferma Schily, Kohl calpesto la verità, quando dichiarò d'ignorare, durante la sua premiership nel¬ la Renania-Palatlnato tra il '69 e il '76, che una «associazione di cittadini» fosse lo strumento per riciclare «fondi neri» della Flick ai partiti. Le denunce di Schily hanno dunque messo in moto i procuratori di Coblenza e potrebbero far scattare quelli di Bonn. Coblenza ha scritto, o sta per scrivere, al presidente del Bundestag, a Bonn, Philip Jenninger: ma, essendo un'inchiesta e non un'imputazione, non è necessaria la revoca dell'immunità parlamentare. I portavoce di Kohl dicevano lersera: «/ sospetti di Schily sono infondati. Il Cancelliere ha riferito alle due commissioni tutto ciò che ricordava. Non ha colpe di cui rispondere*. Sarà vero, ma lo •scandalo Flick» è crudele. Ha spezzato la carriera dell'ex ministro dell'Economia etto Lambsdorf f, ora dinanzi al giudici; ha costretto alle dimissioni il presidente del Bundestag, Rainer Barzel. Mario Ciriello