Dalla parte di Camilla con veleni e tenerezze di Camilla Cederna

Dalla parte di Camilla con veleni e tenerezze Dalla parte di Camilla con veleni e tenerezze Camilla Cederna, gran signora del giornalismo «aliano, vive e lavora da sempre a Milano, cifra della quale ha descritto in lunghi anni i viti e le virtù. Questo testo è stato raccolto da Pino Córrias per «rufforfore. MILANO è la citta che ho amato e amo più di tutte con un attaccamento che e volte anch'io finisco per giudicare Irragionevole. Come In tutte le passioni forti, All'amore per questa città spesso 6i è alternato l'odio e quindi il disagio di viverci, la voglia di scappare lontano, anche se ormai so con certezza che non riuscirei ad abitare in nessun altro posto. Non riuscirei semplicemente perché non lo voglio davvero. Tutti 1 ricordi più Intensi della mia vita: l'infanzia, la guerra, 11 mio lavoro, sono legati a queste strade, a queste case severe del centro storico che nascondono giardini bellissimi e cortili silenziosi. Quando lo ero bambina questa città aveva un fascino particolare: era la bella Milano del navigli, con 1 ponti, 1 barconi, 1 quartieri pieni di vita. San Marco si specchiava nell'acqua lenta, verde, pulita del Naviglio. C'era la ruota del Theooroma sgocciolante che pescava nell'acqua e 11 vicino un famoso caffè che faceva la cioccolata fumante. Noi bambini ci Immaginavamo che fosse la ruo; ta a fare la cioccolata e ci sembrava di sentire l'odore del cacao ogni volta che ci avvicinavamo alla .ruota. Più avanti c'era il ponte delle Sirenette con due deliziose statue In ferro, ' dove ci si dava 1 primi appuntamenti con 1 ragazzi. 'Davanti al liceo Parinl : venivano gli omln 1 a vendere caldarroste, fichi 'secchi e pere cotte. Avevano un berrettone di lana calato sulla testa e un grande recipiente di rame legato con la cinghia che li obbligava a un'andatura buffa come quella del tamburini nelle ' fanfare di quartiere. • l'giardini erano splen- iliare per i giorn ' Camilla Cederna. didi, con le balie vestite da balle, I prati pulitissimi e 1 ruscelli dove facevamo correre le barchette fatte con le foglie di magnolia. Sembra incredibile, ma mi ricordo che 1 prati del giardini pubblici, oggi spelacchiati e semiabbandonati, a primavera si coprivano di margherite. Via Manzoni era piena di botteghe e negozi, tutti con le tende bianche oppure color ruggine. Oggi via Manzoni assomiglia di più all'Asinara che a una strada: è tutta piena di grate e cancelli, perché ci sono soltanto . banche. Ma questo mio personale disagio, attraversando Milano, lo lo provo in quasi tutto il centro cittadino che nel corso degli anni ho visto trasformarsi e deperire. Prendiamo Brera, per esemplo. Oggi Tè un quartiere fasullo, snaturato, dove le vecchie case sono state rimodernate per farne appartamenti per scapoli ricchi. Sono scomparsi gli artigiani che redevano belle le strade, a Brera come in corso Garibaldi o intorno , a via Clovasso. E la medesima cosa sta accadendo nel quartiere Ticinese ' che in questi ultimi anni si è riempito di boutiques, finte gallerie d'arte e finti negozi di antiquartata 1 < Mi ricordo, durante la guerra, i giorni succèssivi a' un bombardamento, quando tra l'altro andò distrutta la nostra casa di via Brera. Io e mio fratello Antonio giravamo per Milano In bicicletta. Tutta la città era sventrata, distrutta. Agli angoli delle strade si formavano minuscoli presepi di gente seduta, con una pento¬ i di festa: una tor la, un bambino, un cuscino. Le rotale del tram erano divelle, 1 pali dell'elettricità abbattuti e tutt'intorno un disordine completa A volte oggi, capitando nel frastuono del traffico che Ingolfa e paralizza la città, mi sembra di provare la stessa sensazione di sgomento di allora. I tram bloccati a metà di un Incrocia le ambulanze che non riescono a passare, le macchine posteggiate sul marciapiedi, sugli angoli, in mezzo alla strada. Sono stata recentemente a Napoli, che vive In una situazione tremenda. Eppure non mi pare che ci sia una grande differenza tra 11 disordine di là e questo, i Dicono che questa sia . la città dell'efficienza, ma non mi sembra cosi vero. Non penso soltanto al ! traffico, ma anche al modo Insensato in cui sono stati ristrutturati interi quartieri, all'abbandono di certe perite' rie. Il Parco Lambro, che potrebbe diventare uno ; dei parchi più belli di Milano, per sei mesi all'anno è un acquitrino, mentre In primavera al riempie di erbacce e di rifiuti. Penso all'anfiteatro romano di via Arena, nel ; centra che aspetta da quarant'annl di essere risistemato. Oppure alla casa semldlstrutta dal tempo della guerra, che sta accanto all'ala breve ' della galleria. La cosa Incredibile è che proprio dietro a quella casa In rovina, hanno trovato il tempo e 1 soldi di costruire un garage Perché, per esempla ci .si è messo cosi tanto tempo a decidere la chiusura al traffico del centro? MI sembra l'unica soluzione ragionevole, eppure te n'è parlato per anni senea concludere nulla. Tutte le volte che parlo di Milano, mi dicono, finisca per racconcine solo 'gli aspetti disastrosi, E* véro, e forse quésto dipende dalla mia deformazione professionale. Ma è soprattutto perché, amando questa città, non rinuncio a sperare che possa tornare bella e vivibile. O per lo meno: più , bella e più vivibile di oggi. Camilla Cederna Tetto raccolto da Pino Conia» orta del Nord e le

Persone citate: Brera, Camilla Cederna, Pino Conia, Pino Córrias

Luoghi citati: Milano, Napoli