Tomizza un dramma d'amore e di politica nella Trieste del'44

Lo scrittore e «Gli sposi di via Rossetti», ricostruzione ispirata da un carteggio Lo scrittore e «Gli sposi di via Rossetti», ricostruzione ispirata da un carteggio Tomizza: un dramma d'amore e di politica nella Trieste del'44 TRIESTE — Non è un romanzo, ma la ricostruzione di un oscuro e drammatico pezzo di storia triestina tutto interno alla minoranza slovena, quello che Fulvio Tomizza pubblica a giorni da Mondadori: Oli sposi di via Rossetti Un libro a suo modo coraggioso, perché solleva il coperchio sul torbido infreccio politico che dilaniò la città giuliana negli anni della seconda guerra mondiale e rivela per la prima volta t retroscena di un triplice assassinio, dove vittime e carnefici appartengono alla medesima radice etnica e si ammazzano fra loro per opposte fedeltà politiche. Lo spunto e il contenuto sono circa quattrocento appassionate e disperate lettere in lingua italiana che durante il conflitto Stanko Vuk, un giovane di Memo, nei pressi di Gorizia {oggi in Jugoslavia) scrisse dal carcere piemontese di Possano alla moglie Dani Tomazic, sorella di un condannato a morte dal tribunale fascista di Trieste e figlia del gestore di quello che ancora oggi è il più tipico e famoso buffet triestino, tuttora' denominato «Pepi sviavo» (Pepi lo slavo). Il loro matrimonio era durato solo quattro mesi, poi per attività antifascista erano stati buttati in carcere. Lei, liberata presto. Lui, dopo quasi quattro anni. Lei, un po' superficiale e tentata da pensieri oscuri, lui esponente di punta del cattolicesimo slavo, laureato a Venezia in scienze diplomatiche, soffocato dalle angherie che il regime riservava agli sloveni, ma pieno co- volumi della Est usciranno quasi in contemporanea». Afa perché dunque non si è mai fatta un'inchiesta su quell'assassinio? .Allora a Trieste episodi cosi erano piuttosto frequenti., le famiglie stesse restarono attanagliate dal terrore. In tribunale ho trovato li fascicolo: ma vuoto. Si dice che durante l'amministrazione jugoslava a Trieste siano state asportate le carte riguardanti "casi" sloveni E dopo di allora.. Credo che il fatto metta in crisi l'assetto stesso della minoranza. Al fondo restano accuse interne e spaccature non risolte». Ma quello che più interessava Tomizza era proprio il carteggio, in cui si rispecchia questa sua crisi sbocciata coi cinquantanni, che sembrano offrirgli solo poca sicurezza personale e professionale e tanta marginalità. «Intuivo che questa storia d'amore finora esaltata come emblema edificante non poteva essere cosi perfetta — afferma —. Ho letto fra le righe, ho trovato conferme». Infatti, affiora un tentativo d'incesto fra Dani e il fratello. Affiora un disamore: mentre il marito è in carcere, ella si sarebbe legata a un altro uomo, indicato con nome e cognome (è uno scrittore triestino di lingua slovena). Insomma, tanta amara realtà, tanta umanità ingoiata da lotte intestine, dal tempo e dal silenzio. «Cn matrimonio — conclude Tomizza — costruito con le puroli. e finito col Manifestazioni popolari a Trieste per l'arrivo degli alleati munque di risorse e di fede. Poi, dopo il sofferto ritorno a Trieste, la morte violenta dei due sposi e di un occasionale e misterioso ospite nella loro casa di via Rossetti, in pieno centro: una tragedia impunita. Tomizza l'ha rivissuta con partecipazione. Ne parliamo al San Marco, un tipico caffè triestino di sapore absburgico luogo di ritrovo anche per scrittori. «La storia è rappresentativa — dice — di un mondo sconosciuto e a me vicino come quello della minoranza slovena; inoltre, riportandomi a Possano, mi ha consentito di pagare un mio debito col Piemonte, che per certi versi sento culturalmente molto vicino all'Istria da cui provengo. Queste lettere d'amore, prigionia e lontananza hanno già una loro piccola storia: la madre della sposa assassinata le consegnò a un amico e allievo del genero e negli Anni Settanta ne fu pubblicata in Jugoslavia una parte, assieme ad altri scritti di Stanko Vuk (Terra d'occidente/ «Ora, a quarant'anni dalla morte — spiega Tomizza — l'Editoriale Stampa Triestina (l'editrice in lingua slovena di Trieste, nd.rj ha pensato di proporne un certo numero in italiano e una sezione più ampia In sloveno, chiedendomi una prefazione. Io le ho volute esaminare tMtlie, e vi no trovato una storia segnata dal destino, che andava narrata. I •Ma scoprire questa storia — afferma ancora lo scrittore — ha coinciso soprattutto con la profonda crisi esistenziale che ora attraverso. Ho voluto mettere la mia parte dolente a cimento con una storia d'amore angosciosa e ricavarne redenzione e sollievo. In realtà, la tragedia politica e sentimentale mi ha avvicinato alla morte. L'atmosfera funerea ha superato la vicenda, mi ha Invaso e contaminato. Ho capito definitivamente che nessuna ideologia, nemmeno letteraria, .può ripagare di un grande dolore. Solo la fede dà conforto, ma lo non ce l'ho, e vorrei dire a chi ne gode \ ne' faccia miglior uso, sia almeno più tollerante». sangue». Gabriella Ziani

Persone citate: Dani Tomazic, Fulvio Tomizza, Gabriella Ziani, Stanko, Tomizza