Simple Minds infuocati oltre il muro del suono di Enzo Gentile

Simple Minds infuocati oltre il muro del suono Meglio in concerto il gruppo che ha aperto il tour a Bologna Simple Minds infuocati oltre il muro del suono BOLOGNA — Ci sono gruppi che, grazie alla pre-, senza scenica, all'Impatto del suoni, alla bontà del repertorio offerto, sanno tenere in pugno e governare il pubblico con un'assoluta padronanza: i Simple Minds, rispetto alla tournée precedente che risale a un palo di anni fa, hanno imparato quest'arte alla perfezione e tutto il loro concerto assomiglia a una lunga lezione sul magnetismo del rock. Il concerto bolognese con cui hanno aperto la visita italiana, in questa prospettiva non poteva funzionare meglio: per oltre due ore il Palazzo dello Sport si è trasformato in un catino incandescente di suoni e di eccitazione, di luci e di fragori, di grandi canzoni elettriche e di sani entusiasmi collettivi, testimoni 1 circa settemila giovani presenti. Il muro del suono del Simple Minds, edificato con un amplificazione mostruosa che sprigionava un'impressionante raffica di Watt, è di rara efficacia, la compattezza della band è la migliore garanzia per 11 presente e per 11 futuro ed è stato dimostrato ancora una volta che la dimensione dal vivo è quella che più si addice a Jim Kerr e compagni. I quali suonando in concerto sanno riscattare ampiamente anche quella parte di produzione discografica, come il più recente album, Once upon a Urne, che, a fronte del massiccio successo, rivelava un'ispirazione un poco appannata rispetto al passato. Ma ogni dubbio si è sciolto tra le ovazioni e le sin¬ cere emozioni di un pubblico che è rimasto fedele negli anni e che si è moltipllcato via via nel tempo, soprattutto a partire da-quell'album New gold dream che a tutt'oggl risulta essere il loro capolavoro. Lunedi sera quel disco è stato saccheggiato in abbondanza e cosi pure sono state passati in rassegna le pagine migliori del repertorio, da Sparkle in the raln del 1984, al singolo Don't you, con cui lo scorso anno, per la prima volta, hanno conquistato i vertici delle classifiche americane, e poi le testimonianze più fresche del successo, da Allve and kicklng a Sanctifv yourself. Nella serata non sono mancate le sorprese: Jim Kerr, che fa parte di quella schiera di rocker emersi dopo il '77 e hanno affrontato il rock in un contesto più politicizzato di tanti colleghi, ha voluto dedicare espressamente un brano, Ghost dancing, a tre martiri dell'apartheid suda- fricano, Blko, Nelson Mande-.. la, Desmond Tutu, sottolineando poi 11 carattere antirazzista del gruppo, eseguendo nel bis l'inno di Little Steven, Sun city. E a riprova del fatto che anche 1 più giovani fermenti dell'ultimo rock britannico non possono prescindere dal prezioso patrimonio della musica nera, Kerr e 1 suol compagni, visibilmente eccitati, hanno chiuso lo spettacolo con una palpitante ese-' cuzione di un trittico di Sly and family storie, sovrastato dalla caldissima Dance to the music. Ad aiutarli, o meglio a guidarli in questa scorribanda e in altre porzioni vocali importanti del concerto, c'era una straordinaria cantante di colore newyorkese, Robin Clark: i suoi interventi sono risultati strabilianti, assai più efficaci che non su disco, e Jim Kerr, piccolo grande uomo del palcoscenico, le ha lasciato volentieri gli onori del trionfo, degli applausi ammirati del pubblico. Anche da dettagli come questi si desume che 1 Simple Minds sono diventati adulti, 11 loro rock è entrato nella storia del nostri giorni e ci resterà a lungo. Intanto li attendono altre decine di migliaia di tifosi italiani: da oggi al 7 al Palasport di Padova (i biglietti sono esauriti), il 9 e 10 a Roma (posti disponibili solo per la seconda data), l'U a Modena (da giorni tutto esaurito, inutile presentarsi al Palasport). Enzo Gentile

Persone citate: Desmond Tutu, Jim Kerr, Kerr, Little Steven, Nelson Mande, Robin Clark, Watt

Luoghi citati: Bologna, Modena, Roma