Anche Vienna va in Oriente nel carnevale dell'emozione

Anche Vienna va in Oriente nel carnevale dell'emozione Venezia: chiusura in musica con l'intenso «Requiem» di De Simone Anche Vienna va in Oriente nel carnevale dell'emozione DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — don due eccezionali momenti musicali si è chiuso, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, 11 carnevale teatrale venezianoCol suo -gala orientale» la Volksoper di Vienna, cioè la più antica e autorevole compagnia d'operetta della capitale austriaca, ha offèrto un saggio al più alto livello di questo affascinante genere musicale «misto», che solo in Italia, fatta qualche doverosa eccezione, ci ostiniamo a considerare «minore», Rudolf Bibl, 11 direttore stabile dell'orchestra di questa prestigiosa istituzione, ha dimostrato, alla guida della sua compagine, come si possa esprimere la leggerezza, la soavità, l'ironia di un mondo senza scadere mal nella mera Illustrazione o nella semplice decorazione. Le ouvertures, le marce egizie, 1 balletti, 1 galop finali di Strauss, Lehàr, Kalman, Fall, sotto la sua bacchetta hanno perso qualunque venatura di dubbio gusto per stagliarsi netti, limpidi, sotto il cupolaio del teatro Malibran come altrettanti segni-simbolo di una cultura disincantata e malinconica. Blbl aveva con sè quattro solisti di gran classe: 11 teno¬ re Otontel Gonzaga, un austriaco di madre filippina con ascendenti paterni italiani, dall'Intonazione sicura e dall'emissione potente ; il soprano Katlln Pitti, dal -filati. cristallini; e, soprattutto, una coppia di comico e soubrette, Elisabeth Kales e Jack Poppe», giovani, belli, spigllatlsslml; che hanno offerto dal vivo vari briosi saggi dèi «recitar cantando e ballando» che è il difficile segreto, soprattutto liei ruoli di carattere, dell'operetta viennese. L'altra, grande emozione la mùsica ce l'ha offerta, a notte inoltrata, alla Fenice con la Cantata delle Ceneri di Roberto De Simone, di cui abbiamo già dato più volte noti zia. Non possiamo riferire, non essendo musicologi, con la debita competenza né del la partitura del Requiem che 11 musicista napoletano ha scritto di getto in memoria di Pier Paolo Pasolini, né dell'esecuzione che, dopo la prima romana del dicembre scorso nella chiesa di 8. Lorenzo, ce ne ha offerto il direttore Re ■ nato Piemontese alla guida, contemporaneamente, del l'orchestra dell'Aias, del coro dell'Associazione polifonica di Napoli, del complesso vocale Media Aetas, del complesso rock James Benese, Ma proprio l'imponenza delle forze musicali e canore, la perfetta fusione di musica jazz e di musica sacra, lo stesso dispiegarsi melodico dèlia vocalità (ad esemplo, in un suggestivo Recordare, in tempo di marcia giovanilmente ribelle) hanno potentemente suggestionato 11 pubblico che non solo, contro la consuetudine, ha applaudito alla fine del singoli movimenti, ma è scattato in una lunga ovazione finale. Ancora una volta, dunque, 11 teatro ha avuto la mèglio contro le previsioni incerte della vigilia. Per Maurizio Scaparro, direttore del Tea¬ tro di Roma, qui organizzatore della settimana di 'illusioni teatrali», si tratta di un'altra scommessa vinta: -Siamo stati magari aiutati dalla meteorologia, che invece ha crudamente avversato le manifestazioni all'aperto. Ma certo il teatro ha dimostrato di avere una straordinaria forza d'at- trazione. Io credo che, in casi come il nostro, contro l'angoscia incombente dello spettacolo nell'era delle comunicazioni di massa il teatro riacquisti, nel suo piccolo, tutto il suo potenziale di sorpresa, ridiventi il luogo in cui il singolo spettatore sente l'esigenza, nel rapporto diretto con gli interpreti, di riappropriarsi del proprio io». Quale altra manifestazione inventerà ora o rinnoverà? -La prevengo: come ogni anno, a quest'epoca, riparlano di me alla direzione del festival di Spoleto. Non c'è, invece, nulla di vero, Se proprio dovessi, a fianco della mia attività di direttore di un teatro pubblico, avviarne una parallela di riflessione e di ricerca, allora vorrei fondare la sede italiana del Centro sul Nuovi Linguaggi dello Spettacolo, che abbtamo creato a Los Angeles. A Napoli mi hanno offerto di ospitarmi a Castel dell'Ovo: il fascino storico della sede, la vicinanza con Roma mi tentano molto. Ma restiamo col piedi in terra: sino a fine marzo mi aspettano le prove del Fu Mattia Pascal da Pirandello, con Pino Micol, che esordirà a fine marzo a Messina». Guido Davico Bonino