Fate, gnomi e folletti hanno il loro dizionario

Fate, gnomi e folletti hanno il loro dizionario Fate, gnomi e folletti hanno il loro dizionario tante e curioso per l'argomento e particolarmente interessante per la varietà delle fonti. Solo in parte, infatti, esse provengono dal folclore; per il resto sono tratte da antichi romanzi cavallereschi, da ballate, cronache medioevali, pamphlets del Sei e Settecento, nonché dalle opere dei maggiori poeti elisabettiani e 'giacobiani. (Si deve proprio ai poeti, primo lo Shakespeare del Sogno di una notte di mezza estate. la trovata di grande successo delle fate minuscole, elaborazione di un dato che nei racconti popolari rimane di solito assai più impreciso). Le ampie citazioni dalle diverse fonti fanno del dizionario anche un'antologia, divertente e tutta da leggere. Chi si interessa di fiabe troverà negli stralci delle cronache in latino le prime versioni in ordine di tempo di alcuni intrecci fondamentali, come quello della sposa fatata narrato da certo Walter Map in Wild Edric (Edric il selvaggio) fin dal XII secolo. In genere però i reperti inclinano più verso la narrazione leggendaria e il racconto sensazionale che non verso la fiaba vera e propria. C'è una certa pretesa di convincere l'ascoltatore o lettore della veridicità di quanto gli si va narrando, una tendenza a ripiegare su finali tronchi e magari orripilanti anziché svolgere la storia fino a un lieto fine: Va ricordato che il patrimonio fiabesco delle isole britanniche non è trai più ricchi, mentre vi risulta abbondantissima una produzione narrativa popolare meno specializzata in cui confluiscono leggende, aneddoti, superstizioni locali, resoconti volutamente accurati e plausibili di contatti col mondo -altro* del soprannaturale. Narrativamente può essere una perdita; ne guadagna in compenso la parte descrittiva, per quanto riguarda le costumanze del popolo fatato e l'aspetto di certi mostri, come la Banshee irlandese, priva di naso e fornita di un unico enorme dente. L'immaginoso elemento celtico — irlandese, gallese, scozzese delle Highlands — è naturalmente molto forte. Apprendiamo però che l'origine del termine fairy, applicato non solo alle fate e ai folletti ma a tutto il regno del magico e del misterioso, non è né celtica né sassone, è latina. Fairy all'inizio era fay, e pare derivi proprio da fatae, le donne fatali (le Parche o le Grazie, secondo l'ottica in cui le si guardava) che dispensavano i destini. Non è dunque un caso se in certe fiabe siciliane la fata protettrice si chiama Sorte. Beatrice Solinas Donghi Katharine Briggs: «Fate, gnomi, folletti e altri esseri fatati», Lucarini, 312 pagine, 30.000 lire.

Persone citate: Beatrice Solinas Donghi Katharine, Katharine Briggs, Lucarini, Shakespeare, Sorte, Walter Map