Il Diploma europeo proteggerà la riserva di Sasso Fratino?

Il Diploma europeo proteggerà la riserva di Sasso Fratino? Il Diploma europeo proteggerà la riserva di Sasso Fratino? in cui è inserita ha notevole valore ambientale: 10 mila ettari di suiicrficie boscata, nota come «Foreste Casentlnesl», cioè le foreste di Campigna-Lama, Camaldoli e Badia Frataglia. La zona si Inserisce nel quadro ambientale del Monte Faltcrona e Interessa il crinale dell'Appennino tosco-emiliano dal Passo del Muragllone al Passo dei Mandrloll. E' un unico complesso unitario sotto il profilo paesistico naturale, con molti aspetti omogenei delle formazioni, forestali. FINORA soltanto il Parco Nazionale d'Abruzzo aveva avuto in Italia l'onore di ricevere il Diploma Europeo per la Conservazione dell'Ambiente: lo aveva ottenuto, non senza difficoltà, nel maggio del 1972, subordinato alla precisa garanzia, da parte del governo italiano di voler cambiare radicalmente la sua politica naturalistica. Poche settimane fa l'Italia ha ricevuto un secondo diploma Europeo per la Conservazione dell'Ambiente: 11 prestigioso riconoscimento è andato alla Riserva Naturale di Sasso Fratino, nel Comune di Bagno di Romagna. Si tratta della prima riserva naturale integrale del nostro Paese, Istituita nel 1959 dall'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, su suggerimento dell'Università di Pavia e in particolare del professor Mario Pavan. Inizialmente la protezione era ridotta a poco, più di 100 ettari, nella porzione del più ampio complesso boschivo della foresta demaniale di Campigna-Lama, proprio sotto Poggio Scali, 11 «gran giogo» del V Canto del Purgatorio dantesco. In seguito la riserva venne ampliata e oggi interessa circa 261 ettari. Il complesso boschivo è ritenuto da molti studiosi l'esemplo più bello di foresta autoctona nell'Appennino ToscoEmiliano. Per alcuni sarebbe addirittura l'unica foresta vergine dell'Europa Occidentale, ultima testimonianza dell'Immensa selva wUrmiana. La situazione della foresta è assai vicina allo stadio finale dell'evoluzione naturale di una formazione vegetale. 11 cosiddetto «climax»: l'Interesse scientifico è dunque altissimo. Anche tutta l'estesa zona forestale .n zanzara in un'antica slampa del 1742 (Kcaumur) Il capriolo, unico autoctono Anche sotto l'aspetto storico le foreste casentlnesl sono caratterizzate dall'unitarietà. Fin verso 11 1400 l'area apparteneva al Conti Ouldl, poi passò nelle moni della Repubblica fiorentina e quindi della Comunità di Camaldoll. Nel XV secolo le foreste passarono all'Opera di Santa Maria del Flore: 1 tronchi per le armature e le travature furono ricavati infatti da queste foreste. All'Inizio dell'Ottocento 11 bosco tornò nelle mani del monaci camaldolesi e nel 1810 fu acquistata dal Lorena che procedettero a una intensa opera di riassetto e rimboschimento. Nell'epoca di Leopoldo n 1 tronchi, oltre che per via di terra, erano trasportati a Firenze e Livorno anche per «via .d'Arno mediante foderi», completamente votato al digiuno. La lotta contro le zanzare ha subito una svolta da quando Léonard J. Goldberg (Università della California) e Jocl Margalit (Israel Instltute for Biologica! Research) hanno isolato un nuovo, prezioso ceppo di lìaclllus thurlngtensls, capace di uccidere selettivamente le loro larve, rispettando gli altri organismi acquatici. Qualsiasi trattamento sarà però vano se non difenderemo 11 territorio dal guasti che, sconvolgendo antichi equilibri,, favoriscono 11 pullulare di Insetti nocivi. Il caso del fiume Sacco non è che uno degli infiniti esempi. femmina è pronta per rovodeposizione. Recentemente, grazie all'impiego della microscopia elettronica a scansione, è stato possibile osservare 1 dettagli più fini delle mirabili strutture delle uova, destinate a galleggiare sull'acqua. Le larve che ne schiudono, pur vivendo in Immersione, mantengono una respirazione aerea. Quelle di Culex e di specie affini possiedono un «sifone» per captare l'aria atmosferica. Allo stato larvale i Culicldl trascorrono quasi tutto il loro tempo a filtrare l'acqua, ingerendo microrganismi e varie particelle alimentari, ma prima di trasformarsi In Insetti alati passano.attraverso lo stadio intermedio di «pupa», Enrico Stella intelaiati su zattere da operai specializzati. La riserva di Sasso Fratino è caratterizzata dal bosco misto a prevalenza di Faggio e Abate bianco e si estende dal 900 ai 1600 metri di altitudine. Le foreste casentlnesl ospitano anche aceri, tigli, carpini, frassini. Del diecimila ettari, settemila sono caratterizzati da bosco ad alto fusto, tremila da un ceduo avviato alla conversione in fustala. Da annotare, tra la vegetazione non boschiva, la presenza della Tozzla alpina, specie che registra qui l'unica stazione appenninica, della MurbecMella eanontl specie endemica dell'Appenino centrale e settentrionale e del Vacclnlum vttls tdaea che a Monte Falco ha il limite estremo della sua distribuzione verso Sud. Anche la fauna è di sicuro Interesse: mlcromammiferl come faine, ratti, arvicole, donnole, volpi e lepri e alcune specie minacciate quali cervo, capriolo, muflone, daino e cinghiale. L'unica specie autoctona è il capriolo presente In oltre 600 capi. Il cervo, indigeno, è stato reintrodotto negli Anni Cinquanta. Il muflone, specie endemica della Sardegna, è anch'esso stato introdotto nel dopoguerra dopo un primo nucleo introdotto nel 1830 dal Granduca Leopoldo II. Attualmente è quasi esclusivamente presente come ibrido. Daini e cinghiali stanno procurando qualche problema agli equilibri biologici. Tanta bellezza non può certo passare inosservata a chi ha mire speculative e progetti poco compatibili con la tutela del patrimonio ambientale. Per questo molti studiosi suggeriscono di fare di quest'area un parco nazionale. Walter Giuliano

Luoghi citati: Abruzzo, California, Comune Di Bagno Di Romagna, Europa Occidentale, Firenze, Italia, Livorno, Sardegna