C'è un'arte del cuco ma non si fischia più

C'è un'arte del cuco ma non si fischia più C'è un'arte del cuco ma non si fischia più non esistono scuole, spesa'. _ chiesta degli apprendisti svelano I segreti del mestière, destinati altrimenti a rimanere custoditi di padre in figlio. A Torino per esemplo c'è un laboratorio nelle scuole elementari diretto dal professor Di Martino, ma è un caso raro. Gli ottuagenari Domenico Brunello di Mussolente (Vicenza) e Lorenzo Reali di Montefalco (Perugia) sono ritenuti I maestri più anziani della costruzione di fischi. I materiali di base sono la creta e l'argilla. Impastate e modellate, vengono cotte in forno, dipinte a freddo e cotte una seconda volta per fissare i colori. Questa è una delle tecniche più semplici e primitive: Il fischio grezzo può essere decorato con smalti (maidiche), realizzato in gres (ceramica dura) o in legno. Modellare il fischietto non è facile. Oltre a soddisfare il gusto estetico, l'artigiano deve tener conto dell'acustica. La forma è sempre legata a una sagoma panciuta (la cassa acustica) che produce II suono più o meno Intenso. Se all'interno del cuco si sistema un piccolo serbatolo d'acqua, il suono diventa più dolce, modulato e simile al canto del canarino. Se invece rimane vuoto, Il fischio prodotto è più secco. STUDI e progetti per oggetti d'uso •lmpllablli» hanno avuto approfondimento e diffusione nel momento in cui la casa diventava passo passo una «macchina da abitare», secondo la fortunata definizione di Le Corbusler negli anni Venti. Cioè quando l'utilizzo di spazi privati e in parallelo di quelli pubblici, obbediva a nuove esigenze che grosso modo corrispondevano alla fine delle grandi «maison» ottocentesche con eserciti di «famigliari» (dal maggiordomo allo sguattero) che ne garantivano la manutenzione. La fine della prima guerra mondiale e la grande crisi del '29 racchiudono un periodo in cui al mercato della casa si affaccia la massa crescente di chi gravita nella produzione industriale. La casa privata perde l'enfasi del Déco insopportabile anche economicamente e si ristruttura secondo canoni geometrlcorazionall tipici della produzione industriale, nel culmine degli Anni Trenta. Sedie, tavolini, sgabelli (per tacere di forme più ovvie come piatti e bicchieri) facilmente riproducibili, facilmente «lmpilabill», poco costosi, leggeri e resistenti, aumentavano via via la loro presenza sul mercato. L'irruzione di materiali nuovi e sintetici (la plastica, Insomma) diede la spinta finale negli Anni Quaranta, anche sé appunto, ricerche, e intuizioni datano dal ventennio precedente. Basti ricordare le sedie 66 e 69 e lo sgabello in betulla naturale Inventati da Aalto f33-'35, ancor oggi distribuiti dalla Finn Form di Milano); le sedie con portanti tubolari di Le Corbusler e della Gray; o il progetto brevettato in Germania nel '30 da quel genio del costruttivismo sovietico, El Llssltzkl, che realizzò una poltroncina di fibra di vetro. Ma è negli Anni Quaranta appunto, e soprattutto per merito di uno del più versatili geni del design, l'americano Charles Eames. che 1 materiali di sintesi chimica (per primo 11 fiberglass, cioè poliestere più fibra di vetro) sfondano sul mercato. ' Con la sua sedia «DSX»' (1949-1951, tuttora prodotta, e distribuita in Italia dalla ICF di Vimodrone, Milano), Eames raccoglie un successo enorme. Due tubi in alluminio piegati per essere gambe e appoggio della seduta, una scocca In flberglass a guscio svasato senza o con cuscini o Imbottitura Integrale, la DSX è una delle sedie più premiate e più classiche. Ma le sedie-capolavoro lmpllablli sono tante. C'è la «formica» di Arne Jacobsen del '52 («formica» perché a vita sottile), tre gambe d'acciaio e un sedile In compensato di faggio di grande comodità per l'ovale avvolgente dello schienale e l'elasticità del materiale. E c'è sempre del designer danese, la 3107 a quattro gambe tubolari e lo schienale In teak, quercia o faggio, meno «evidente» della prima, ma altrettanto comoda (entrambe tuttora prodotte dalla Fritz Hansen di Alleroed, Danimarca). Oppure l'invenzione di Helmut Batzner, 11 maestro di Stoccarda: la BA 1171, In poliestere rinforzato In fibra di vetro, prima sedia al mondo ricavata da un solo ì

Persone citate: Aalto, Arne Jacobsen, Charles Eames, Domenico Brunello, Eames, Fritz Hansen, Gray, Helmut Batzner, Lorenzo Reali