Stregati da Iside di Carlo Carena
Stregati da Iside INSEGUENDO UN MITO NEI SECOLI Stregati da Iside Cosa affascina Erodoto e scosa ci affascina in Erodoto fnella descrizione del regno mcosa ci affascina in Erodoto nella descrizione del regno d'Egitto al libro secondo delle sue Storie} 11 termitaio degli operai all'opera per le piramidi, i contadini bruniti chini sul limo del Nilo, le piroghe sul Grande Fiume, gli ibis e gli sciacalli? O qualcosa di più profondo, che risucchia alle origini e restituisce nel ventre della storia? Come Erodoto, numerosi altri autoti a ridosso o contemporanei della fioritura della civiltà egizia ne subirono il mistero, in cui erano presenti o facilmente immaginabili tutte le qualità del mondo, il mondo stesso geometrizzato ricostruito nei suoi reconditi significati e nella sua vera essenza. Il geografo Mela,' non un poeta o un folle, riferiva che ai suoi tempi, il primo se' colo della nostra era, l'esistenza degli Egizi era già tanto! estesa e compiuta che nel frattempo gli astri avevano completamente ruotato quattro volte, si che ora il sole tra-, montava con le stelle che prima assistevano sull'orizzonte al suo sorgere. Non servirono nemmeno le irrisioni autorevoli di un sant'Agostino. L'Egitto non si è quasi mai eclissato dalla cultura europea, tanto più intrigante quanto meno sconosciuto, tanto più affascinante quanto, meno vero. Rappresentò sovente il sogno di un ritorno all'eden e la pietra filosofale dell'universa scienza: la spiegazione, finalmente, di enigmi inquietanti o la prova definitiva di ideologie, il sostegno di credenze, la soddisfazione di richieste dello spirito. Per tutto questo alimentò una non insignificante aberrazione della nostra mente. Questa seconda storia dell'Egitto, una sopravvivenza fantastica anch'essa millenaria, è ricostruita da Jorgis Balttusaitis in un volume che conclude un trittico di Prospettive depravate, dopo Aberrazioni, sui grotteschi visivi, e Ana'Wrfési, sugli cffc«?>«pecor«ris| tutti in edizioni Adelchi: m Esploratore inc's"&,sto0af,>^• riferie c minatore di cunicoli, qui, in questo La ricerca di Iside. Saggio sulla leggenda di un mito, il lituano Baltrusaitis rie sce più affabile, meno ermetico e virtuosistico. Il tema lo involge in interessi più ampi diramato com'è alla musica < al costume, alla geografia e al l'araldica, alle cattedtali e ai teatri, alle metropoli e alle fe- lszdcd stc di villaggio. Protagonisti, I v frati eruditi e astuti ciarlatani, missionari in cerca di risorse loci e astuti ciarlatani, in cerca di risorse il loro mestiere o archeoogi troppo fissati, artisti insoddisfatti della pura apparenza di un'immagine o di uno spettacolo soltanto delizioso. Punto focale o dominante della mateia dell'Egitto nella cultura europea moderna è Iside, dea feconda, benefattrice e istitutrice, sposa di Osiride, il cui culto viene già rilevato da storici e mitografi antichi in molte patti del mondo allora conosciuto. Medioevo e Rinascimento continuano a scoprirla e a travestirla, la riconoscono nei simboli cristiani, la venerano in riti. campestri, la pongono all'origine di casate nobiliari, Ma fa parte di una bizzartia anche interna a questa bizzarra vicenda che il momento culminante dei ciechi e entusiasmi per la remota dea egizia si registri proprio nell'età dei Lumi e a ridosso del suo momento risolutore, con la decifrazione dei geroglifici ad opera di Champollion (1822). Proprio allora sulla prua della nave che figura nello stemma di Parigi si aggiunse il simulacro di Iside dea delle acque; il nome stesso della città fu spiegato come par-Mac. -Nel-.furore iconoclasta dei rivoluzionari, Notre-Damc •sull'isola'della Senna fu fatta! risalire per analogia a un anti co Iseum, e all'antica madre egizia di Horus dio della Luce venne associata la cristiana madre di Gesù, anch'egli impigliato nella catena lesus-EsosEses-lsis. I! gotico francese ap patve tutto riducibile alle glie degli obelischi e alle me ascensionali delle pirami di; sui capitelli romanici gufor- vennero agevolmente ricono- sciuti emblemi della religione egiziana. sciuti emblemi della religione egiziana, In questa temperie s'inseriscono // flauto magico e le sue scenografie, si spiegano i simboli massonici e il culto isiaco istituito da Cagliostro a Parigi nel 1784; più in alto, i frammenti dei Discepoli di Sais di Novalis, tentativo misticheggiante di penetrare la scrittura cifrata della natura attraverso un'iniziazione. Dopo il quadro analitico di questo entusiasmo che contagerà anche uno Chateaubriand (e durerà del resto anche dopo di lui, fino al Roman de la Momie di Gautier se non alla 'Tentatimi de Saint Antoine di Flaubert), Baltrusaitis torna a ritroso alle sue tappe prece denti, su altri passaggi e per sonaggi che non mancano mai di arrestare il lettore, preso talvolta dal sospetto della futilità ma poi coinvolto in questo anche accidentale, anche patzialissimo ma esemplate segmento dell'inventiva, e della «pubblica follia», come direbbe Manzoni: ma fortunatamente innocua. Nei secoli anteriori Iside fu scoperta e resa originaria dal ghiaccio (Bis) della Svezia; le fu attribuito il dono della birra (cervogia, cervisia) all'ami chissimo dio Gambrivius e a popolo germanico, privi del succo della vite scoperto e diffuso da Osiride. Tracce del suo culto e dei suoi simboli sonò riconosciuti fra Cinque e Seicento perfino nella calligrafia cinese, nelle piramidi terrazzate degli Aztechi, nei cerchi megalitici dell'Inghilterra... L'insensatezza logorante di molti documenti o elucubrazioni in questa vicenda dà la misuta di un'ossessione inspiegabile se non con un meccanismo mentale aberrante, di quelli che sogliono affascinare il nostro autore e di cui è facile trovare infinite altre invenzioni, nel passato e nel presente. Qui è una leggenda derivata e deviata da un mito, che si •fa mito essa stessa-, k: scopette e riscoperte di .una civiltà che 'ècckàMLad usa co* sfrenata, in cui quanto più si sale nell'erudizione tanto più si scatena la fantasia e si ignorano i dubbi. Ma su questo e su qualche altro esempio Baltrusaitis può ben costituire una sua filosofia della storia, preziosa o amara secondo i gusti, centtata com'è sui suoi smarrimenti. Carlo Carena nulsldbvtlcqtcgdcprmp I,'Iside della «Tavola tsiaca» di Torino, E. Vico, 1559, pari.
Luoghi citati: Egitto, Inghilterra, Parigi, Svezia, Torino
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