Dal fischio del Trap al grido di Radice

'i 'i Amicizia e rivalità dei due tecnici fra gli «ingredienti» della sfida più attesa Dal fischio del Trap cil arido di Radice Il diverso modo di esprìmersi in panchina, segno del carattere - Dall'emozionante braccio di ferro '76-'77 (Juve 51 punti, Torino 50) ad oggi tante sfide senza acredine Entrambi chiedono ai giocatori serietà e impegno - Le tradizionali vigilie da amici TORINO — / granata di Gigi Radice avevano vinto i due derby (2-0 e 2-1) 7ielìa stagione 75-76, quella dello scudetto. Nel torneo successivo è arrivato sulla panchina bianconera Giovanni Trapattonl a capovolgere la situazione con un pareggio (1-1) ed una vittoria (2-0), strappando il titolo all'amico rivale con 51 punti contro 50, e vincendo la Coppa Uefa. Da dieci anni il calcio torinese vive sul duelli (con interruzioni dovute al momenti di distacco di Radice) fra i due tecnici lombardi, milanisti d'origine, affettuosamente legati da rapporti profondi, clic partono dalle famiglie e II coinvolgono. Quel loro duello, 51 punti Giovanni e 50 Gigi, è una delle -storie epiche' del calcio italiano, mai abbastanza sottolineata. Adesso che stanno per ritrovarsi di nuovo faccia a faccia la ricordano con nostalgia. «Giovanni mi ha fatto morire» ammette Radice, ..Gigi mi ha fatto soffrire sino all'ultimo» conferma Trapattonl. Alla vigilia di un derby che si vuole combattuto, acceso, secondo tradizione, è opportuno ripassare «come sono» gli uomini che guidano le due squadre con grande senso di responsabilità. E lo trasmettono ai giocatori, vorrebbero trasmetterlo a tutto il pubblico (domani, e ogni domenica). Se il football torinese è ab' bastanza fuori, salvo rari scoppi rabbiosi, dalle vlolenee, il merito è anche di questi due uomini guida, che aspeh tando ogni derby non hanno paura — li avete osservati an che ieri sera in tv — di farsi vedere a sorridere insieme, a discutere insieme, a ricordare che il calcio è battaglia anche rude ma solo sul campo. Sembrano diversi, ma sono molto vicini nelle idee sulla vita e nel modo di gestire le squadre. Entrambi vogliono la massima professionalità dai loro atleti, non sono usi a piangere su assenze o momenti amari, puntano'sul lavoro e non st lamentano dei momenti difficili imposti dai calendari, credono molto più nella tattica (e nella fedeltà agli sclieml) che nell'improvvisazione. Con molto garbo ma altrettanta fermezza, Trapattonl ha -educato» Platini al gipeo italiano e juventino, al punto che nel campionato d'Europa vinto il commissario tecnico francese Hidalgo ringraziò il collega bianconero «per il Michel, più maturo e concretor che gli aveva restituito. Con decisione, ed è cosa più recente, Radice ha lasciato negli spogliatoi a metà gara (Verona) il suo pupillo Dossena perché, pur giocando benissl-, l'rapaiioni c Radice in panchina, quando la parlila è tesa Giovanni Trapattonl è nato a Cusano Mllanlno II 17 mar' zo 1939, Gigi Radice a Cesano Maderno il 15 gennaio 1935. Entrambi sposati, l'allenatore bianconero ha due figli (Alessandra e Alberto) ed il granata tre (Cristina, Elisabetta e Ruggero). Compagni di squadra nel Mllan (Anni 60), hanno rafforzato In campo una amicizia che dura tuttora. Il padre di Trapattonl lavorava In una Industria chimica, 11 papà di Radice alla Snla. «Abbiamo entrambi Imparato dai genitori — ricorda l'allenatore granata — che solo sgobbando si fa strada nella vita». Aggiùnge Trapattonl: «Anche quando le strade del calcio ci hanno tenuti lontani, una telefonata o un messàggio mandati) attraverso amici comuni ci'hanno | sempre tenuti in contatto». mo, aveva -stravolto» l'assetto tattico della squadra. Ed i fatti gli hanno dato ragione quando, dopo le vacanze di fine anno, disse di Junior: «E' tornato, benissimo, ma prima di farlo giocare voglio vederlo in allenamento». Fu uno scandalo. Nello scorso campionato 'hanno chiuso alla pari il bilancio derby, con un successo per parie «in trasferta». Nel torneo in corso, Trapattonl ha già vinto e Radice ci prova a raddrizzare la situazione. Non sarebbe neppure il caso di chiedergli «per chi» il Torino gioca il derby: «Per noi, solo per noi, non è mal stato altro che cosi. Le interpretazioni di chi legge la classifica, di chi stringe con noi alleanze di giornata, non mi Interessano affatto. Anzi, mi fanno arrabbiare». Ancìie Trapattonl non bada a questi interventi esterni: Mi basta già il Toro, come avversario». Giovanni è alla decima stagione consecutiva alla guida della Juventus. Un record per il nostro-tormentato calcio attuale. Il prossimo contratto, secondo prasst, lo firmerà a giugno. Resterà? Non si vedono motivi per cambiare (non li vede neppure Bonipertl). Il miraggio della Nazionale che molti periodicamente gli propongono gli può anche interessare, ma a lunga distanza. Radice ha già firmato, resterà in granata .l'anno prossimo ed oltre. Se il Torino, giustamente visto dal presidente Rossi in un'ottica seria perché legata al bilancio, vuole reggere nelle prime posizioni ha scelto bene. A patto che le campagne acquisti-cessioni siano guidate dal tecnico (regola universale, e molto raramente rispettata nel nostri club). La loro partita è vissuta, sofferta, interpretata in modi diversi e con la stessa intensa partecipazione. Nel momenti difficili Tapattoni fa megafono con le mant e urla, quando proprio si arrabbia si sfoga con un calcio alla panchina, ma soprattutto fischia. Due dita in bocca e via, un gioco da ragazzini che nel caso dice tutto: incitamento, raccomandazione, rimprovero. Radice si alza in piedi, protende le inani, richiama alle consegne. Per guidare il gioco usa il linguaggio delle mani: pugno chiuso e pollice alzato significa 'Okay», i due pugni stretti e protesi sono una sferzata. Il pugno alzato è per la fine, quando il Toro vince. Domani Gigi spera di sentire molti sibili dall'altra panchina: «Quando Gluan- fischia dice —• vuot'dlre che le cose gli Vanno m'aleA'' Bruno Periteci.

Luoghi citati: Cesano Maderno, Europa, Torino, Verona