Lo scomodo Kruscev di Gorbaciov

Lo scomodo Kruscev di Gorbaciov Trai due, sette congressi e la destalinizzazione, ma un rovello comune: Fineluttabilità delle riforme Lo scomodo Kruscev di Gorbaciov A 30 anni dalle assise che denunciarono gli errori del «piccolo Padre»," il pcus rivive una febbrile attesa precongressuale - Ma il parallelo sembra imbarazzante e il Cremlino, per adesso, tace - Il vecchio Segretario generale perse la battaglia contro la burocrazia (invitata ad auto-eliminarsi), Fattuale sembra avere qualche chance in più - Un decalogo per mettere alla prova la «volontà di riformismo» Trcnt'anni. fa Krusccv apriva al Cremlino il ventesimo1 Congresso del pcus. Non sap-; piamo se la Pravda registrerà la ricorrenza. Finora non si è fatto alcun cenno. Nelle storie ufficiali l'avvenimento occupa sempre meno spazio. Eppure, il Congresso krusceviano diventa più che mai attuale: aveva acceso una speranza che oggi vediamo riaccendersi. Tutti i Congressi del pcus sono proclamati «storici') nei testi sacri. Anzi la storia dell'Urss c andata svolgendosi in tappe segnate dai rispettivi Congressi. Il più (.storico» di tutti, precedenti e successivi, rimane tuttavia il ventesimo. Sia per i cambiamenti che ha comportalo, sia per quanto non è riuscito a cambiare nello Stato socialista. Malgrado la storiografia ufficiale, i Congressi del partito bolscevico non è che abbiano determinato l'andamento, gli sviluppi e le involuzioni della Grande Rivoluzione. Dalla metà degli Anni Trenta, precisamente dal sedicesimo Congresso, è stato soppresso ogni dibattito, prima le minoranze si prendevano il diritto almeno di contestare la linea vincente, leninista poi stalinista. Da.allora, ai Congressi si presentavano solo i vincitori, eliminati già in precedenza, anche fisicamente, gli eventuali oppositori. Svolta a metà Il ventesimo Congresso non ripristinava la democrazia, ma denunciava il sopruso. Pretcndeva di far ritornare il partito alle (.norme leniniste», di col legialità c di un minimo di dialettica e di tolleranza interne. Con il rapporto segreto sui delitti e i misfatti di Stalin, Krusccv contava di scuotere le coscienze di partito e far croi lare il muro dell'omertà buro eretica. E' riuscito solo in parte: un patto di non aggressione fisica, di rinuncia alle accuse e ai processi per alto tradimento, conseguenza la fucila zionc, c stato stipulato fra i dirigenti. Ma quel muro sordo della burocrazia e dell'apparato è rimasto in piedi. Anzi il rapporto, ideato da Krusccv come una specie di mina innescata nelle fondamenta del burocratismo del partito, è stato disinnescato, coperto dal segreto: mai fino, ad oggi pubblicato, ufficialmente si nega addirittura la sua esistenza. Alla fine è stato Krusccv a pagare di persona la non disponibilità del partito, del suo apparato costruito sui privilegi, alle riforme o meglio all'autotrasformazionc, dato, che era la stessa burocrazia quella che doveva limitare il proprio potere. Krusccv, senza una base sociale e politica più profonda, aveva osato chiamare la burocrazia alla guerra contro la burocrazia stessa. Logicamente, vittima illustre dell'operazione c rimasto Krusccv. I problemi sollevati dal ventesimo Congresso sono riemersi tuttavia quasi ciclicamente, come un fiume sotterraneo, per riproporsi oggi in termini più perentori che mai, alla vigilia del nuovo Congresso, il ventisettesimo. Sarebbe azzardato asserire clic dopo trcnt'anni di riformismi rientrati, sommersi dall'immobilismo più cupo, vincono finalmente i riformisti. Non siamo all'esito di una battaglia ideale né ideologica, ma piuttosto ad una scoperta ineluttabile: cioè che l'Urss non può procedere senza cambiare. II riformismo, se si farà stra-' da, sarà più forzato che voluto. La circostanza che le esigenze riformatrici lanciate dal ventesimo Congresso, malgrado tutte le involuzioni, si ripropongono tali e quali dopo tre decenni, il fatto poi che durante questo periodo tre ri- forme sono state lanciate c seppellite, per riprcscntarsi ora in forme e istanze attenuate (generico «rinnovamento» al posto del malvisto (riformismo») fanno nascere dappertutto un quesito: ma chi c questo Gorbaciov? E' davvero il «vento fresco dei cambiamenti» come lo definisce un editoriale della,Pravda o c addirittura un ciclone della rivoluzione rinata, come lo vorrebbe Pajctta? Chi lo paragona a Dubcek, scordandosi che il riformismo cecoslovacco comprendeva una buona dose di antisovietisino, chi lo vede come un Deng russo, scordandosi che il riformista cinese nasce dalla negazione del modello sovietico, chi lo vuole un nuovo Pietro il Grande, modernizzatorc implacabile delle Russie. 1 paragoni alla fine si fermano un'altra volta sull'inevitabile Krusccv. Sia per le somiglianze che per le differenze. Anche se pare probabile che Gorbaciov nel bene e nel male entrerà nella storia semplicemente come Gorbaciov. Le differenze Anni fa, al tramonto dell'era brezneviana, avevamo azzardato: <I)o/>o Breznev un altro Kruscev» (fu un titolo de La Stampa). Non perché credeva¬ mo che Krusccv avesse seguaci importanti, ma perché convinti dell'inevitabilità delle riforme ncll'Urss. Gorbaciov infatti nasce sotto i seguenti segni: denuncia l'immobilismo e le deformazioni avvenuti nell'epoca brezneviana, come fece Kruscev con Stalin. Rivede le asperità della politica estera di Gromyko, come fece Krusccv con quella di Molotov. Afferma in termini diversi la tesi krusceviana sull'interdipendenza tra riforme interne e la distensione internazionale. Riconosce anche il declino del sistema sovietico parlando del i compito di ridare prestigio al socialismo su scala mondiale) i e i e e e i v i a l l ) (un riconoscimento senza prc cedenti tra i grandi del Crem lino). Gli attendisti All'esperienza di Krusccv lo riportano anche le ragioni dell'insuccesso del primo riformista. Le cautele di Gorbaciov fanno pensare che abbia stu dialo bene gli errori del Ionia no predecessore. Conta con scrupolo le attuali forze in campo. A Natta dichiara: cAbbiumo appoggi notevoli, ab biamo foni resistenze e abbiamo molti attendisti». Si orienta a conquistare il terzo gruppo, come sempre de terminante. Lo fa con più prospettive di Krusccv. Infatti, il dissacratore di Stalin non disponeva di un retroterra nella base di una società inerte, impaurita e fortemente depoliticizzata. Gorbaciov dispone oggi della nuova (.terza classe», dei tecnici e dei tecnocrati, ansiosi di affermarsi contro la burocrazia ideologico-politica. Indicativa in proposito la fiducia da lui subito concessa al contestato gruppo degli economisti dell'Accademia di Novosibirsk, legata alla grande industria sibcriana, a scapito degli scienziati dell'Accademia di Mosca, imparentati alla burocrazia ideologico-politica. Gorbaciov tuttavia non ha espresso ancora disegni precisi di cambiamenti i quali, al di là dell'entusiasmo innovatore, della disciplina, della moralizzazione, della strage dei quadri, qualificherebbero il (.Krutoi Pavarot», la svolta brusca da lui annunciata, come una riforma vera e propria. Eppure, dei disegni e delle sperimentazioni di Kruscev rimangono alcuni criteri precisi, quasi un decalogo di alternative per giudicare se il prossimo Congresso della consacrazione di Gorbaciov porterà anche verso una nuova riforma. Sono: I) l'accumulazione dei capitali passa tutta dalle casse centrali dello Stato per essere poi burocraticamente ridistribuita o rimane in buona parte come capitale d'investimento alle imprese che il capitale hanno creato; 2) l'autonomia dell'impresa si basa sui fondi finanziari autonomi e sulla contrattazione autonoma con altre imprese o rimane obbligatorio il passaggio attraverso il ministero; 3) l'indice della pianificazione rimane il Val, prodotto lordo, sempre maledetto ma sempre conservato, o l'effetto produttivo passa ad essere valutato in base al guadagno finale dell'impresa, espresso in rubli, come auspicato dagli economisti più moderni; 4) il mercato, in chiave di autonomia dell'impresa e del suo profitto, viene riconosciuto come ambito vitale e naturale o viene considerato come antagonista dell'economia del socialismo; 5) nella formazione dei prezzi è determinante la legge oggettiva del mercato o il volontarismo del ministero; 6) l'operaio ha diritto a gestire l'azienda in quanto padrone o viene chiamato a compartecipare in quanto salariato dello Statopadrone; 7) di conseguenza, la direzione viene nominata dallo Stato o dagli operai; 8) il partito si considera supcriore allo Stato, sostituendosi ai soviet, o 10 Stato viene gestito dai cittadini democraticamente con il pcus ridotto a funzioni di orientamento politico ed ideologico; 9) le funzioni governative rimangono senza limiti di tempo o vengono ridotte a due soli turni elettorali, come previsto nello Statuto di Krusccv, subito abolito da Ureznev; 10) 11 pcus riconosce la pluralità di interessi fra gruppi economici, sociali e le varie Repubbliche nazionali, riconosciuta una volta dallo stesso Andropov, o continua a soffocarla nell'interesse unico c monolitico dcll'Urss. Modelli e stile Nessuna delle domande del decalogo riformista ha avuto finora una risposta definitiva o precisa. Nemmeno nell'eclettico c contraddittorio programma del Congresso, in cui la base iniziale krusceviana coni binata al conseguente brezncvismo non ha dato come effetto un disegno gorbacioviano. l.o stile Gorbaciov c'è già. C'è anche il personaggio fuori dai clichés del Cremlino. Rimane vago, in attesa del Congresso, il modello gorbacioviano. Frane Barbieri Mosca. Kruscev durante il discorso d'apertura del XXII congresso del pcus: pagherà di persona la non disponibilità del partilo, del suo apparato costruito sui privilegi, alle riforme. Gorbaciov dispone di maggiori risorse grazie alla «ter/a classe» dei tecnici c dei tecnocrati

Luoghi citati: Mosca, Urss