Calandri, un maestro delle sottili atmosfere

Calandri, un delle sottili atmosfere (MOSTRA DELL'INCISORE ALLA BERMAN) Calandri, un delle sottili atmosfere Con alcuni acquerelli, che si riallacciano alla precedente sua «personale» alla «Parlslna», la mostra di Mario Calandri incisore, allestita di propria iniziativa dalla Galleria Berman (via Arcivescovado 9), vlen quasi attizzando l'attesa per la più ampia rassegna che nel prossimo autunno dovrebbe essergli ufficialmente dedicata nel salone d'onore dell'Accademia Albertina, dove l'artista s'è formato con Marcello Bogllone, per svolgervi poi a lungo il suo eccellente magistero. L'esposizione non fa, quindi, che anticipare la presenza di alcuni capolavori che la grafica contemporanea deve a Calandri: da /( mimo Marceau (1957) a Marionette (1971), da Girasoli e cicale a Iris, ed altri ancora. Calandri non è artista facile: né sul plano tecnico, dove anche la più «plana» delle sue acquefortl serba sempre qualcosa che costituisce 11 suo impenetràbile mistero; né per 1 contenuti, che non è forse possibile intendere sino in fondo senza tener conto d'una certa sua «torlnesltà» ch'è peraltro un modo di sentire la propria epoca e.una cultura1 che, consapevolmente o non, può poi persino-legare con una ben più vasta plaga dello spirito, andando dalla Parigi di Meryon a certe atmosfere d'una calvinista Ginevra, dalle terse luci (e ombre nette), testimoni del suol lunght soggiorni sulla riviera ligure, ad una vita vissuta attraverso la magia di memorizzate impressióni colte con mente e cuore attenti, ma anche dalla finestra di casa. Ed è subito 11 giardino di Palazzo Cisterna . a farsi avanti, o gii ambienti del vecchio cinema Splendor, al pari del frutti del suol interessi entomologici e 1 risvolti umanissimi di quel carnevali torinesi, più sofferti che goduti da chi vive tra una giòstra e un baraccone; quel suo mondo tutto intimo, nel quale anche le rare figure di giovani d'ambo 1 sessi che vi si trovano non giungono mai ad elidere il senso di solitudine che vi si respira. Essendo più il riflesso del propri vagheggia menti ohe un'estranea pre senza altrui. an. dira. A «Angurie» è il lilolo di quest'acquaforte di Mario Calandri

Persone citate: Berman, Marceau, Marcello Bogllone, Mario Calandri, Marionette

Luoghi citati: Ginevra, Parigi