Dumas: più che la gloria potè il denaro

Un biografo (in cerca di verità) ha scavato nella vita del romanziere Un biografo (in cerca di verità) ha scavato nella vita del romanziere Dumas: più che la gloria potè il denaro Chateaubriand, Claude Schopp ha cercato di ricostruire la verità dei fatti, di colmare i vuoti o le lusinghe della memoria. E' un lavoro notevole che merita di essere lodato. Non può sostituire l'opera di Dumas, ma riesce a conferirle un nuovo risalto, a ravvivarne l'ebrezza. L'opera di Dumas ha qualcosa di Inumano già nella mole: In una quarantina d'anni lo scrittore firma circa duecento opere in prosa, soprattutto romanzi storici ma anche racconti di viaggio, e un centinaio buono di opere di teatro, per non contare l'abbondante corrispondenza 0 1 testi non firmati. SI tratta di una sorta di epopea stilistica che si nutre di una cultura e di una capacità creativa, di cui nessun altro scrittore è capace. Lo stesso Balzac, contemporaneo di Dumas, che non lo ama, sembra stare troppo stretto nei confini del suo universo narrativo. Una semplice idea, due parole e Dumas si lancia su ogni cosa. Sostiene sfide incredibili con il tempo: annuncia alla Comédie Francaise un titolo e compone il testo di cinque atti in soli cinque giorni. Assilla 1 fornitori — coloro che gli procurano 11 canovaccio e l'ambientazione dei romanzi — e sviluppa, moltipllca per cinque. Lavorando da dodici a quindici ore al giorno accumula fogli; lì manda subi¬ Alessandro Dumas p to, senza correggere e quasi senza rileggere, al diversi giornali che contemporaneamente pubblicano più romanzi suoi. Un temperamento del genere non ne esce esaurito. Dumas trova anche 11 tempo di innamorarsi di conti¬ arrivino ad esaurirsi, che una vita vissuta cosi finisca per bruciarsi? Dapprima Dumas ha cercato la gloria per risarcire la disgrazia in cui Napoleone ha lasciato suo padre e la povertà In cui vive la madre. E' amico di Victor Hugo e si ritiene uno del tre grandi del Romanticismo. Poi, dopo la consacrazione della Parigi Intellettuale e mondana, è il denaro a mettergli le ali. Da un debito all'altro, da una follia all'altra, passa la vita a chiedere denari ai direttori dei giornali, s'Impegola In conti sempre errati, non appena ha tre soldi ricomincia da capo. Certo Dumas non è uno scrittore che comunichi •messaggi», non ha una «visione del mondo* da trasmettere né lezioni di stile da impartire. La sua penna è più veloce del suo pensiero. Non ha mal 11 tempo di domandarsi se è felice e qual è il senso della vita. Lo fanno 1 suol eroi e ogni personaggio storico che s'imbatta in lui diventa un eroe. Accade cosi con Garibaldi, che nella prosa di Dumas si trasforma in un personaggio da chanson de geste. Gli padre in una caricatura dell'epoca i i ù o. ¬ nuo. Manipola le donne come 1 testi, le conquista e s'Impiglia nelle rotture. Più donne per volta, come i romanzi. Le preferisce giovanissime e fragili e le stritola con la sua statura di gigante. Ci si può stupire che tanta gagliardla e tanta vitalità romanzo a chiave. Come dice il sottotitolo, «Scene della vita di artisti e letterati», l'autore vi descrìve, con ironico sarcasmo, 11 mondo, conosciuto per diretta esperienza, della borghesia artistica e intellettuale di Stoccolma, frequentatrìce del caffè-ristorante Berns (dov'era, appunto, la «sala rossa»); un mondo fatto di artisti behémiens, di editori boriosi, di _pretl avidi, di ragazze corrotte, di banchieri e di usurai. I sette anni che vanno dal rifiuto di Maestro Olof al successo di Sala rossa sono stati abbastanza travagliati. Nel 1875 Strindberg ha incontrato Siri von Essen, la nobile moglie del barone Wrangel, della quale lo scrittore diventa prima l'amante, poi, dopo il divorzio dal barone, il marito. Matrimonio infelicissimo, da cui nascono quattro figli, e che si trascina, fra alterne vicende, per ben quattordici anni, fino al 1891, quando viene pronunciato il secondo divorzio. Il frutto di questo rapporto sarà quell'atroce capolavoro che Strindberg scrìverà in francese, il romanzo autobiografico Memoriale d'un folle (del 1887). Siri von Essen voleva fare l'attrice, e Strindberg scrìve per lei. Il segreto della ghilda (1880), La moglie di riesser Bengt (1882), Creditori (1888), e La più forte (188889), sono tutti scrìtti per lei e rappresentati con lei. La serie si chiude con Signorina Julie (1888), uno del drammi più celebri di Strindberg. Figlia d'un conte, bella, viziata e autoritaria, Julie è stata abbandonata dal fidanzato che non accetta di essere dominato da lei. Per avere una prova del suo potere, Julie si abbassa a sedurre Jean, 11 servo cinico e volgare. Julie vince, ma, come in una tragedia classica, la sua vittoria diventa la sua sconfitta, il servo, avendo mescolato il suo sangue a quello della .razza padrona», ha acquistato forza a sua volta. Julie dovrà obbedirgli, e quando lui le ordinerà di uccidersi, lei, come ipnotizzata, compirà il gesto fatale. A qual punto di reciproca sopraffazione, di umiliazione e di masochismo doveva essere arrivato il rapporto fra Strindberg e Siri von Essen, marito e moglie, se la moglie traditrice accettava di recitare in un dramma che sanciva la tragica volontà di vendetta del marito tradito? Luciano Lucignani episodi più reali, 1 meglio vissuti, entrano nella dimensione letteraria, s'impastano con la sua Immaginazione. A cominciare da Dumas stesso. Dove fu il vero Dumas? E' veramente esistito? Fu felice o infelice? Qual è, per riprendere le categorie di Jean-Paul Sartre, la sua •autenticità»? Grazie al libro di Claude Schopp sembra di conoscere finalmente l'uomo Dumas, si crede di averne scoperto i misteri. La gloria, 11 denaro, l'amore.,. Eppure la soluzione non è qui. Il punto è: a che cosa mirava quésto D'Artagnan che galoppa a riprendere le pietre della regina? Un'enorme vitalità gonfia di tristezza, una gloria sempre sul punto di finire in duello, mascherano l'ossessione di una catena di fallimenti? Con Dumas la ricerca psicologica, l'Interpretazione di .secondo grado» attirano e scoraggiano insieme. Come per Proust, Stendhal e Chateaubriand bisogna sempre rifarsi all'opera perché le ricerche d'archivio mostrano meno di quanto non nascondano. Jacques Nobécourt

Luoghi citati: Stoccolma