Tante voci contro la piovra di Giovanni Cerruti

Tante voci contro la piovra Milano/ tremila persone insieme con i parenti delle vittime Tante voci contro la piovra I familiari di Fava, Giaccone, Montana, Antiochia e Dalla Chiesa si presenteranno al processone che s'inizia a Palermo - La partecipazione degli studenti e l'ansia di giustizia MILANO — «Da quando] hanno ucciso mio marito di amict me ne son rimasti pochi», dice Rosetta Giaccone, vedova di mafia. «/ responsabili morali dell'assassinio di mio padre erano in bella mostra dietro alla sua bara; accuserà Claudio Fava. E 11 padre del commissario Giuseppe Montana, assassinato dalla mafia: «A combattere quella piovra erano lui, mio figlio, dodici amici e una Ritmo Fiat scassata e scarburata*. La signora Saverla Antiochia, madre dell'agente ucciso a fine lugHo '85: .Ditemi, voi che slete qui: dov'è lo Stato...?». Il teatro Lirico di Milano — quasi 3 mila posti a sedere —, l'altra sera era tutto pieno. Studenti che Incontrano 1 professori, professori che incontrano gli studenti. Studenti e professori, e magistrati, e avvocati, e imprenditori, e cosi via. Un po' di «Sessantotto» e un po' di «Ottantasel». E, per la prima volta, una certa Milano ha ascoltato la voce delle vittime di mafia, la voce del parenti, la voce di chi parla per non dimenticare e per non far dimenticare. Una Milano davvero strana, e davvero presente. Un'assemblea — cosi come negli Anni 70 — con pochi che parlano e molti che ascoltano. Una Milano che — sempre dai salotti bene, dalle famiglie bene — decide di mostrarsi in pubblico per ascoltare 1 protagonisti di storie vere, apparentemente lontane, terribilmente reali tragicamente comuni. Oli attori Lucilla Morlacchl e Franco Parenti leggono brani di Interviste rilasciate da ministri. Franco Fava, figlio del giornalista assassinato dalla mafia commenta: «Al funerale, poi ho saputo, di mio padre erano presenti i responsabili morali della sua morte-. Parla la signora Saverla Antiochia, madre dell'agente Roberto Antiochia. Ha scritto una dura lettera al ministro degli Interni Oscar Luigi Scalf aro. «/ miei amici torinesi, a me che sono di Torino, mi hanno detto di non tornare più in Sicilia. Ma come — ho risposto — proprio non volete capire...? La mafia non è 'laggiù, è anche qui!-. La signora Antiochia rac¬ conta e accusa. La platea la segue commossa, partecipa, davvero comprende: «E' lo società civile — denuncia lei — che si deve ribellare, deve far sentire la propria voce indifesa dallo Stato!-. Fava, Giaccone, Montana, Antiochia, Dalla Chiesa. Vittime della mafia, vittime che si ribellano alla mafia. Si pre- senteranno — tutte — al processo che ora s'inizia a Palermo. Non per vendetta, ma per giustizia. «Purtroppo è paradossale — dice Nando Dalla Chiesa —. Tutti ci domandano se vogliamo vendetta, ed è segno dei tempi: non vendetta, vogliamo che sia fatta giustizia per poter dire che 1 nostri cari non sono caduti invano». Applaudono gli studenti, e non solo loro. Applaude la denominata •società, civile» milanese che è venuta al Teatro Lirico. •Mio figlio — dice — ribatteva conto là mafia dall'avamposto di Palermo. Visto da Stoccolma era proprio l'avamposto. Erano lui, dodici ragazzi còme lui e una Ritmo sgangherata e scarburata che gli aveva prestato la fidanzata». Saverla Antiochia, la madre dell'agente Roberto «/politici non si rendono conto delle responsabilità che. hanno. Io ho scritto al ministro degli Interni Scalf aro: finché vivrò voglio lottare perché non venga dimenticato lui e non ne muoiano altri». Ora c'é 11 processone di Palermo. «Afa se finirà con venti ergastoli e altrettanti latitanti, e i disoccupati palermitani che scendono in piazza inneggiando alla mafia — dice Fava — 11 processo non avrà certo assolto al suo compito-, Giovanni Cerruti