Il cinema rock ha ormai trent 'anni...

L'esordio nel 1956 con «Rock around the clock» e la chitarra di Bill Haley L'esordio nel 1956 con «Rock around the clock» e la chitarra di Bill Haley B cinema rock ha ormai trenfanni... L'ultimo film (a parte la serie dei videoclips) è il «Flashdance» ballato da Marine Jahan e cantato da Irene Cara Non c'è, per l'appassionato di cinema-rock, solo Jennifer Beals che in Flashdance balla con le gambe di Marine Jahan e canta con la voce di Irene Cara. Al di la della battuta un tale genere musicale di immediato consumo e di spiccio guadagno non si direbbe proprio nato ieri. Che 1 divi del giorno lo sostengano e lo Impongano può portare a-una falsa Impressione di assoluta contemporaneità, di, meracronaca. Invece quésto filone compiè nel ree t suol trenfanni. Il titolo capostipite firmato da Fred F. Sears si richiamava nel '56 al grande successo di Bill Haley Rock around the clock, quello stesso che in un'Italia non ancora anglofona si cercò a lungo di ridurre in L'orologio matto. Erano 73 minuti convenzionali che documentavano la conversione alla novità di due orchestrali disoccupati, 1 quali amavano si 11 vecchio caro Jazz ma si esaltavano pure alla chitarra di Haley e al brivido della voce solista dei Platters in Only you. L'operazione, serena e gradita ai giovani, aveva goduto d'un precedente di taglio drammatico che conteneva le indicazioni del mutamento di gusto.' Blackboard Jungle (Il seme della violenza di Richard Brooks, 1955) vedeva 11 «professore» Olenn Ford lottare contro 1 compromessi e soprattutto contro i teppisti; questi ultimi — pazzi per 11 rock di Bill Haley — gli distruggevano sadicamente 1 suol rari 78 giri con le note liriche e disperate di Blx Belderbecke, la più grande tromba bianca del jazz. Una metafora che dobbiamo alla buona memo-; ria del critico francese Alain Lacombe autore per Lhermlnler di L'écran du rock e, insieme, l'anticipazione d'una moda. La musica popolare si distaccava dalla lenta evoluzione protrattasi per mezzo, secolo e assumeva connotati più rudi, proposte più vistose. Ne diventava alfiere Elvls Presley, detto The Pelvls dal modo sensuale di dondolare le anche e sporgere il bacino, che in una trentina di pellicole per la maggior pa.-'* trionfali avrebbe-per cosi dire esportato 11 timbro originale di Love me tender. Tutti frutti, Teddy Bear. ■ L'America monopolizzava nel dischi e nel film la piccola paga che milioni di adolescenti tiravano volentieri fuori dalle tasche dei Jeans. Invano l'Inghilterra replicava con copie decorsose ma labili quali Tommy Steele e Cliff Richard; avrebbe dovuto attendere la relativa genialità del regista Richard Leste r e la dolce aggressività del Beatles per vantare con Tutti per uno e Aiutol una serie di trovate girate con prezioso senso insieme satirico e prettamente musicale (vogliamo ricordare per il primo lungometraggio canzoni come I Wanna Be Your Man o She loves you e per il secondo Help! o Yesterdayl). Ma non divaghiamo e rimaniamo al rock puro piuttosto che al più ampio concetto di pop-music. Il rock place e persiste anche attraverso operazioni del tipo Woodstock, dove si celebrano nelle ceneri del '68 esibizionismi e innocenze. Per tre ore Michael Wadlelgh fissa sullo schermo panoramico le performances, care a un'intéra generazione, di Jimi Hendrix, Joe Cocker, Joan Baez, Country Joe and the Fish, Ario Outhrie, Santana, Sha Na Na, Ten Years After, The Who. Il rock perde l'eventuale carattere trasgressivo e si fonde con altre forme d'Intrattenimento. Istintivamente se ne fermano gli attimi migliori e nascono i documentari della serie Monterey Pop, The Concert for Bangio Desìi, No Nukes, ACiDC. Pink Floyd at Pompei, Lei Zeppelin-The song remains the rama.... fino all'esperienza semlcronlsUca e se- minostalgica di Martin Scorsesé in The lastwaltz per l'addio di The Band. Negli Anni settanta il rock non fa più paura ma anzi risulta costruttivo, persino bello in senso classico. Si vedano le affascinanti trascrizioni per lo schermo del musical Hair, di Forman, e Jesus Christ Superstar, di Jewlson; al massimo serve a Robert Altman (ma 11 bersaglio è piuttosto la country music) quale spunto per 11 capolavoro Nashville dove grossi attori — Karen Black, Shelley Duvall, Ronee Blakey, Geraldino Chaplln, Llli Tomlin, Julie Chrtstle, Kelth Carradlne, EUlott Oould — sono perfettamente a loro agio a contatto con le star autentiche del mestiere. Il resto è storia recente, da Tommy a The wall, da Rocky Horror Show a II fantasma del palcoscenico; con l'esplosione del fenomeno John Travolta e l'impero dell'ambiguo David Bowie; con l'apparizione delle due vedettes di colore Michael Jackson (The Wiz) e Prince (Purple rain). : Trenfanni di ritmo senza freni, con un campanello d'allarme; l'imperversare del video-clip impressionistico e eastronomico, con 1 suoi miti alla «Jackson in Thrilling o alla Bowie in Blue Jean. ' Piero Perona

Luoghi citati: America, Inghilterra, Italia, Pompei