Il trapianto è un dono di vita no all'«esproprio» del corpo

Il trapianto è un dono di vita no ali'«esproprio» del corpo Il trapianto è un dono di vita no ali'«esproprio» del corpo j La norma del silenpersone che in vita n SAINT-VINCENT — Mentre imperversa la polemica sullo sciopero del medici e sulle disastrose condizioni del sistema sanitario nazionale al centro congressi di St. Vincent si è svolto sabato un colloquio interdisciplinare eùlle punte avanzate della cultura medica italiana. DI fronte ad un folto ed attento pubblico alcuni tra 1 più illustri chirurghi italiani traplantatorl si sono confrontati tra loro e con specialisti di altre discipline — giuristi, sociologi, psichiatri, teologi — per rispondere alla domanda: «C'è uri limite ai trapianti?». Il via ai trapianti di cuore ha messo in moto una potente macchina scientifica, organizzativa e professionale, che ha fatto capire alla gente che 11- ritardo italiano in questo campo poteva essere rapidamente colmato se volontà politica, investimenti finanziari e consenso dell'opinione pubblica fossero stati in grado di convergere su alcuni precisi obiettivi di qualità e di efficienza. «Si è dimostrato — come ha detto il professor Raffaello Cortesini, direttore della clinica chirurgica della Sapienza di Roma, autore del primo trapianto di fegato e dello spettacolare trapianto di cuore alla piccola testimone di Geova — che l'evoluzione del progresso dei trapianti è più rapida degli adeguamenti legislativi e culturali, teologici e dei mass-media-. Si è parlato, dunque, di una vera e propria rivoluzione che consente di pensare come possibili interventi medici e chirurgici a favore della vita un tempo considerati fantascientifici. I lavori del convegno — coordinati dal presidente del Consiglio superiore della Sanità, professor Beretta Angulssola — hanno consentito ai chirurghi maggiormente impegnati sulle frontiere della medicina — 1 professori Donato. Fassati-Rainero, Gallucci. Sirchia — di mettere in luce i tanti aspetti scientifici e organizzativi che la cultura dei trapianti attiva a vantaggio sia dei malati sia dello stesso sistema sanitario nazionale; quest'ultimo, infatti, ha bisogno di impulsi di efficienza e di professionalità se vuole risanare le mille deficienze che lo rendono costosissimo per la collettività e semi-paralitico dal punto del vista del perseguimento del suoi fini Istituzionali. E, tuttavia, la cultura del trapianti si scontra con dei limiti — etici e culturali, organizzativi e finanziari — che vàie la pena prendere in considerazione se si vuole cogliere al meglio l'occasione offerta dalla messa in moto della professionalità medica nelle sue punte più avanzate. E' auspicabile che un numero sempre maggiore di persone si renda consapevole dell'utilità generale della donazione dei propri organi post mortetn e si attivi in questa nuova forma di volon tarlato altruistico che con sentirà di salvare vite umane altrimenti votate alla morte. Sarebbe, tuttavia, gravissimo se il progetto di legge, che verrà prossimamente discusso, dalle Camere, rendesse inutile l'innesco di una gara di generosità fra gli Italiani lasciando Inalterata la norma clie prevede 11 cosiddetto .silenzio-assenso»; tale norma, ove non venisse espunta dai parlamentari, consentirebbe l'espianto degli organi anche dai corpi di coloro che non avessero esplicitamente dichiarato in vita di esservi contrari. La volontarietà e la gratuità della donazione de vono essere salvaguardati e Un morte in incidente di caccia ' CAGLIARI — Un anziano cacciatore di Quartu Sant'Elena, Giovanni Ibba, di 70 anni, è morto sulle montagne del gruppo del «Sette Fratelli» presso Sinnai, per un incidente di caccia. Ibba sarebbe caduto .mentre saltava un muretto a secco e sarebbe stato raggiunto dà un [colpo partito dal suo stesso fucile. Il corpo del cacciatore è stato scoperto dopo le 16 dal comjmgnl di battuta che non }o avevano trovato all' appuntamento per il ritorno a casa e avevano $ato l'allarme. nzio-assenso consentirebbe, se appro non si sono pronunciate - Privilegia stema sanitario, è bene che si prenda coscienza della Improrogabile necessità di rendere efficiente e funzionale. l'intero sistema. Per far ciò occorre immettervi cultura manageriale e promuovere una radicale ristrutturazione della sua organizzazione, attenta all'equilibrio costi-benefici e al diritti del malati, di tutti 1 malati, compresi 1 poveri e 1 terminali. Tutti gli organismi competenti hanno il dovere di cooperare affinché le tante energie scientifiche e mediche, organizzative e finanziarle oggi disponibili in Italia possano essere finalizzate al devono essere il pilastro centrale che fonda la nuova cultura del trapianti che occorre promuovere. Non sarebbe ammissibile, da un punto di vista etico fondato sulle nostre tradizioni culturali, trasgredire all'Imperativo che comanda che ciascuno è dominus del proprio corpo. , Un altro ordine di limiti è quello che scaturisce da considerazioni di tipo organizzativo e finanziarlo. Se il buon esito dei trapianti finora effettuati dimostra che le équipe mediche sono riuscite a mobilitare risorse organizzative insospettabili nelle strutture pubbliche del nostro sl- rovata, l'espianto di organi da are la gratuità e la volontarietà bene comune rispettando il diritto di ogni malato ad essere curato con competenza o a morire con dignità. Le nuove frontiere della medicina Italiana sono, infatti, di due tipi: sono quelle aperte dalle straordinarie innovazioni tecnologiche, rese possibili dalle professionalità di punta, ma sono anche quelle che si possono aprire, con il concorso di tutti, in ogni corsia e in ogni ambulatorio, se la medicina non dimenticherà l'antico imperativo di essere al servizio della persona umana nella sua Inalienabile unicità. ' Giovanni Bechellonl

Persone citate: Beretta Angulssola, Fassati, Gallucci, Giovanni Ibba, Ibba, Raffaello Cortesini, Rainero, Sirchia

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Quartu Sant'elena, Roma, Saint-vincent, Sinnai