Con il giallo e il nero colori di pericolo la salamandra è salva di Duccio Canestrini
Con il giallo e il nero colori di pericolo la salamandra è salva Con il giallo e il nero colori di pericolo la salamandra è salva Isolati in laboratorio già nel secolo scorso: la Samandarina e la Samandarldlna. Nulla più che Irritanti per la cute, agiscono sul sistema nervoso centrale di chi li assimila (anche dell'uomo, se iniettati per endovena) causando convulsioni, sbalzi di pressione e paralisi respiratoria. Se trattata con dolcezza, tuttavia, la salamandra è perfettamente Innocua e, per quanto spaventata e con 11 cuore in gola, si lascia maneggiare .senza tentare di difenderabm Del resto sin dall'antichità l'uomo ha imparato a trasformare il veleno in medicina o addirittura in cosmetico. In un epigramma di Marziale l'effetto depi-' lante degli alcaloidi contenuti nella secrezione ghiandolare di questo anfibio (sperimentato dalle matrone romane sulle sopracciglia troppo folte) viene paragonato a quello di una saeva novacula: un terribile rasoio. Sicuramente la salamandra (che per millenni ha goduto fama di essere Incom¬ difetti immunitar bustibile e di nutrirsi delle fiamme) deve parte della sua fama alla peculiarità della livrea: un giallo e nero che è diventato segnale di pericolo anche per l'uomo. Pensiamo al pulsante d'allarme nel moderni ascensori blindati, alle targhe minacciose che delimitano le zone militari, al simbolo giallo e nero del rifugi nucleari. Se dunque 11 minaccioso messaggio in giallo e nero vale anche per l'uomo, non stupirà che nel test cromatico di LUscher —. ben noto agli psicoterapeuta— tale abbinamento riveli improvvisa crisi e stato d'ansia, e che nella Arte del colore di Johannes Itten lo si definisca un accostamento «aggressivo». Nella storia e nell'etno- zoologia della salamandra c'è poi la costante della sua presunta malvagità: mille leggende popolari la vogliono causa di aborti, fascinatrlce mortale, sterminatrice d'Intere popolazioni, araldo di contagio e di sventura. Tutte dicerie spropositate e infamanti. Duccio Canestrini i che accelerano la
Persone citate: Johannes Itten, Luscher
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