9 febbraio '36, brucia il Regio

9 febbraio '36, brucia il Regio Cinquantanni fa Torino perdeva il suo teatro lirico, uno dei maggiori d'Italia 9 febbraio '36, brucia il Regio L'allarme alle 0,48 • Disperato e vano il prodigarsi di 170 vigili del fuoco, accorsi nello spazio di tre minuti, e dei volontari - Davanti a una folla ammutolita salvati il custode e là famiglia • Una notte di freddo polare, l'acqua gela, la piazza come pista di pattinaggio Sono le 0,48 del 9 febbraio' 1936. Al pian terreno della caserma delle Quattro Fontane. In corso Regina Marghe-rlta, sede del corpo del vigili del fuoco, squilla 11 telefono. Il capoturno risponde, Impallidisce, pigia un pulsante. Scatta l'allarme generale. Fra gli uomini che si Infilano' precipitosi l'elmetto corre una voce: 'Brucia il Regio». Clnquant'annl fa cominciava cosi una notte tremenda con 170 vigili municipali e centinaia di volontari impegnati nella disperata lotta per salvare qualcosa di un1 teatro che fino al giorno prl-j ma era 11 flore all'occhiello della città, un vanto per l'Ita-! Ila intera. Costruito nel 1738 su disegni dell'architetto con-, te Benedetto Alfieri, era stato Inaugurato nel 1741, ricevendo una prima, radicale ristrutturazione nel 1908, su proposta dell'ingegner Ferdinando Oocito, che ne aveva diretto la restaurazione. Successivamente era stato oggetto di altri lavori di ampliamento e restauro culminati nel 1924. L'incendio del Regio fu un colpo al cuore per la città. Scompariva un simbolo, un punto di riferimento. «T'orino — scrisse La Stampa due giorni dopo l'Incendio — $1 trova oggi nelle stesse condizioni di spirito nelle quali si trovò Venezia all'indomani della caduta del campanile di San Marco». Un'Imponente folla 6l raccolse ammutolita nella notte in piazza Castello. Le fiamme, devastavano tutto. Col passar delle ore ci si rendeva conto che il lavoro del vigili del fuoco non avrebbe avuto successo. Eppure erano Intervenuti ad appena tre minuti dall'allarme (dato da un. passante che aveva notato fumo uscire da una finestra su via Verdi). Nel giorni successivi si discusse molto sul fatto che la prima squadra arrivata In piazza Castello «perse tempo» nell'operazione di salva— '- i»r « taggto della famiglia del custode, consentendo alle fiamme di estendersi. In realtà 11 parere di tutti fu che il Regio non si sarebbe potuto salvare in ogni caso. Al momento della telefonata in caserma il palcoscenico era ormai un rogo, già In preda alle fiamme erano anche le prime file delle poltrone. Fra le migliaia di persone assiepate Intorno al teatro andarono a ruba, verso le 2,1 primi giornali: La Stampa dava la notizia in pagina di cronaca, su di una colonna. I tempi tecnici, allora, non consentivano maggior risalto. Ma 11 giorno successivo, a caratteri di scatola, si indicava In un corto circuito la cau sa del rogo. Anche questo fu un particolare discusso: in realtà, non venne mal trovata una prova concreta a favo re di una determinata ipote si. Insolita fu anche la velocità con la quale, due giorni dopo, fu garantito dalle autorità che la ricostruzione del teatro sarebbe cominciata pre stlsslmo. Un modellino di un fantasioso Nuovo Regio venne esposto in Municipio po chi mesi dopo. In realtà sarebbero dovuti passare 37 anni prima della attesissima, riapertura, martedì 10 aprile 1973 con «/ vespri siciliani» All'Indomani dell'incendio si credette alla possibilità di dimenticare in fretta questa ferita. Ma si avvicinavano tempi duri. Il giorno dopo l'incendio 1 giornali riporta vano la notizia del bombardamento di Desslè, con la morte di migliala di abissini Vicina era la guerra di Spa gna, già prevedibile la Secon da Guerra mondiale. SI pen sava, per cercare svago, alla Juve di Rosetta, Rava, Monti e Font e al Torino di Bosia e di Bo. L'Incendio al Regio fu in fretta accantonato, mal però dimenticato. Llolà, melodramma di Mule colpevole del rogo, a Torino non è' mal più tòrnat'ó.- ■„>. angelo Conti Il OvttHIIU d«l ini *«*n i I «f TIMI . ImnMrtt*. m" In uni ■formuli DUM • r I tM«m intenti In «lift mpr tt'Ktr- ■) .dlflffllU ' I* n'i « t«nn»lr nel '| r MIN rKhL t n|i|-rni » dir »■ jttnnl. In Tra le fumanti macerie del "Regio,, Un cono circuito Ha provocalo l'incendio Nulla li i potuto iilnro doli* lei» * del ptltoiconlco «ll'intuori di qualche «titiirio c digli linimenti orchuirali •• Lo ip «Nicolo di nitrir, Il ovi Ieri iplindcvino ili ori ictttctnlticni c torridevino le pitture di Giacomo Grotto •• L'eroica «alone dei pompieri e il commovente ialviti||io di quattro biffiti - 8 r " Batiali - !l a^-J^^-' icilfari tuie un roti I' finn e! t rno ■ I li» In « d'affi Ai l'irr Jnm* m fatati m .»! »i«i.W>ir»-fi Il Regio ridotto n tino scheletro di -macerie! la tragici* ìiotlc nel racconto de «I;n Stampa»

Persone citate: Benedetto Alfieri, Font, Grotto, Nicolo, Rava

Luoghi citati: Bosia, Italia, Torino, Venezia