Chez «Filippo» a Courmayeur per le ghiottonerie sulla neve

Chez «Filippo» a Courmayeur per le ghiottonerie sulla neve Chez «Filippo» a Courmayeur per le ghiottonerie sulla neve '(anche se ovviamente non mancano i clàssici piemontesi, toscani e veneti) 1 vini: •Enfer d'Arvler, Torrette di St-Pierre e bianco di Morgex che vado lo personalmente a cercare dai produttori». Prezzo fisso di 30 mila lire per 11 conto. Turno di chiusura il martedì. Ferie a novembre e giugno. Val d'Aosta alla grande anche al «Vieux Pommier», locale rustico che prende 11 nome da un vecchio albero di mele disseccato piazzato al centro della sala da pranzo circolare e del tavolone degli antipasti. «Tanto per calmare la fame più urgente c'è l'assortimento di salumi — spiega Alessandro Ca- PARLARE de «La Maison de Filippo» come di un qualsiasi «ristorante in montagna» potrebbe apparire addirittura offensivo, vista la fama del locale; ma per la stessa ragione non è possibile trascurarlo In questa guida gastronomica alle principali località sciistiche delle nostre Alpi. E 1 pullman che quotidianamente o quasi attraversano 11 tunnel del Monte Bianco per portarvi comitive di affamatlsslml svizzeri o francesi, le persone che da mezza Italia fanno centinaia di chilometri per «mangiare da Leo Garin (è 11 nome del proprietario, figlio di Filippo e' «anima» del locale) almeno una volta all'anno», garantiscono alla maison una priorità di diritto fra 1 ristoranti di una località come Courmayeur in cui l'unico problema è quello della scelta. «Cerchiamo di usare 1 prodotti tipici valdostani — spiega Garin figlio — anche creando nuovi piatti come ad esemplo la puree di mele con 11 prosciutto caldo e 11 cotechino o l'anatra con le pesche di vigna. Poi ci sono invenzioni di mio padre che sono diventate piatto tipico a loro volta: il prosciutto cotto caldo, 1 gelati con 11 miele, 1 primi gratinati con fontina, 11 caffè alla valdostana con grappa e scorza d'arancia che si beve nella coppa dell'amicizia». E ancora alla tradizione e alla ricerca di «sapori d'altri tempi» sono legati altri primi piatti come la minestra di riso e castagne, le varie fondute o l'Immancabile soupa valpellinentze. Oppure, fra le pietanze, la classicissima carbonada (carne a dadlnl con vino, sugo di cipolla e aromi vari) e «la vera bistecca alla valdostana: una fetta di carne piegata in due con dentro mocetta e fontina impanata come una milanese». Addirittura un'opera di ricerca da antiquario hanno richiesto 1 formaggi: «Ho finalmente trovato chi fa ancora le tome come una volta dopo che quasi tutti avevano smesso perché non era più conveniente». Tutto questo ritorno all'antico non significa chiusura al nuovo, ovviamente. Zie trote alle mandorle, gli zabaioni al vari vini, 11 gelato «H.F.. («Creato con Sandro Munarl per festeggiare la sua prima vittoria al Rally di Montecarlo: gelato al limone, vodka e fragola»). Rigorosamente valdostani f sale Berthod, titolare del ristorante Insieme con la madre Anita —. Poi 11 buffet buono per tutti 1 gusti e, su ordinazione, qualche specialità come la sorca (misto lesso con sanguinaccio, salsicce, patate e cavoli) o la qulche lorraine col funghi». Gran bene si dice degli gnocchi e delle crépes con fontina, altrettanto del risotto alla valdostana. Ottimi anche 1 vol-au-vent con fonduta, ma gran parte della fama del Vleux Pommier è dovuta a due modi speciali di mangiarvi la carne: la brasèrade e sulla Iosa calda. «Per la prima portiamo in tavola un braciere di carbonella — racconta 11 signor Alessandro — su cui si fanno cuocere fettine di vitellone Insaporite con aromi vari. Sulla Iosa, Invece, si fanno cuocere carni miste: dal pollo al fegato alla sal¬ t siccia». Ma tutto ciò non significa che si possa solo mangiare carne al ferri, nel locale della famiglia Casale Berthod: splendido, esemplo, 11 petto di polli •alla Vleux Pomniler» cucinato al cartoccio con le frittelle di mele, oppure la caj'bonada con polenta. Crostate fatte in casa < frutta raccolta in loco sor la base del dessert fra cut spicca la «mela In gabbiti», cotta al forno nella pasta sfoglia. Anche qui valdostani e piemontesi 1 vini. Conto sulle 25-30 mila lire. Chiusura 11 lunedi. Ferie a ottobre. A Plamplncleux c'è «La Ciotte», meta Ideale dopo una gita con gli sci da fondo sulle rive della neonata; Dora in Val Ferret. Una; sinfonia di bianco e rossp (bianche le pareti, a cjuadri bianchi e rossi le tende, rosse le tovaglie) con alcuni; pezzi autentici di mobilio antico, l'interno del locale,: quasi completamente fami};; gltare la gestione. «Io sto ini: cucina con un ragazzo iti aluto — spiega la signora: Clara Domarne —. In sala, r miei figli Massimo e Marini con qualche camerière. La cucina è soprattutto valdostana perché abbiamo verificato che è quella più gradita alla clientela». Via con li gran misto di salumi, dunque, e la moretta. Più la carne cruda tipo albese con parmigiano le funghi e, specialità della) casa, insalata belga con melograno, paté di tonno ab pepe verde o di fegato o di salmone. Bello da vedersi, oltreché ovviamente ottimib<; da mangiarsi, il gran cesia dicrudltés. '■;• . Fra 1 primi piatti, la pa.lt* ma del migliore spetta prjgj babllmente al riso alla val^" dostana («I clienti dlcoifo che nessuno lo fa bene come noi», spiega la signor*!; Clara). Ottime anche le cre^j pes «alla Clotze» con fonti;, na e prosciutto cotto rlcqlt perte di panna e parmigltu., no e le crespelle ripiene OL fonduta. Camoscio in clvéT" («La sua più classica moi--> te»), nodlni alle erbe, /on-* due bourguignonne e filetti** vari sono 1 secondi «classi** ci». Poi le rane e le costine*'* di agnello. «ti Massimo Domalne, sommelier diplomato, si occupa*! del vini: «Ovviamente validostanl, più 1 migliori pie-,,; montesl e 11 Beaujolais nou-'' veau della Patrlarche». 8u1-1 le 25 mila lire 11 conto. Rlpo? J so al mercoledì. Ferie il4 giungo. fi'» Giorgio Bestefartis -

Luoghi citati: Casale, Courmayeur, Italia, Montecarlo, Morgex, Plamplncleux, Val D'aosta