La Calabria viola dello Stretto

zggLa Calabna viola dello Stretto s,ru,ture che unirmno le due rive zggLa Calabna viola dello Stretto s,ru,ture che unirmno le due rive La Sicilia davanti a Scilla e Cariddi safari marino (per essere agevolati ci si può rivolgere alla locale Pro Loco, cosi come a quelle di Palmi e Scilla). Le specialità gastronomiche, naturalmente, sono a base di pesce; pescespada nel suo periodo. Un assaggio va riservato al gustosi torroni e al prelibati gelati. Chi cerca cibi particolari, ma sempre mediterranei, può andare, nei pressi del campo sportivo, al Ristorante Greco, gestito da una signora originarla di Coriù che propone, appunto, pietanze del suo Paese (prezzo oltre le 35 mila). Quindi si prosegue per la mitica Scilla. Il visitatore ha tre rioni da percorrere a piedi: la Chlanalea, dove 11 mare lambisce case e vicoli; poi, al di la del Castello del Ruffo imponente a picco sul portlcclolo, la Marina Grande con un'ampia spiaggia e un mare invitante; e in alto il centro con la bella veduta dell'imboccatura dello Stretto. Per un buon pranzo si può andare a «La pescatore», in riva almare, o «Da Sgrondi fronte al giardini pubblici; per il gelato a •Vertigine». Chi ha tempo può fare una puntata verso l'Aspromonte attraverso la strada che parte da Scilla In un paesaggio aspro con straordinarie vedute di mare e monti. Ci si imbatterà nel pastori descritti da Corrado Alvaro e si può salire, dopo una deviazione, verso Sant'Eufemia, al piccolo mausoleo garibaldino (per visitarlo chiedere l'autorizzazione al Comune, tel. 0966/ 961003). C'è ancora 11 secolare pino ai piedi del quale il 29 agosto 1862 Garibaldi in marcia verso Roma fu ferito dalle truppe regie. Una sostanziosa colazione a base di pietanze locali prima di avventurarsi fino ai 1980 metri di Montalto (panorama glorioso sullo Stretto) si deve gustare da Carbone, sulla strada per Sant'Eufemia. Infine, dopo altri sei chilometri di curve tra rocce e mare (sempre sulla vecchia Nazionale 18) si arriva a Cannltello, da dove, appunto, dovrebbe svilupparsi 11 ponte (o tunnel) verso l'altra sponda. Salendo di un chilometro per riprendere l'autostrada, da Altafiumara, fortezza trasformata in albergo, si ammira l'ennesima veduta dello Stretto, questa volta, però, nel suo punto più vicino (3300 metri). piedi del Sant'Elia, dove secondo una leggenda 11 santo scaraventò dalla cima del monte il diavolo. A pochi chilometri c'è Semlnara con le sue botteghe artigianali di ceramiche (la più famosa è quella di Paolo Condurso). Nella chiesa principale si può ammirare una venerata e secolare immagine nera della Madonna dei poveri. Se nel frattempo l'appetito reclama la sua parte ci si può rifugiare In una qualsiasi trattoria per farsi servire, oltre ad un formaggio locale, la «struncatura»: pasta di grano integrale condita con acciuga in olio e mollica abbrustolita. Sempre percorrendo la vecchia Nazionale, lungo vertiginosi tornanti, si scende su Bagnara nota per la leggendaria autorità delle sue donne (in molte famiglie vige an¬ COME uno sguardo «prima» del ponte sullo Stretto di Messina: «I colori, nelle varietà delle stagioni e delle luci, sono favolosi. Nella prevalente chiarezza dell'orizzonte risalta festosamente la successione del centri abitati e del verde; lo sguardo può estendersi tra l'Aspromonte, l'Etna e 1 Nebrodl quasi per magia, e può evocare alternamente grandi incanti e grandi violenze della natura. Non per nulla è qui che si è parlato di Fata Morgana e di Scilla e CarlddL. Cosi ha recentemente descritto le bellezze che si possono ammirare dalla costa calabrese in prossimità dello Stretto di Messina Giuseppe Galasso, sottosegretario ai Beni culturali, per sostenere con maggiori argomenti la soluzione del tunnel rispetto a quella del ponte. Per ammirare questo scenarlo, 30 chilometri forse senza confronti nel Medlterraheo, sarti sufflclenW^trbfttórsl à^réorrèVe gli ultimi vertiginosi, quindici chilometri dell'Autostrada del Sole prima di Villa San Giovanni. Sono 1 chilometri più belli della lunga arteria che scende dal Nord e che pure ha panorami memorabili. L'autostrada permette punti di vista spettacolari su tutto lo Stretto, volando sugli altissimi viadotti che collegano i fianchi delle fiumare fra una galleria e l'altra (attenzione alle soste!). Viste grandiose sulla Sicilia che pare di toccare, prima della discesa su Villa San Giovanni, il vecchio capolinea del traghetti ferroviari con un suo colore locale di tradizionale punto di transito. ' La visita sulla sponda calabra può cominciare dal Monte Sant'Elia, una vera e propria terrazza alta 500 metri sul mare viola di Palmi, dalla quale girandosi su se stessi si può ammirare 11 più grande bosco di secolari ulivi d'Italia (quasi 50 mila ettari) e più ' in alto il crinale dell'ultimo Appennino, l'Aspromonte. A Palmi la moderna Casa della cultura (orarlo Invernale 8-14, estivo 8-12 e 14-17) ospita il più Interessante Museo dell'etnografia e del folclore dell'Italia Meridionale (ben 800 sono le conocchie I). D'estate non si tralasci una visita in barca alla piccola «Grotta delle rondini», ai cora 11 matriarcato) e per la caccia (non pesca) del pescespada sulle caratteristiche «lontre* o «passerelle» che si Inizia ad aprile e termina in luglio. Chi vuole assistere a scene da «72 vecchio e il mare» si rechi al Rione Marinella dove tutta la vita quotidiana di grandi e piccoli, uomini e donne, si svolge quasi esclusivamente sulla spiaggia tra barche e reti. E se si cerca qualche emozione ci si faccia prendere a bordo di una di quelle singolari imbarcazioni per assistere alla caccia del pescespada. Magari si riuscirà ad immortalare immagini indimenticabili del singolare Vecchia stampa di un tipico molo sulla costa Inglese della Manica. I moli venivano coslruill In ferro e ghisa nell'epoca vittoriana con una tecnologia per quel tempi modernissima. Ne sono rimasti 27, da Margate a Brighton a Yaroiouth ad Hastlngs conservati come architetture d'arte ->•» -a.' » Enzo Laganà Inoml sono un invito al raccogllemento: Pace, Paradiso, Contemplazione. Borghi di pescatori, fra il mare e le pendici dei Monti Pelorltant, lungo la costa che da Messina porta a Punta Faro. Dinanzi a queste schiere di case basse passano le correnti dello Stretto, si formano gorghi e marosi, terrore del naviganti e fonti di antiche leggende marinare. In questo paesaggio nel prossimo futuro dovrebbe sorgere 11 gigantesco ponte sullo Stretto. E' un posto ideale per fermarsi a osservare 11 via vai del traghetti, 1 contorni aspri e montuosi della costa calabra. Il mare quasi sempre agitato e 11 vento che si incunea tra le due sponde non tolgono nulla alla dolcezza del panorama. L'estrema punta setten- .trlonale detta Sicilia oHre aoorci di grande suggestione: villaggi silenziosi,' eleganti' lo- : calltà di villeggiatura, angoli di natura incontaminata. Al centro di tutto c'è naturalmente Messina. La città, ricostruita dopo 11 terremoto del 1908 che distrusse oltre 11 90 per cento degli edifici, è fatta di strade larghe e di caratteristici isolati. Poche le testimonianze del passato. La chiesa dell'Annunziata dei Catalani, eretta nel periodo normanno; l'adiacente piazzetta dove sorge 11 monumento a Giovanni d'Austria, vincitore della battaglia di Lepanto; la fontana di Orione e quella di Nettuno. Poi 11 Duomo, distrutto dal sisma, ricostruito con gli stessi materiali originari pazientemente recuperati. Imponente nelle sue forme medievali e fiancheggiato da un campanile che ospita l'Orologio monumentale più grande del mondo: un complicato meccanismo di carrucole e contrappesi che scatta ogni mezzogiorno tra canti di galli, ruggiti di leoni e angeli in movimento. Ma Messina è anche una delle capitali della gastronomia siciliana. Tra una visita al Museo Nazionale (vi sono custoditi, fra l'altro, due quadri del Caravaggio e un dipinto di Antonello) e una passeggiata sul moli del porto, si può andare «Al Padrino» (tel. 090-21000), in via Santa Cecilia, per gu¬ stare 11 caratteristico «stoccafisso alla messinese», oppure allo «Squalo» (tel. 090717992), specialità le zuppe di pesce. Sul colli che sovrastano la città, chiese e monasteri meritano di essere visitati. La chiesa di Santa Maria della Valle, detta la «badiazza», costruita nella seconda metà del XII secolo, è uno dei più caratteristici monumenti basilianl fatti costruire dal normanni nel Messinese. Il complesso è ormal in rovina. Portali, finestre, capitelli sono testimonianze dell'antica bellezza. Meglio conservata la chiesa di Santa Maria, nel paesino di Min San Pietro, a Sud di Messina, caratteristica per la facciata di pietre e mattoni, oppure, spingendosi anco- Dalla punta di forre laro lo straordinario spettacolo delle correnti che cambiano direzione ogni sei ore su è f;iit fra Tirreno e Jonio ra più giù, verso Taormina, la chiesa del Santi Pietro e Paolo, presso Forza d'Agro. Da Messina verso Nord la strada costeggia Io Stretto. Si giunge al due laghetti di Ganzirrl e Torre Faro. Entrambi sono collegati al mare attraverso canali artificiali che vengono aperti una volta l'anno. Il Pantano Grande ha forma allungata e si estende per due chilometri; il Piccolo, profondo fino a 25 metri, ha invece forma circolare. Entrambi, da secoli, vengono utilizzati per la coltivazione del frutti di mare: cozze e vongole che è possibile mangiare nelle numerose bettole della zona di Ganzirrl. Chi volesse unire 11 gusto alla comodità può andare da «Mantarro» chiedendo ostriche e antipasto di frutti di mare, oppure da «Don Michele» (tel. 090-391622), dove si possono assaggiare gli ottimi «spaghetti al nero di seppia». Torre Faro, estremo avamposto della Si¬ cilia sullo Stretto, è 11 punto d'arrivo del grande elettrodotto che collega l'Isola al continente. Da qui, fra maggio e luglio, partono le barche dei pescatori di pescespada. Da questo lembo di terra che separa 11 Mare Jonlo dal Tirreno si può scrutare 11 gioco delle onde tra la costa siciliana e quella calabra, distante circa tre chilometri. Una corrente che cambia senso ogni sei ore, da Sud a Nord («Rema ascendente»), da Nord a Sud («Rema scendente»); i grandiosi gorghi che increspano le acque: quello di Cariddi, davanti al Faro e a Capo Peloro, e quello di Scilla, davanti al litorale della Calabria. Lungo la costa tirrenica la strada corre .sui fianchi delle montagne, supera gole e torrenti (sono vere c proprie Xiumare. segna della continuità geologbajJ^Kasse montvCà so Calabro e del Pelorltanl), apre splendidi panorami: la Calabria, le Isole dell'arcipelago delle Eolie che sfumano all'orizzonte. Mortelle è il più elegante fra 1 centri di /illegglatura di questo versante del Messinese. Eleganti ville stile Liberty emergono fra 1 pini e gli eucalipti. Si può mangiare da «Alberto» (tel. 090-321009). specialità «involtini di pesce spada», oppure far provvista di dolci alla pasticceria «Bilie» (cannoli e cassate), certi di non rimanere delusi. Da qui In poi la costa si fa pianeggiante. Ma chi ama la natura e le passeggiate ecologiche non può tralasciare la scalata di Monte Ciccia. Nei boschi che circondano l'altura, Ideale per una visione completa del due mari e dello Stretto di Messina, si fermano 1 rapaci durante le loro trasvolate tra l'Africa e l'Europa. Poiane e sparvieri, nibbi e falchi pecchiaioli. Da qui, seguendo verso Sud la cresta del Pelorltanl, si può andare alla ricerca di paesini pittoreschi nascosti tra le gole e le pinete; e in questo caso Rometta, quasi 600 metri sul livello del mare, può essere una delle mete più Interessanti per il rudere di un castello normanno, per la bizantina chiesa del Salvatore. Nino Amante