Un sogno coltivato nel Gulag
Un sogno coltivato nel Gulag Un sogno coltivato nel Gulag Nel '73 la prima richiesta di emigrare ■ Il processo per spionaggio e la dura detenzione Con la liberazione dell'ebreo russo Anatoli Borisovic Sciaranski si è conclusa una delle vicende più drammatiche e clamorose a livello internaeionale, della dissidenea in Urss. Nato nel gennaio 1948, Sciaranski, dopo essersi diplomato all'istituto fisicotecnico di Mosca, lavorò come ingegnere al «Vnii», l'Istituto pansovietico scientìfico del petrolio. Nel 1973, chiese il permesso di emigrare in Israele, ma non lo ottenne, fu licenziato e si guadagnò da vivere con delle legioni private. A partire dal 1975 cominciò ad occuparsi del movimento ebraico dell'emigrazione. L'anno seguente diventò membro del Gruppo di Helsinki. L'arresto di Sciaranski, il 1S marzo 1977, avvenne in un clima particolarmente teso:" un altro ebreo, Josif Begun, era stato da poco mandato al confino per due anni, e ti 4 marea, sul Quotidiano levestija, era uscita una lettera aperta in cui il medico Serge) Lipavski) denunciava gli attivisti ebrei e si autoaccusava di spionaggio. Il 28 ottobre, l'agenzia Tass scrisse che Sciaranski «aveva fabbricato delle informazioni calunniose sulla realtà sovietica e le aveva trasmesse in Occidente a fini antlsovletlcl», e l'ideologo ufficiale del pcus, Michail Suslov, criticò aspramente i dissidenti. Alla fine del processo iniziato il 10 luglio 1978 e durato cinque giorni, Sciaranski venne condannato per «spionaggio e aluto fornito ad uno Stato straniero nello svolgimento di un'attività ostile all'Urss» e «fabbricazione e consegna all'estero di materiale intenzionalmente diffamatorio dell'ordinamento sociale e statale sovietico». A nulla valse la dichiarazione del presidente Carter, che smentì recisamente ogni presunto rapporto tra Sciaranski e i servizi segreti Benché abbia dovuto scontare la pena in alcune tra le peggiori prigioni dell'Uni — a Afosca a Lefortovo, poi a Vladimir, e quindi a Cistopoi, nella Repubblica autonoma tartara, ottocento chi lometri a Est di Mosca — Sciaranski mostrò sempre una grande forza d'animo. Durante l'istruttoria, si rifiutò di collaborare con le autorità, che gli prometteva no, se avesse contribuito alla distruzione del movimento di emigrazione ebraico, la possibilità di rivedere presto la moglie Avital. Sposata nel 1974 e costretta a partire per Israele il giorno dopo le nozze (5 luglio) con l'assicurazione che il marito l'avrebbe subito raggiunta, Avital, negli anni seguenti, lottò per la liberazione di Sciaranski chiedendo appoggio a molti uomini politici, anche a Pertini. Nel suo discorso finale al processo, quando aveva gii subito un anno e mezeo di isolamento, Sciaranski parlò, tra l'altro, dell'affare Dreyfus e delle terribili persecuzioni, inflitte da Stalin nel suol ultimi anni agli ebrei sovietici, esperienze che stimolarono entrambe la nascita del sionismo e di una coscienza nazionale ebraica. Lia Walnstein
Persone citate: Anatoli Borisovic Sciaranski, Avital, Begun, Dreyfus, Michail Suslov, Pertini, Stalin
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