Alt all'intesa Austin-Ford di Paolo Patrono

Alt all'intesa Austin-Ford BRITISH LEYLAND Il ministro Channon annuncia la rottura delle trattative Alt all'intesa Austin-Ford La signora Thatcher costretta a fare marcia indietro dalle polemiche in Parlamento - Continuano invece i contatti con la General Motors per la cessione della divisione autocarri - Il settore autobus andrebbe all'inglese Laird DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Con un improvviso voltafaccia che testimonia lo stato di confusione imperante in queste settimane nel governo Thatcher, il ministro dell'Industria Paul Channon ha annunciato ieri pomerìggio che le trattative per la cessione della Austin Rover alla Ford Europa sono già fallite. Appena tre giorni fa. il nuovo responsabile del dicastero dell'Industria aveva invece lasciato intendere in Parlamento che i negoziati erano ben avviati suscitando la fiera reazione non solo dell'opposizione laborista ma anche di una trentina di deputati conservatori guidati dall'ex premier Heath. Lo stesso ministro Channon ha poi aggiunto ieri che il governo favorisce una prossima e positiva conclusione delle trattative per una fusione di altri rami della British Leyland con il gigante americano General Motors. Come già annunciato si tratta delle divisioni camion e autobus oltreché della Land Rover. Che cosa ha provocato questa improvvisa retromarcia del governo? Channon ha spiegato al Parlamento che prima di decidere -il governo avrebbe preferito attendere fino a quando le trattative esplorative avessero chiarito difficoltà e opportunità di una fusione. Ma le speculazioni su questi colloqui hanno provocato una grande incertezza e preoccupazione fra il pubblico-. E un'lmbarazzata signora Thatcher ha seccamente sostenuto che il governo mira essenzialmente ad assicurare 11 futuro dell'industria automobilistica inglese. Ma il premier ha anche aggiunto polemicamente: -Se ci fosse un compratore privato in Inghilterra per l'intero lotto sarebbe davvero il benvenuto-. Queste frasi del primo ministro lasciano chiaramente intendere che la vera ragione nel subitaneo abbandono dell'opzione Ford risiede nella fiera opposizione suscitata in Parlamento dalla possibilità che la casa americana acquistasse l'ultimo ramo dell'industria automobilistica nazionale e assumesse cosi una' posizione di leader incontrastato nel mercato britannico. Dopo le perduranti polemiche sul caso Westland (quotidianamente rinfocolato dalle polemiche dell'ex ministro Heseltine, che accusa il governo di celare dei documenti alla commissione parlamentare Inquirente), la signora Thatcher ha preferito perciò evitare precipitosamente un nuovo motivo di scontro ai Comuni e di difficoltà a livel¬ lo di opinione pubblica. Il ministro dell'Industria, Channon, ha concluso il suo intervento augurandosi che la decisione del governo di bloccare le trattative Austin Rover-Ford (lo Stato controlla il 97 per cento della British Leyland di cui fa parte la divisione auto) e la fine della fase di incertezza consenta alla casa automobilistica di aumentare le sue quote di mercato e a rinsaldare il suo progresso. Resta invece confermata l'ormai * probabile cessione alla General Motors del «ramo secco» rappresentato dai veicoli pesanti della British Leyland, cronicamente in passivo, mentre la divisione del pullman dovrebbe finire al gruppo inglese Laird. Per aumentare l'interesse degli americani, il governo britannico ha aggiunto sul piatto della bilancia anche la più appetibile Land Rover, che può avere un grosso mercato negli Stati Uniti. Il governo Thatcher ha infine annunciato ieri la sua intenzione di privatizzare anche la Unipari (appartenente sempre al gruppo BL) ricercando però gli acquirenti in patria. Accolta «con sollievo» la notizia del mancato accordo Austin Morris-Ford, l'opposizione e 1 «ribelli» conservatori intendono però proseguire la loro campagna anche contro l'intesa fra la BL e la General Motors per la presenza della Land Rover, che lavora anche per le forze armate britanniche. Paolo Patrono

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Stati Uniti