Bolzano, la crisi parla italiano di Giuliano Marchesini

Bolzano, la crisi parla italiano Viaggio nel malessere di una città di frontiera che perde abitanti Bolzano, la crisi parla italiano Il sindaco Ferrari: «11 bilinguismo e la proporzionale oggi creano incomprensioni» - Più difficile per l'immigrato avere lavoro e casa - Anche i «cervelli» se ne vanno - Si rischia di scendere sotto i centomila abitanti DAL NOSTRO INVIATO ' BOLZANO — La città è sempre meno animata. Lo dice la statistica: un calo nella popolazione di 532 unita nell'85, e il movimento migratorio fa segnare un «passivo» di 417 cittadini. All'Inizio di quest'anno 1 bolzanini sono 102.111: di questo passo, si va presto sotto i centomila abitanti. Occorre tener presente la diminuzione delle nascite, fenomeno che si riscontra in altre città. d'Italia. Ma la condizione di Bolzano è particolare, altri fattori incidono sulla vita del capoluogo altoatesino. In Comune ci dicono che in maggioranza sono gli Italiani ad andarsene. Di fronte a rilevamenti statistici alquanto Inquietanti, riemergono qui giudizi di carattere etnico e politico. SI riparla di quelle «barriere» che dividono i gruppi componenti la popolazione dell'Alto Adige, si ripete che la continua spinta all'esodo tra gli abitanti di lingua italiana è data dal malessere, dalla proporzionale etnica che assegna ai sudtirolesi la maggioranza dei posti nell'impiego pubblico, dalle difficoltà che s'incontrano nella ricerca di un alloggio. • Anche Merano mostra sintomi di declino, registrando un calo nella popolazione. Città praticamente divisa in due, per quanto riguarda gli abitanti, può essere 11 simbolo delle persistenti contrapposizioni etniche altoatesine. Per il momento, tuttavia, a Merano la flessione non pare tanto allarmante. Le preoccupazioni più grosse riguardano Bolzano, città in crisi dal punto di vista sociale. Il sindaco Marcello Ferrari, democristiano, analizza la situazione. «Un calo della popolazione — osserva — è da considerarsi patologico quando supera i livelli che si registrano in altre città. Però da noi, è vero, c'è un fenomeno di tipica radice locale, c'è questa emigratone*. Un'inversione di tendenza, rileva il sindaco. «Cai dopoguerra, Bolzano ebbe un notevole incremento, mostrava vocazione a una certa espansione, in tutti i settori. Ma poi si sono sovrapposti dei problemi. Questa è sicuramente una terra difficile, nella guale l'immigrato di lingua italiana trova arduo mettere radici: in gualche modo, dal punto di vista dell'integrazione, s'è sentito proprio immigrato, arrivato da fuori.. Quando condizioni econo¬ miche e situazioni sociali si fanno più difficili, commenta Marcello Ferrari, chi è venuto da fuori tende naturalmente a riprendere la strada di casa. «Non ha la postema di aspettare che qualcosa migliori'. La sfiducia, insomma, può condurre all'abbandono. «Per esempio — dice il sindaco — per l'assegnatone degli alloggi lo statuto di autonomia della provincia di Bolzano stabilisce che la proporzionale etnica debba essere temperata dal dati relativi al bisogno. Ma è chiaro che la definizione del bisogno non è facile. E il risultato è che funziona soltanto la proporzionale, per cui gli italiani finiscono per sentirsi penalizzati.. Per un cittadino di lingua italiana non è agevole nemmeno trovare occupazione nel settore privato, perché c'è da superare lo scoglio del bilinguismo. .Non è — precisa Ferrari — che la provincia non abbia condotto una poli¬ tica sociale. Purtroppo, la disoccupazione e la carenza di alloggi hanno colpito in misura diversa i gruppi altoatesini. E sei problemi ricadono soprattutto su una popolazione, come quella di lingua italiana, che qui non ha radici profonde, è chiaro che tra questa gente c'è chi cerca lidi più sicuri». Aggiunge il sindaco che proporzionale e bilinguismo «in un certo senso castigano le professionalità elevate. .Primari ospedalieri e dirigenti di grandi capacità possono non trovare qui occupazione, per via di questi osto' coii. Non resta loro che lasciare l'Alto Adige. E questo è un tipo di emigrazione che pesa.. Ma all'origine dei declino di una città come Bolzano, si dice, c'è anche quella somma d'incomprensioni che ancora divide il gruppo di lingua italiana da quello sudtirolese, quella convivenza faticosa che può portare al logora¬ mento. • Vero anche questo — dice Ferrari —. La conulpenea deve rappresentare un arricchimento. Ma nella realtà di tutti i giorni, dove esistono gruppi diversi, ci sono problemi. Fin qui s'è riscontrata un'assoluta intransigenza da parte della Volkspartei: troppo rigore, fretta eccessiva. E poi non si è sufficientemente meditato sul fatto che il cosiddetto pacchetto per l'autonomia dell'Alto Adige stabiliva che l'equa distribuzione dovesse riferirsi alla consistenza delle popolazioni del 1971.. Di fronte alla crisi che tr* vaglia la città, il sindaco è comunque disposto a fare «una grossa scommessa.. .Credo che, tutto sommato, qualcosa di buono ci sia stato, in questa convivenza. Adesso bisogna cercare di non rovinare anche guello.. Occorre avere il coraggio di rettificare certe distorsioni, nelle norme e nella politica.. Giuliano Marchesini

Persone citate: Marcello Ferrari

Luoghi citati: Bolzano, Italia, Merano