E lo Stato diventa unico erede di soldi nascosti nel materasso di Claudio Giacchino

E lo Stato diventa unico erede di soldi nascosti nel materasso Frammenti di storie di risparmi o patrimoni gravati da debiti E lo Stato diventa unico erede di soldi nascosti nel materasso La maggioranza dei casi (cento Tanno) riguardano anziani soli • Uno speciale ufficio della Pretura Era anziana, viveva sola, in' una misera soffitta. Da giorni 1 vicini non la vedevano, chiamarono il 113. Oli agenti sfondarono l'uscio, la trovarono a letto, morta di morte naturale. La povera stanza fu perquisita, nel materasso c'erano 30 milioni. Non fu scoperto nessun testamento, nessuno reclamò quel denaro, che divenne un'eredità giacente- e fini allo Stato. Era amministratore di una grande società, lasciò circa mezzo miliardo tra alloggi, terreni ed azioni ad un ente pubblico. Sorsero però difficoltà legali; per evitare contenziosi, l'ente erede rinunciò a tutto. Anche le proprietà dell'amministratore costituiscono adesso un'«eredità piacente» e saranno Incamerate dalle casse statali. L'Industriale aveva molti beni, dovevano finire agli unici parenti, lontani nipoti. Questi prima nicchiarono, infine decisero: 'No, rifiutiamo». Fecero bene: avrebbero intascato i tanti milioni depositati In banca. Ma si sarebbero accollati anche 11 colossale passivo dell'azienda del defunto, si sarebbero ritrovati rovinati. Cosi, invece, le apparenti, Ingannevoli ricchezze dell'industriale divennero «eredità giacente»: lo Stato non si è arricchito, 11 deposito bancario è servito ad attenuare 11 deficit della ditta; 1 creditori hanno avuto almeno una magra consolazione. Sono tre casi di «erediti piacenti»; di quei patrimoni piccoli, grandi, a volte nulli, che nessuno reclama o che addirittura vengono rifiutati dal legittimi eredi. Di queste eredità particolari, a Torino, se ne contano circa cento l'anno. Tutte hanno la stessa genesi: una persona muore, non ha redatto testamento, per evitare che qualcuno si Impossessi Illecitamente del suol averi 11 pretore dottor Martinetto della Volontaria giurisdizione della pretura civile di via Corte d'appello dichiara l'eredità «piacente» e l'affida ad un curatore scelto tra notai, commercialisti ed avvocati civilisti. Il curatore, con l'aiuto del cancelliere della Volontaria giurisdizione, dott.ssa Adele Proto, fa l'Inventarlo del beni del defunto, 11 amministra, sempre sotto la vigilanza del dott. Martinetto, in attesa che si presenti un erede. Se questi non c'è, oppure se esiste ma ha rinunciato ai suol diritti,. 11 curatore stila un rendiconto finale e tutto quanto lasciato dal morto di venta proprietà del Demanio dello Stato, corso Vinzagllo 8, L'avvocato Fabrizio Pia è uno del curatori delle «ere¬ dito piacenti», si è già occupato di una sessantina di casi. Dice: «La maggior parte di queste eredità provengono da persone sole, anziane, che abitavano nella massima indigenza in mansarde, stamberghe, scantinati. Si tratta quindi quasi sempre di eredità misere, spesso inesistenti, talora gravale da piccoli debiti sempre uguali: l'affitto e bollette varie non pagate». ' Tra queste povere eredità ci fu pure quella di Giuseppina Oallegra in arte Dina Rebaudengo, la scrittrice siciliana che tanto amò la nostra città e la cui salma grazie ad un gruppo d'amici è stata recentemente traslata nel Famedio degli Illustri del cimi tero Nord. La scrittrice mori nella più assoluta Indigenza due anni fa, nella sua man sarda di corso Vittorio Emanuele 58 l'unica ricchezza era costituita dalla vasta biblioteca. Ricchezza solo morale: l'avv. Pia dovette vendere tutti 1 libri, il ricavato non fu sufficiente per pagare 1 credi tori. «Però, almeno una volta su dieci, in tanta misera, si scoprono averi inimmaginabili. L'altro mese, ad esempio, nella baracca di un barbone abbiamo trovato libretti al portatore per decine di milioni; l'anno scorso, nel solaio in cui viveva un anziano, dentro ad un sacco c'erano quaranta milioni in franchi francesi. Comunque, gli stupori maggiori vengono sempre dalla constatatone di quanto grande e nascosta sia la povertà a Torino e di quanto ■poco sia radicata, anche nei ceti abbienti, l'abitudine a lasciare un testamento. L'abbiamo trovato solo in un paio di occasioni: Sono frequenti i casi di eredi che rinunciano? «No. Sono però frequenti quelli dell'accettazione con riserva. Cioè, l'erede si riserva di entrare in possesso dell'eredità col "beneficio d'inventario". Appunto, per evitare spiacevoli sorprese, perette quando ci si accolla un'eredità si fonde il proprio patrimonio con quello del defunto. Nel bene e nel male. Sapesse quante volte un lascito è ricco solo all'apparenza, quante volte beni che sembrano consistenti sono invece minati da lontani, segreti debiti. Debiti di ogni tipo: fiscali, con fornitori, finanziarie private, banche». Cosa si guadagna ad occuparsi delle «eredità piacenti»? «Ci sono precise tabelle. Se c'è un attivo, il curatore intasca il dieci per cento circa ed il resto finisce allo Stato. Se c'è un passivo, beh, mi pago le spese spicciole di procedura ed amen». Claudio Giacchino

Persone citate: Adele Proto, Dina Rebaudengo, Fabrizio Pia, Giuseppina Oallegra, Martinetto

Luoghi citati: Torino