I dirigenti Rai criticano Martelli «Siamo arrivati al masochismo» di Giuseppe Fedi

I dirìgenti Rai criticano Martelli «Siamo arrivati al masochismo» Proteste per l'ipotesi di un referendum contro il servizio pubblico I dirìgenti Rai criticano Martelli «Siamo arrivati al masochismo» ROMA — Il psi fa balenare una campagna per non pagare il canone e un referendum per abrogarla e la Rai insorge. Un coro di proteste si leva compatto da viale Mazzini. Scatta la molla dell'orgoglio aziendale, ferito da una frase di Martelli (.-Una Rai che costa sempre di più e produce sempre di meno-). -Agitare certi spauracchi è pura follia — dice Ignazio Pirastu, consigliere d'amministrazione del pel —. Come si fa a chiedere l'abolizione del servizio pubblico-. -E' un'assurdità — aggiunge Pirastu — che avrebbe un risultato obiettivo, forse non voluto da Martelli, il quale non ha simpatie particolari per Berlusconi: il campo rimarrebbe a Berlusconi cui forse si dovrebbe pagare il canone. Conosco bene l'organigramma della Rai. Sostenere, come fanno i socialisti, che è tutto democrlstla no è grottesco. A parte la presidenza, UTgZè loro e lo considerano un appalto proprio, Rai 2 idem; inoltre, hanno un vicedirettore generale. Alla Rai il peso dei socialisti è del 30 per cento, una percentuale ben superiore di quella che hanno in Parlamento-. Quello di Martelli è un intervento -sconcertante-, dice Nuccio Fava, vicedirettore del Tgl. -Purtroppo la Rai rischia sempre di più di essere la grande metafora che racchiude le difficoltà e gli scontri del nostro sistema politico. Ma uscite come quella di Martelli, con l'ipotesi di referendum abrogativi, rasentano il masochismo e non indicano strade costruttive. Un serio servizio pubblico é più che mai necessario in una fase di profonde trasformazioni che richiedono di essere correttamente rappresentate, ma non strumentalizzate con sistemi di lotta per bande, di ricatti o di commedie in cui ciascuno attribuisce all'altro il ruolo che gli è più comodo per poterlo demonizzare: La Rai produce poco? -E' vero il contrario- replica l'assoclazlone che a viale Mazzi¬ ni raccoglie 1 dirigenti di va-' ria estrazione politica. -Nonostante le difficoltà, gli ostacoli di ogni tipo e di incertezza in cui opera l'czlenda — sottolinea una nota dell'Adral —, è stato garantito un elevato grado di efficienza del servizio sia in termini qualitativi che quantitativi. L'aumento della produttività, in termini di programmazione, è stato di ben oltre il 40 per cento negli ultimi cinque anni. E' stupefacente che prese di posizione di esponenti politici possano adombrare la possibilità di rimettere in discussione l'esistenza stessa del servizio pubblico, danneggiandone l'immagine e creando ulteriori ostacoli al suo funzionamento-. -Non far pagare il canone? E' incredibile — rileva Luigi Firpo, consigliere d'amministrazione del prl — cne un partito il quale è al governo e occupa la carica di presidente del Consiglio inviti gli italiani a violare la legge. Quanto al referendum, è un'iniziativa come un'altra. Il mondo senza la Rai può camminare lo stesso. Ma allora occorre una nuova e rigorosissima regolamentazione generale die garantisca il pluralismo e possa impedire alle reti private di utilizzare l'informazione al servizio di interessi partitici Abrogare la Rai? -Non si può, ina può essere abrogata con un referendum, la legge istitutiva del monopolio pubblico- spiega il costituzionalista Silvano Tosi, candidato alla vlcepresidenza del Csm, La strada della campagna anticanone è percorribile e nell'Invito a non pagarlo, aggiunge, «non ?ni pare ci possa essere apologia di reato, né tanto meno istigazione a delinguere-. Per il costituzionalista Alessandro Pizzorusso, l'abrogazione della legge istitutiva del servizio radiotelevisivo «non comporta lo scioglimento automatico della Rai, poiché questa come società per azioni continua ad esistere-. Giuseppe Fedi

Persone citate: Alessandro Pizzorusso, Berlusconi, Ignazio Pirastu, Luigi Firpo, Nuccio Fava, Pirastu, Silvano Tosi

Luoghi citati: Roma