Lussuriosa Semiramide: fa innamorare anche il suo biografo

Lussuriosa Semiramide: fa innamorare anche il suo biografo Lussuriosa Semiramide: fa innamorare anche il suo biografo di poter asserire che Sammuramat fu «la più bella, la più crudele, la più potente e la più lussuriosa delle regine orientali' ; e 11 suo nuovo biografo, l'orientalista Giovanni Pettinato, fatica anch'egli a non innamorarsi troppo del suo soggetto. Lo dice, certo, grondante di incrostazioni; che però trovano spesso una «stupefacente congruenza» con 1 dati originali delle testimonianze assire. Pochi come Pettinato, ben addentro In problemi archeologici, storici e linguistici dell'Assiria, potevano garantirci che non e il caso, come voleva qualche collega ottocentesco, di *radiare completamente a nostra storia: dal giugn Tiarini: «Semiramide», pari. Semiramide dalla storia e relegarla nel mito: Semiramide, o almeno Sammuramat, si conferma anche a un'indagine scrupolosa e capillare, come «una grande donna, una donna valorosa quanto gli uomini, ma pur sempre una donna normale e con appetiti sani: Si può prestare In buona parte fede all'Iscrizione che le attribuisce uno storico greco e che Alessandro Magno avrebbe letto, stupito anche lui, nelle steppe russe: «Ho retto l'impero di Nino che verso Oriente arriva fino al fiume Inamene, verso Sud al paese dell'incenso e della mirra, verso Nord alla Scizia e alla Sogdlana. Prima di me nessun assiro o '46 all'aprile '48 aveva visto mai il mare; io ne ho visti quattro, ho costretto fiumi a scorrere dove io volevo, ho fecondato la terra .sterile irrigandola, ho innalzato fortezze inespugnabili, ho perforato con picconi montagne impraticabili. E, in mezzo a tutte queste occupazioni, ho trovato il tempo per i miei piaceri e l miei amori: Un riassunto perfetto. Sammuramat, di origine siriana, divenne ancor giovane moglie del sovrano assiro Nino, o meglio Samsi-Adad V (slamo negli ultimi decenni del IX secolo avanti Cristo). Morto 11 marito, assunse vigorosamente la reggenza del figlioletto Adad-narari; in quel pochi anni ebbe modo di spiegare sia la sua intraprendenza militare con audaci puntate al confini, sia la sua saggezza politica con un tentativo di riforma religiosa inteso ad amalgamare meglio le popolazioni di Assiria e Babilonia, sia la sua magnificenza con interventi urbanistici nelle metropoli mesopotamlche e con grandiose opere di canalizzazione a favore dell'agricoltura: tutte iniziative sconvolgenti e benefiche per il tardo mondo assiro. SONO stati cinquantanno, i prigionieri di' "guerra, italiani negli Stati Uniti. A differenza di quelli finiti nei campi sovietici, tedeschi e anche inglesi, di loro si sapeva poco o nulla. Adesso c'è la testimonianza .di Gaetano Tumìati, che per due anni e mezzo è stato a Hereford, campo di prigionia nei Te- ■ xas. C'erano in quel carripo prigionieri che sarebbero diventati famosi, come gli scrittori: Giuseppe Berto e Dante Traisi, il pittore Alberto Burri, il musicologo Mario Medici. : Fascist camp, Io avevano chiamato gli americani, 'perché vi avevano concentratogli ufficiali e i soldati che si erano rifiutati di collaborare con gli Alleati. (I collaboratori godevano di semilibertà o libertà ■completa). «Saremo circa cinquemila, ci hanno detto, su un totale di cinquantamila. Solo il dieci per cento. Triste, ma è cosi». Un commento amaro perclié il tenente Tumiati è un idealista, coerente al giuramento militare. Nel campo texano, con i no- IL deserto è una febbre die ha corroso molti scrittori estetizzanti dei quali Cino Boceazzl è, , forse, uno degli epigoni. In questo «Pagine di pietra», per il momento ultima opera, ma già è annunciata una prossima, Boceazzl riassume quasi mezzo secolo di avventure che egli ha vissuto nel Sahara e che ha poi tradotto in una cospicua serie di libri nei quali ha raccontato sé stesso ed altri noti personaggi che hanno avuto per suolo d'elezione la sabbia del deserto e per soffitto il cielo sempre senza nuvole, anch'esso -perennemente arido come la sabbia. In «Pagine di pietra». Boccazzi riprende il tema che gli è particolarmente congeniale, la ricerca del famosi e ultra descritti graffiti rupestri del Sahara, ma il viaggio, che questa volta pare sia fatto con la memoria anziché a dorso di cammello, diventa anche occasione per scrivere ancora di personaggi famosi che lo stesso Boccazzi ha affrontato in biografie di successo, da quella di Padre Foucault, il combattente nomade fattosi apostolo portando la parola del Vangelo fra le sperdute dune sahariane, a Lawrence d'Arabia, descritto come l'avventuriero dell'assoluto. Nell'ultima sua opera, Boccazzi ritorna a tempi remoti, con personaggi celebri, alcuni dai gusti ambigui come Gide e Wtlde, ospiti fissi dell'oasi di Biskra, eppoi altri, come i generali- francesi Lyautey,

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