Su 100 ragazzi che entrano a scuola solo 36 si diplomano e 7 si laureano

Su 100 ragazzi che entrano a scuola solo 36 si diplomano e 7 si laureano Su 100 ragazzi che entrano a scuola solo 36 si diplomano e 7 si laureano DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — •Un campanello d'allarme per le organizzazioni giovanili e le istituzioni.. Con queste parole il segretario nazionale di Gioventù aclista Gigi Bobba ha definito la ricerca sulla condizione giovanile effettuata fra la primavera e l'autunno del 1985, realizzata dalle Adi d'intesa con la direzione generale del servizi civili del ministero dell'Interno, e presentata ieri alla stampa. Sul pianeta giovani esiste già una larga pubblicistica, e dire, statistiche, rilevamenti Su 66 milioni di abitanti, sono circa 8 milioni e mezzo quanti hanno dai 18 ai 25 anni. Ogni anno i licenziati dalla scuola secondaria superiore sono 350 mila, mentre gli Iscritti sono 2 milioni e mezza Su 100 ragazzi che entrano nella scuola dell'obbligo, solo 87 raggiungono la licenza media, 36 il diploma, 7 la laurea, il censimento del 1981 ha rivelato che il 55% della popolazione al di sopra dei 14 anni (circa 25 milioni di persone) non ha titolo di studio o possiede solo la licenza elementare. n «libro bianco» ha preso le mosse dall'analisi delle ricerche e degli studi sul giovani dal 1977 al 1985. «J risultati della ricerca — ha detto Bobba — sono un esplicito invito alle associazioni che lavorano tra i giovani a ripensarti e a trasformarsi in strutture di servizio aperte a tutti, non burocratiche e capaci di offrire spazi di vita per i giovani. Per le istituzioni {"invito è ancora più urgente: solo se sapranno rispettare l'autonomia del mondo giovanile e realizzare interventi basati su progetti concreti, le loro politiche potranno essere efficaci nell'arginare i fenomeni delta disoccupazione, dell'emargi¬ nazione scolastica e della devianza». Un interrogativo provocatorio ha fatto da filo conduttore della ricerca: esiste la condizione giovanile? La risposta al quesito sta in due tendenze rilevate dal ricercatori: 'dissolvenza, e •diffusione». In parole povere, non esiste più una definitiva contrapposizione fra giovani e adulti; e appartengono ormai a tutti le domande, 1 disagi, le speranze che — anni addietro — caratterizzavano unicamente una fascia generazionale: «/ giovani semmai — rileva Bobba — sono solo anticipatori di una condizione, di un modo di guardare la vita che non appartiene più solo a loro, ma attraversa tutta la società». Le questioni poste dal disagio giovanile, pertanto, non possono più essere risolte in modo settoriale. L'on. Adriano Ciaffl, sottosegretario al ministero dell'Interno, ha detto: 'Abbiamo realizzato i servizi sociali ma non ancora quelli civili. La ricerca sulla condizione giovanile ripropone a noi il fenomeno dell'associazionismo, diffuso, articolato e in espansione, che sostanzialmente, senza una lira dallo Stato, è oggi il maggior integratore civile. Disoccupazione, rigetto scolastico, emarginazione e droga, — ha aggiunto — attraverso l'associazionismo possono avere risposte più precise coinvolgendo i giovani nelle varie politiche sulle nuove professioni, sulle esperienze formative e parascolastiche, sul volontariato, sulla gestione degli spazi e degli impianti che le comunità locali e lo Stato stanno realizzando. Dare ai giovani nuovi spazi di partecipazione significa arricchire la democrazia e le istituzioni di un potenziale enorme disponibile». Campanello d'allarme in una ricerca condotta dalla Gioventù aclista

Persone citate: Adriano Ciaffl, Bobba, Gigi Bobba

Luoghi citati: Roma