I preti «diffidati» di Nichelino

I preti «diffidati» di Nichelino Parlano gli ex seguaci del vescovo ribelle Lefebvre (ora lo contestano) I preti «diffidati» di Nichelino «Non esitano a lanciare anatemi contro di noi solo perché non rispettiamo le regole canoniche» Respingono l'ordine della Curia: «Il nostro dissenso col Papa non tocca la validità del sacramento» • Spalancano le chiese ai musulmani, ignorano iLproblemàdèi-Testimonl dVOèova che ogni giorno a Torino aprono un tempio, ma non esitano a lanciare anatemi contro di noi solo perché non rispettiamo le regole canonichi». Don Franco Munarl, uno del quattro sacerdoti cattolici già seguaci del «vescovo ribelle», mons. Lefebvre, lnstedatlsl a Nichelino per fondare una nuova co munita, respinge a nome del confratelli la diffida dell'arci vescovo Balestrerò di esercì tare 11 ministero pastorale' nel ...territorio dell'archldloce-! si. Aggiunge: «7! nostro d(s4 senso con il Papa non tocca io validità del sacramento». I E' polemica con 11 cardinale Ballestrero che ha fatto pubblicare la diffida sull'ultimo numero del settimanale diocesano, precisando che 1 quattro sacerdoti non hanno ricevuto alcuna autorizzazione, secondo le norme del diritto canonico, per celebrare 1 sacramenti. Ancora: «Noi non vogliamo sostituirci alla parrocchia di Nichelino anche se, ovviamente, ci daremo una struttura. Sono molti i cattolici torinesi che la pensano come noi'. > Ma dietro la diffida della; Curia metropolitana affiora il dissenso scoppiato all'Inter no della 'Fraternità San Pio V», comunità fondata da mons. Lefebvre e che a Moiv talenghe ha una casa dal 1980. Don Franco Munarl, don Curzio Nltoglia, don Giuseppe Murro e don Francesco Ricossa il 18 dicembre scorso se ne sono andati sbattendo la porta, per dare vita ad un movimento che si colloca a detta dei cattolici del Concilio »alla destra del vescovo sospeso a divinis». Il dissenso nel dissenso. A sclplinare. Ma forse possono essere lette nelle difficoltà inoontrate per Inquadrare con precisione le posizioni della .Fraternità, in seno al movimento cattolico e nel tentativi di giungere ad un accordo con 11 Vaticano. Don Munarl: «Se non spiegata correttamente, la vicenda può seminare confusione fra i fedeli. Certo Lefebvre non è con noi, difende la Fraternità che è opera sua, tuff evia non c'è di che preoccuparsi perché nella Chiesa cattolica c'è posto per tutti». Dichiarazioni caute fatte per minimizzare lo «strappo» che denuncia la crisi del movimento lefebvrlano (160 sacerdoti di cui 1 in Italia). La stessa prudenza si registra a Montalenghe. Don Giulio Tarn: ./Incora presto per commentare l'allontanamento del quattro sa cerdotl. Preferisco prima con sultare i miei superiori». Intanto a Nichelino la pre senza degli ex lefebvrlanl è stata accolta con molta cu rlosltà. Oli unici ad essere preoccupati sembrano 1 par rocl che presto dovranno spiegare al fedeli, diritto canonico alla mano, perché l'arcivescovo ha diffidato quattro preti cattolici dall'esercltare 11 ministero. Emanuele Monta Nichelino, in via Massimo D'Azeglio 12, dove 1 quattro preti ordinati dal vescovo «ribelle» che ora rinnegano hanno preso in affitto una villetta e dalla fine dell'anno in un'improvvisata cappella celebrano 1 sacramenti, nessun commento alla decisione di lasciare la .Fraternità'.. Don Munarl si limita a citare 11 'Comunicato ai fedeli» del 6 gennaio e dice che ia «decisione è maturata dopo un anno e meato di disaccordo con il superiore generale Schmidberger» e che «la spaccatura è avvenuta in occasione della sua destituzione da superiore del Distretto Italia decisa il 1° settembre '85» Incarico ora affidato a don Giulio Tarn, lefebvrlano orto dosso e ora anche responsabile di Montalenghe. Le cause del dissenso sono complesse, di ordine dottrinale e morale, pastorale e dl-

Luoghi citati: Italia, Montalenghe, Nichelino, San Pio, Torino