Tre anni fa, lo Statuto

Tre anni fa, lo Statuto Nulla è cambiato da quella maledetta domenica di morte Tre anni fa, lo Statuto In via Cibrario 16 il tempo sembra essersi fermato al 13 febbraio '83: mura annerite, porte sbarrate, stessi manifesti - Il 7 aprile il processo per le 64 vittime - Il quartiere: «Rimuoviamo questa tragica testimonianza» - Raimondo Capella; «Mai più un luogo di divertimento» Il divieto di sosta 'durante gli spettacoli e le manifestaaloni; come annuncia U cartello davanti all'Ingresso annerito di via Cibrario 16, non è mai stato rimosso. La vita, nel basso fabbricato costellato di porte e finestre sbarrate, si è fermata nel pomeriggio del 13 febbraio 1983, la 'maledetta domenica dello Statuto»: 64 morti tra 1 fumi tossici del rogo di un cinema considerato allora •<( più sicuro; una città colpita al cuore, l'Inizio di una battaglia per la .coscienza della sicurezza, (a volte osteggiata), perché non si debba ripeterei una tragedia cosi. La presenza dello Statuto, che la pietà della gente e le disposizioni della magistratura hanno cristallizzato al momento dell'incendio, pesa sul quartiere: le pareti nere di fumo, le porte bloccate dal sigilli della Procura, 1 f Inestroni al primo plano che recano ancora 1 segni della scure dei vigili del fuoco, 1 manifesti (ingialliti) del film In programmazione, 'La capra; quelli del prossimamente, .Gianburrasca» e «12 tempo delle mele; 1 fiori che mani pietose rinnovano per le occasioni più diverse hanno come Imbalsamato la tragedia, coinvolgendo l'Intera zona di San Donato. «4 volte, passandoci dinanzi, sembra-quasi di essere In un cimitero; afferma la titolare di un negozio dall'altra parte della strada; «£' un incubo il ricordo dt quel giorno — aggiunge un altro — ma et chiediamo se non sarebbe meglio, sia pure nel rispetto del morti e senea dimenticare quel che lo Statuto ci ha insegnato, trovare al più presto un'utilizzazione per lo stabtle.. Affiora, anche se timida' mente, la necessità, di seguire 11 motto «la vita continua», Imperativo che se da una parte appare Impietoso, e certamente comprensibile: ricordare serenamente le vitti mejmon farne un IncuboJ « C» della gente chenon pus- \ sa più dt qua, che non ha superato l'impressione di quel fatto. Almeno levassero t manifesti dei film e togltessero le Insegne del cinema*, osserva uno del commercianti che lamenta l'influenza negativa della vicinanza del locale. Remo Ravlola, segretario dell'Associazione via Cibrario, è esplicito: «La presenta dello Statuto è un peso: venga qualsiasi cosa, purché abbia un'attività interessante, purché sia un richiamo alla vita. Non posso dimenticare quella domenica, poteva esserci dentro anche mia figlia, ma non possiamo nemmeno continuare a mantenere nella via questa tragica testimonianea; Raimondo Capella era 11 titolare dello Statuto ed è socio nella Samoa, la società, proprietaria dell'Immobile. E' un uomo distrutto dalla vicenda: uno del commercianti di via Cibrario, che lo conosce bene, dice che, In realtà, «é lui la sessantàctnquesima vittima dell'incendio; Il 7 aprile prossimo sarà, processato.1 Alle domande non si sottrae. Ohe cosa farete dello stabile? 'Non lo so: per ora, è sotto sequestro perché potrebbe essere necessaria un'ulteriore peritta. Comunque qualsiasi cosa si faceta, per quél che mi riguarda non dovrà essere mai più un luogo di divertimento. In ogni caso né un cinema, né un teatro; 01 sono state voci di acquisto da parte di una banca o di una catena di supermercati: c'é qlalcosa di vero? «Voci tante, ma nulla di concreto. S poi questa è l'ultima cosa. Certo c'è stata qualche offerta, diciamo pure di sciacalli. Piuttosto si potrebbe demolire tutto e sul terreno fare una piazzetta o un giardino a ricordo di quell'infame giorno». Gianni Blsio In via CI brado, davanti e dentro li Cinema Statuto, ti tempo sembra essersi davvero fermato

Persone citate: Raimondo Capella