Troppa grazia
Troppa grazia Ora fa paura il dollaro calante Troppa grazia Quando il dollaro scese sotto quota 1900 negli ambienti economici italiani ci fu euforìa: quando abbandonò quota 1800 la soddisfazione fu grande. Quando sfondò all'ingiù il livello di 1700 lire la contentezza si fece molto più contenuta. Ora che la moneta americana ha chiuso la settimana a 1600 lire, cominciano ad affiorare apertamente le preoccupazioni. Il dollaro in discesa ha un effetto non dissimile da quello di un superalcolico: in piccole dosi è un tonico, se la dose aumenta diventa un de-' pressivo. Qualche avvisaglia dei possibili effetti depressivi comincia a manifestarsi. Mentre industrie, come siderurgia e chimica, che pagano le loro materie prime in dollari sempre meno cari, non cessano di congratularsi per la buona fortuna che sta loro capitando, i produttori di una vasta gamma di beni, dai tessili di qualità all'oreficerìa, dalle scarpe ai mobili e a certi settori meccanici, guardano nervosamente al li' stino dei cambi. Una caduta pronunciata del dollaro li costringerebbe ad aumentare i loro prezzi in dollari e per molti prodotti Italia ni, che si sono duramente con quistati un posto sul mercato americano, potrebbero insorgere d'improvviso gravi difficoltà. Devono altresì far riflettere le decine di migliaia di prenotazioni per vacanze in Italia disdette da turisti ameri' cani in queste settimane. Paura del terrorismo? O non sarà piuttosto che, al cambio attua le, per l'americano medio un viaggio nel nostro Paese torna ad essere caro? Più ancora della discesa delle quotazioni preoccupa oggi il modo in cui questa discesa sta avvenendo. Quando a settembre i cinque maggiori Paesi Occidentali diedero il via alla discesa, venne detto che si trattava di un'azione concertata, In questo concerto, oggi, c'è più di una nota stonata. Si ha l'impressione che il dollaro proceda senza freni in mezzo a continui e appena velati contrasti tra Stati Uniti e Giappone. Per l'Italia, vi è poi Vincertezsa addizionale che deriva dall'essere stata esclusa dal tavolo delle grandi decisioni valutarie. Paghiamo cosi anni di svalutazioni frequenti e una nostra presunta inaffidabilità, e siamo costretti a subire i sussulti di quotazioni di estrema importanza per la nostra economia senza poter fare pressoché nulla. Si può ritenere che il cambio di 1600 lire per un dollaro rappresenti per l'economia italiana una sorta di «livello di guardia». A questa quotazione i benefici per la bilancia dei pagamenti sono molto consistenti, si traducono in un minore vincolo estero, minori prezzi dei prodotti importati un certo contenimento dell'inflazione, mentre i danni alle esportazioni sono ancora contenuti. Sotto questo livello, gli effetti negativi per le nostre vendite negli Stati Uniti e negli altri Paesi che pagano in dollari non possono non aumentare molto rapidamente. Non è solo la lira a essere sul livello di guardia con il dollaro. La stessa cosa accade ad altre monete, prima fra tutte la giapponese. I governatori delle principali Banche centrali probabilmente stanno passando il weekend a meditare sulle misure che possono riportare sotto controllo questo mercato sfuggente. In realtà non vi può essere una concertazione dei cambi se parallelamente non si giunge a una concertazione dei tassi di interesse e delle politiche economiche. Per stabilizzare il dollaro ai livelli attuali non vi e miglior ricetta di una riduzione dei tassi a Tokyo e a Francoforte, possibilmente accompagnata da un più generale rilancio di queste due economie-chiave, con riduzioni di imposte. Una simile ipotesi si scontra però con difficoltà politiche, con le diffidenze di governanti che non amano rischiare e che temono un ritorno dell'inflazio- Per questo è probabile che le quotazioni rimangano per qualche tempo ancora perturbate, nervose, con riflessi negativi sull'intera economia italiana. Si acuiranno, tra l'altro, le tensioni all'interno dello Sme, in quanto le varie economie europee hanno diversa capacità di resistenza. Forse solo dopo le elezioni francesi, per fortuna ormai prossime, sarà possibile giungere a una situa zione stabilizzata. Mario Deagllo
Persone citate: Mario Deagllo
Luoghi citati: Francoforte, Giappone, Italia, Stati Uniti, Tokyo
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