Filippine: Reagan resta solo

Filippine: Reagaiì resta sole Shultz e Weinberger giudicano un errore l'appoggio a Marcos Filippine: Reagaiì resta sole Il presidente condanna i brogli ma invita a cercare un compromesso nel timore che il Paese precipiti nel caos - La sua principale preoccupazione è salvare le importanti basi militari - Con lui sembra allineato soltanto il capo di gabinetto Donald Regan - Braccio di ferro con il Congresso? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La reazione di Reagan è stata secca e Immediata, ma interlocutoria. Con una dura condanna del brogli elettorali, .perpetrati in grandissima parte dal partito al potere; 11 Presidente ha preso le distanze da Marcos. Non ha però voluto andare oltre, per non fornire al leader filippino una giustificazione per proclamare nullo il voto, e riprendere 1 poteri . dittatoriali parzialmente abbandonati nell'8i. Reagan ha scelto la strada della cautela anche per non compromettere una soluzione negoziale della crisi, che da ieri ricerca il suo emissario a Manila, Philip Hablb. E' nata cosi una proposta del Presidente: un appello al popolo filippino di evitare il ricorso alla forza, e di cercare strumenti per un compromesso politico. 'Entrambe le parti — ha detto Reagan — devono lavorare insieme per r calie e are le necessarie ri/orme: quelle che portano alla democrazia, allo sviluppo economico, e alla non interferenza dei militari.. Il Presidente è stato mosso dal desiderio di non lasciare cadere le Filippine nel disordine, e di prevenire quindi una strumentalizzazione della crisi da parte della guerriglia comunista. Ma ha sbagliato formula, dando l'impressione di non volere opporsi a Marcos. Reagan ha fatto la sua dichiarazione alla partenza dalla California dove ha trascorso una vacanza, dopo che numerosi deputati e senatori lo avevano criticato per la sua inazione. Ha ripetuto la fòrmula della sua conferenza stampa di martedì scorso: gli Stati Uniti, ha sottolineato, sono rimasti neutrali nelle; elezioni, e 11 voto ha fornito la prova dell'Impegno democratico del filippini, e della nascita di un sistema bipartitico; 11 Presidente ha aggiunto che la commissione degli osservatori americani a Manila non gli ha ancora presentato li suo rapporto. • £' comunque evidente, purtroppo — ha concluso — ette le elenionl sono state alterate da vaste frodi e violente. Queste sono state cosi spinte che la credibilità del voto è stata messa in dubbio sia nelle Filippine che negli Stati Uniti.. Il tentativo del capo di Stato americano di guadagnare tempo potrebbe dare frutti se fosse seguito da un ultimatum a Marcos, dietro le quinte, come hanno suggerito i parlamentari. Ma l'ambiguità di Reagan ha radici ideologiche. 8ulla crisi 11 Presidente si è trovato infatti alleato col suo capo di gabinetto, Donald Regan, disposto ad appoggiare Marcos pur di non perdere le due grandi basi militari Usa di Sublc Bay e di Clark, e contro 11 segretario di Stato Shultz, il ministro della Difesa Weinberger e il capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale Polndexter, secondo cui le basi non possono sopravvivere se il popolo filippino si schiera contro l'A-, merlca, accusandola di complicità con Marcos. Il Washington Post ha ieri svelato retroscena di questa spaccatura nel governo Usa sostenendo che con la sua incauta dichiarazione che anche 11 partito di Oorazon Aquino si era macchiato di brogli elettorali Reagan ha fatto saltare l'intera strategia del suol «elaboratori nelle Filippine. Il progetto prevedeva la denuncia di Marcos, e un appello a fargli rispettare la volontà popola re: si spingeva cioè ben oltre al punto in cui 11 Presidente ieri si è fermata Le rivelazioni del Washington Post rischiano di portare ora a un braccio di ferro tra il Congresso e il Presidente. La maggioranza del Congresso c infatti antl-Mar cos. Lo stesso capo della commissione degli osservatori a Manila, 11 senatore Lugar, ha affermato di non poter rlco noscere li risultato del voto proclamato dai Parlamento filippino, il senatore Barn Nunn, uno del massimi esperti di questioni militari, ha Invitato Reagan a 6ospen dere immediatamente tutti gli aluti alle Filippine. Il deputato Solare ha consigliato •una soluzione alla DuvaIter., ossia una manovra per mandare Marcos In esilio. Il capo della commissione esteri alla Camera, Dante Fascell, ha scritto al Presidente invocando la chiusura di Sublc Bay e di Clark, e 11 confronto «col dittatore». e. c.