Economia in ginocchio e l'estero non fa credito
Economia in ginocchio e l'esten non fa credito Economia in ginocchio e l'esten non fa credito Il 70% della popolazione senza lavoro o sottoccupato MANILA — II voto nelle Filippine si svolge in un momento di crisi economica, politica, morale e sociale senea, precedenti in questo arcipelago di 7000 isole e quasi cento lingue. Ma in un Paese in cui quasi il 70 per cento della popolazione attiva è disoccupata o sottooccupata è piti che normale che la questione economica balzi drammaticamente in primo plano. Secondo l'opposizione, favori e privilegi hanno arricchito gli amici del presidente ed i grandi latifondisti, ma non il Paese. Ora che le esportazioni di zucche' ro e di cocco sono fortemente calate e le piantagioni più vecchie avrebbero bisogno di cure, centinaia di migliala di contadini sono senea lavoro e senza mezzi di sostentamento. Il reddito medio è inferiore, in termini reali, a quello di quindici anni fa e linflaelone ha toccato punte del SO per cento. Coraeon Aquino, candidata dell/oppqslelone, parla di «catastrofe^ e promette che se éarà eletta il 7 febbraio risanerà la situazione economica. La vedova Aquino, che viene dapminsusmdcesmMrdnmvpmzddle1udpcmvdnè da una ricca famiglia di prò-] prletarl terrieri non compromessi con Marcos, ha messo infatti tra i primi punti del suo programma elettorale lo smantellamento dei monopoli dello zucchero e del cocco. Ma il rilancio sembra un compito assai arduo. Il debito estero del Paese è infatti di 26 miliardi di dollari e la Banca Mondiale e il Fondo monetarlo internazionale hanno cc-ndieionato la concessione di nuovi crediti a riforme economiche e sociali giudicate davvero •produttive'. La fase di acuta sfiducia da parte degli ambienti economici internazionali ebbe inizio nell'autunno del 1983 dopo l'assassinio del marito di «Cory» Aquino, il principale leader dell'opposizione. Nel 1984 l'Economia ha registrato un tasso di crescita negativo del 5,5 per cento e nel 1985 la produzione è calata del 4 per cento. Politici ed economisti affermano sempre più spesso che il vecchio dittatore vive in una dimensione tutta sua, lontana mille miglia da quella che è la realtà del Paese.
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