L'impresa di Stato è senza timonieri (e per la Sme Tiri attende i tribunali) di Eugenio Palmieri

L'impresa di Stato è senza timonieri (e per la Sme Tiri attende i tribunali) ENTI PUBBLICI / Il 24 scade il mandato a Reviglio, Prodi è già in prorogatio L'impresa di Stato è senza timonieri (e per la Sme Tiri attende i tribunali) ROMA — Per Franco Reviglio è questione di giorni, esattamente il 24 febbraio, dopo di che tutti e tre i grandi enti pubblici Eni, Iri e Enel avranno la presidenza in regime di prorogatio. Formalmente saranno senza timone i tre colossi dell'industria pubblica. Insieme fatturano circa 104,000 miliardi, un settimo del reddito nazionale, tre quarti delle entrate tributarie che lo Stato ha incassato nei primi undici mesi dell'85. Una fonte di sviluppo enorme per l'Italia, una formidabile concentrazione di potere per i partiti che riusciranno a spartirsi il prezioso bottino. Non è un raso che finora la maggioranza non sia riuscita a trovare uno straccio di accordo per l'aggiudicazione delle varie poltrone. Romano Prodi, grande comrms vicino a De Mita, è scaduto dallo scorso ottobre e finora non ha avuto grandi mozioni di affetto se non quella, un po' distaccata, del ministro delle Partecipazioni Statali, Darida, che lo ha pubblicamente riproposto per un altro mandato trien naie insieme' a Reviglio. Se Prodi ce la farà non vi saran no sorprese per la conferma del presidente dell'Eni, sociaUsta^ Ma non è cosi semplice, altrimenti l'augurio di Darida avrebbe già raccolto ampi consensi, mentre nessuna forza politica è uscita allo scoperto. Perché? Perché la posta in palio è assai più am pia: finisce il mandato di molti presidenti di società minori ma ricche e quindi appetibili;, c'è sempre in piedi la questione di nomine al vertice di molte banche (una quarantina di istituti che raccol- gono 180 mila miliardi di depositi) anch'esse in prorogatio, alcune da lustri, e che aggroviglia ulteriormente le scelte della coalizione a cinque. C'è. infine, la questione dell'Enel dove un tecnico come Francesco Corbellini, scaduto da due anni, dovrebbe essere sostituito da un manager più «politico».come Franco Viezzoli, cresciuto nell'Irì di Giuseppe Petrilli e attualmente presidente della Finmeccanica. Per Vlezzoli a Natale sembrava fatta poi tutto è tornato in alto mare: la proposta del ministro Altissimo, appoggiata dal ministro del Lavoro De Michelis e da una parte della de. non è stata sufficiente. Craxi avrebbe congelato tutto in attesa di un chiarimento politico gene¬ rale. All'Eni, poi. si è aperto il problema della giunta, il massimo organismo della holding petrolifera: il 9 febbraio tutti i membri hanno terminato il loro triennio, il socialdemocratico Feliciano Adami, il socialista Gabriele Cagliari, il democristiano Enzo Barbaglia, mentre il vicepresidente Grigriaschi,, liberale, da ottobre era fuori gioco. Ma la de chiede due posti in giunta e quindi gli altri dovrebbero cedere il proprio candidato e per il momento sembra che nessuno ne abbia voglia. Anche in alcune società dell'Eni si liberano posti: le presidenze di Nuovo Pignone, Lanerossi e Ip. All'iri oltre alla Condotte e all'ltalimpianti si preannun¬ ciano movimenti al gruppo Autostrade dove nei prossimi anni affluiranno finanziamenti per centinaia di miliar di: Gianni Pasquarelli, democristiano, uno dei due amministratori delegati della Si pra, dovrebbe essere il nuovo amministratore delegato, mentre la presidenza toccherebbe a Mario Schiavone, socialista, oggi membro del comitato di presidenza. Sempre che si riesca a trovare una adeguata collocazione a Carpi de Resmini, che ha operato egregiamente in questo settore. Contrariamente a indiscrezioni apparse in questi giorni, non lascerebbe la 81pra l'altro amministratore delegato Gennaro Acquaviva, uno dei consiglieri più influenti di Craxi. Eugenio Palmieri

Luoghi citati: Carpi De Resmini, Italia, Roma