Il «mistero» dei cilindri verdi di Giancarlo Masini

il «mistero» «rei cmndn vermi Continua itf^^Flòrtcfar^^eirAtiàììtfco la rteércsa deiifratttmeiTti del Challenger il «mistero» «rei cmndn vermi Resisten(issimi, dovrebbero essere ancora intatti: contengono composti chimici esplosivi che alimentano i razzi attitudinali NOSTRO SERVIZIO SAN FRANCISCO — Il gruppo di tecnici incaricato dell'inchiesta per scoprire le cause del disastro del Challenger ha già cominciato una serie ininterrotta di meetings (anche per stabilire una precisa metodologia di lavoro), mentre il numero del frammenti della navetta, individuati e raccolti nell'Oceano Atlantico e sulle spiagge della Florida intorno a Cape Canaveral, sta aumentando di ora In ora. A far parte della commissione d'inchiesta, che sarà divisa per gruppi — secondo le specializzazioni riguardanti le diverse apparecchiature dello Shuttle e dei suoi componenti — la Nasa ha chiamato anche I tecnici del «National Transportation Safety Board», massimi esperti nella ricostruzione della meccanica dei disastri aerei. A essi si aggiungeranno altri tecnologi è scienziati appartenenti a Università, industrie, laboratori nazionali e privati, qualificati per eccellenza nelle di¬ verse specialità. Teams paralleli di specialisti delle centinaia di industrie che hanno partecipato alla costruzione del complesso spaziale esploso eseguiranno indagini e analisi parallele. Fra i rottami che le squadre di ricerca hanno scoperto e recuperato — un miglialo di chilogrammi — c'è una vasta parte di quello che forse era la fusoliera del Challenger, nonché una parte carbonizzata, contorta e sforacchiata della cabina di pilotaggio. Ma — è bene non dimenticarlo — tutto per ora è supposizione e attende le conferme degli specialisti. Analogamente si attendono conferme per quanto riguarda un altro macabro ritrova mento: un frammento di ossa e altri tessuti umani attaccati a un brandello di stoffa blu: qualcuno ha avanzato l'Ipotesi che quel poveri resti appartenessero ad un membro dello sfortunato equipaggio dello Shuttle. Sulla pericolosità che 1 de triti del Challenger possono avere per 11 pubblico, dobbiamo ricordare quanto già accennammo ieri a proposito del «misteriosi» contenitori cilindrici di color verde, capaci di provocare una morte orribile. Per toccarli occorrono inani esperte. Ieri qualche reporter televi- o e o slvo aveva avanzato l'Ipotesi che si trattasse di un micidiale segreto militare, dicendo che tali «cannlsters» potevano contenere materiali altamente radioattivi o altro. Si dimenticava che, in genere, la radioattività non uccide all'istante, come Invece possono fare molte sostanze chimiche esplosive. Anche qualche giornale Italiano aveva ripreso la notizia e non erano mancati fantasiosi ricami. La verità è — come dicemmo ieri — che si tratta di cilindri di titanio con basi emisferiche, contenenti composti chimici in grado di esplodere spontaneamente quando fluiscono all'esterno. Sono 1 ben noti propellenti lpergollcl a base di monometllldrazina e tetrossldo di azoto. Il primo serve da combustibile; il secondo da ossidante. I due composti alimentano le decine di piccoli razzi attitudinali di cui ogni astronave è dotata. Vengono impiegati perché essi danno luogo, senza bisogno di innesco, ad una esplosione controllata (quale è la o e i é a fiamma di un razzo In condizioni normali) nell'istante in cui entrano in contatto reciproco. A parte la pericolosità esplosiva dell'ldrazlna è anche da ricordare la capacità ossidante del tetrossldo di azoto. Esso possiede una reattività tale da poter letteralmente carbonizzare in pochi istanti ogni sostanza organica come la pelle e gli altri tessuti del corpo umano. Poiché al momento dell'esplosione del Challenger non un solo grammo de; propellenti lpergollcl era stato consumato (vengono Impiegati nello spazio), e poiché 1 contenitori sono fatti di titanio e pertanto sono altamente resistenti, ci sono probabilità di poterli ritrovare intatti. Come si vede — almeno per quanto riguarda quel contenitori — non c'è alcunché di misterioso. Le ricerche dei detriti sulla superficie e sul fondo dell'Atlantico sono state estese per un raggio di ottomila chilometri Giancarlo Masini

Persone citate: Cape

Luoghi citati: Florida, San Francisco