Tabucchi: non credo ai monumenti per Borges ma lui resta un grande

Tabucchi: non credo ai monumenti per Borges ma luì resta un grande Tabucchi: non credo ai monumenti per Borges ma luì resta un grande Molto rumore Intorno al nome di Borges. Mondadori ha appena finito di pubblicare «Tutte le opere», curate da Domenico Porzio, nel suol Meridiani e sullo scrittore argentino, osannato in tutto II mondo ma sempre escluso dal Nobel, si ad- ■ densano le prime critiche. A spez- ' zare la Ianola è stato U poeta e critico Giovanni Rabonl, ohe sull'«Europeo» del 25 gennaio ha messo In dubbio la grandezza dello scrittore, parlando di «spropositata e spropositante leggenda», di «mole enorme e scadente» e «grottesca monumentallzzazlone della sua figura». Il dibattito su Borges è appena iniziato. Abbiamo chiesto un Intervento ad Antonio Tabucchi, studioso di letteratura portoghese e autore di numerosi e fortunati romanzi e racconti, da «Piazza d'Italia» a «Il i gioco del rovescio»! da «Donna di Porto Plm» a «Piccoli equivoci senza importanza». RABONI rischia di avere ragione. Forse Borges è un personaggio che esce dall'inconscio collettivo dei letterati europei. Del resto lo ha detto lui stesso per bocca del traditore Vincent Moon nel racconto La forma della spada: -Ciò che fa un uomo è come se lo faces¬ sero tutti gli uomini. Per questo non è ingiusto che una dlsobbedlenza in un giardino contamini il genere umano; per questo non è Ingiusto1 che la croceflsslone di un solo giudeo basti a salvarlo». L'idea t di Schopenhauer, naturalmente. Resta da sapere perché l'inconscio dei letterati europei ha scelto Borges e non si è coagulato, poniamo, su Sartre. Eppure anche Sartre è tradotto in tutta l'Europa e direi che è anche amato. Ma Sartre ha anteposto alla letteratura molte altre cose depauperando in fondo la letteratura stessa. Credo che Borges abbia restituito alla letteratura la sua delega di rappresentazione del mondo. Temo che Rabonl, che in certe cose vede giusto (Borges è spesso ripetitivo, la sua produzione poetica è complessivamente modesta, la sua figura è troppo enfatizzata), prenda certe metafore borgesìane troppo alla let- ' fera. La metafora del labirinto è una metafora al quadrato e direi che ha una valenza molto vasta. Il discorso borgesiano del'mondo come libro non è solo una chiosa dello pseudo- Vmbrano fNlhll est In mundo quod prlus non fuerit in libro/ Questa ne è solo la prima lettura. La seconda lettura consiste nel recupero del mondo attraverso il libro. Che ne sarebbe di Ulisse se Omero non lo avesse narrato? Ulisse esiste solo perché Omero lo ha narrato. Il libro è gli uomini e gli uomini ' sono il mondo. Borges, in sostanza, ha restituito alla letteratura la funzione-finzione di mondo come 'Volontà e rappresentazione» (sempre Schopenhauer) in anni in cui si faceva di tutto per togliere alla letteratura le ragioni della sua stessa sopravvivenza. Dunque d'accordo con Rabonl: Borges può anche non essere un grande scrittore. Ma questa è solo una parte della proposizione, perché egli semmai non è un grande, scrittore e tuttavia è un grande scrittore, cosi come Alban Berg non è un grande musicista e tuttavia è un grande musicista. Non sono convinto, infine, che Borges sia uno scrittore fantastico. Lo è nell'accezione della grammatica del fantastico di Todorov. Ma possiamo fidarci delle grammatiche? Antonio Tabacchi

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