Scusi, ma lei che ne pensa? di Franco Giliberto

Scusi, ma lei che ne pensa? Scusi, ma lei che ne pensa? DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Scusi, che gliene è parso? 11 cronista ha ascoltato' personaggi poco comuni. Di primo acchito, a Festival archivialo, ma ancora pieno di echi e frastuoni. Non era semplice ottenere giudizi definitivi, più facile registrare emozioni. Ma ecco le risposte. PSICHIATRA. Il professor Nicola Attisani, che sulla Riviera dei fiori cura nevrosi gravi e lievi, dice: «Un Festival tutto sommato piacevole, con qualche piccola dissociazione tra immagine e musica, tra suoni e parole. Ci vuol altro per fare una diagnosi di schisofrenia». LA «VOCE». Giuseppe Di Stefano, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi (ha un figlio e due nipotini che vivono a Sanremo): «Mi interessa quel che fanno i giovani, ma mi sembra che non ci sia niente di nuovo. Quanto a taluni protagonisti di mezza età, mi sembrano più dei dicitori che dei cantanti, tipici del cabaret. Ma non chiedetemi discorsi seri. Sanremo va preso come un gioco; anch'io l'ho preso cosi, venendovi nel 1967 — orribile a dirsi — per cantare Voglio solo tev. CANTAUTORE Forse agganciato in esclusiva da qualche network, Francesco Guccini lesina: «Non chiedetemi nulla, è vero che sono qui anch'io, ma soltanto per salutare degli amici. Non saprei dare giudizi, non è il mio mondo, per carità...». 1 RUSSI. Due giornalisti d'arca slava accreditati al Festival, Alexander Lucu e Yascin Mihaylovic, rispondono «no commenti) alla domanda: l'Unione Sovietica ha comperato le canzoni del Festival in blocco, la Rai gliele passerà tutte, ma quante ■ saranno .^trasmesso fisfflf Fórse n6rt'«r&oaè della Berli che difende il proprio figlio da «russi e americani»; torse non la sigla-video finale «Russians». POST GENERALE Nipote del famoso Armando Diaz, il dottor Giorgio Diaz che regge il Casinò in nome dello Stato, sulla vittoria finale non si sbilancia: «Spero che abbia vinto il migliore». PIPPO. Prima di Baudo, c'era un altro Pippo famosissimo, e c'è ancora: il Barzizza. Vive assai bene i suoi 84 anni nella villa di Sanremo da dove, tra televisori e videoregistratori, ha centellinato il Festival. Dice: «Più di tutti, mi sono piaciuti la Casale ed Endrìgo. Oh, che brividi mi dà quella Rossana Casale con la sua vocel Ma anche Scialpi mi è sembrato ■mollo bene impostato, e poi Mango, Fiordaliso... Però non fatemi fare una classifica di merito, anche se ne ho i titoli, poiché bazzicavo i microfoni della Rai, allora Eiar, fin dal 1936. Ossia dall'antichità. Una cosa posso azzardare: non mi sembra che il Festival 1986 abbia prodotto un motivo che sarà canticchialo tutto l'anno e oltre, al di là delle belle voci ascolta¬ te. Il successo commerciale invece verrà per più d'uno. Arbore per esemplo, che assomiglia a Re Mida. si troverà presto fra le mani tanti clarini d'oro massiccio». PRIGIONE Ha bellissima anche la prigione Sanremo: una fortezza napoleonica proprio in riva al mare, dove ogni cella ha un televisore e i detenuti (ospitalità per poco più di cento persone) hanno facoltà di usarlo a piacere. Angelo Manes è il direttore del carcere di Imperia e di Sanremo. «Non ci sono proibizioni, i reclusi possono tenere il televisore acceso quanto vogliono». Le predilezioni dei carcerati? Marcella Bella e Giovanni Mia- MANDOLINISTA. Fa il pendolare, tra ristoranti sanremesi che lo accettano, il mandolinista Santo Gerardo Fortunato. Dice: «Bel Festival, ma se fosse in me l'abolirei. Perché quando mi avvicino ai tavoli a smandolinare, i commensali sono stroscili di musica e mi guardano di traverso. Comunque, fra tutte quelle che ho sentito, la canzone di Endrìgo è l'unica che può entrare nel sangue». Franco Giliberto

Luoghi citati: Casale, Imperia, Sanremo, Unione Sovietica