Caccia di Tel Aviv su Beirut Conferma: ritirati i missili

Usa-Urss: lo spirito Usa-Urss: lo spirito di Ginevra arriva anche a Stoccolma Voli di ricognizione israeliani mentre i Sam lasciano la Bekaa Caccia di Tel Aviv su Beirut Conferma: ritirati i missili Soddisfazione negli Stati Uniti per la decisione di Damasco - Nella capitale libanese fallito un attentato contro un esponente del Partito Popolare siriano di ALFREDO VENTURI «Abbiamo l'accordo a portata di mano», dice Robert Barry, capo della delegazione americana. Oli fa eco il delegato russo Oleg Grinevskij: «E' potenzialmente a punto la sostanza di un'intesa». Si parla di concretezza, di vedute .convergenti: di uno spirito di Ginevra che fa miracoli a Stoccolma. E' in corso nella capitale svedese, infatti, la vicenda diplomatica dalle incoraggianti prospettive cui fanno riferimento Grinevskij e Barry. Si tratta della «Conferonza sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e per il disarmo in Europa», più sbrigativamente nota come Cde. La Cde è nata per volontà dei trentacinque Paesi che nel 75 sottoscrissero, in sede di Conferenza per la sicurezza e la cooperatone in Europa (Csce), l'Atto finale di Helsinki. I Trentacinque (tutti gli europei meno l'Albania, più gli Stati Uniti e il Canada, extràeuropei ma con alleati e truppe nel Vecchio Continen te) decisero la nuova conferenza a Madrid, dove si erano riuniti fra l'SO e VS3 per verificare il rispetto dell'Atto finale. Iniziatasi il 17 gennaio di due anni fa, la Cde si è trascinata attraverso le solite inconcludenti liturgie verbali, celebrando otto sessioni. E' stato appunto al termine dell'ottava sessione, due settimane fa, che i delegati americano e sovietico hanno manifestato un ottimismo davvero inedito. Si era appena concordata un'agenda per l'8S, mentre si profila un compromesso sul quale lavorare di cesello. L'agenda: l'inizio della nona sessione è fissato per il 28 gennaio; per completare l'opera c'è tempo fino al 19 settembre. A quel punto l'accordo dovrebbe essere pronto per essere sottomesso alla nuova tornata della Csce, che s'inizicr.à dj,Vienna il 4 novembre preceduta, dalle sessioni .'pre-- paratorie. »ì ■>' .. Ma più che l'intesa raggiunta sul programma conta l'intesa che si profila sul merito. Fin qui la Cde è rimasta paralizzata, com'è^spesso il caso in diplomazia, da due diversi ordini di priorità. Da parte occidentale si posto l'accento sulla necessità di misure concrete per scongiurare il rischio che un attacco di sorpresa, o un'errata valutazione delle intenzioni altrui, precipiti l'Europa nel l'incubo della guerra. Misure concrete, che perfezionino ampliino quelle già contenute nell'Atto di Helsinki: come lo scambio d'informazioni e di osservatori alle esercitazioni militari. Da parte sovietica, invece, l'accento è su una solenne dichiarazione che impegni al non uso della forza militare, nemmeno come minaccia. Il plausibile compromesso prevede che entrambe le proposte, misure concrete e rinuncia all'uso della forza, siano accolte nel documento conclusivo. Certo, resta il problema del dettagli: l'esatta.natura delle misure, l'esatto tenore della dichiarazione sul non uso della forza. Preziosa, in materia, la mediazione fra Est e Ovest del Paesi Nna (neutrali e non allineati)- Restano, poi, importanti questióni sulle quali lo spirito di Ginevra non ha àncora appianato i contrasti. Per esempio l'Occidente insiste, e l'Oriente resiste, sulla proposta di -verifiche sul-posto e su scambi approfonditi di informazioni militari. E poi c'è divergenza sulla portata geografica degli accordi. E' scontato, lo prevede lo stesso mandato di Madrid, che le intese copriranno l'intero conti nente europeo: dunque eliminando l'eccezione contenuta nell'Atto di Helsinki, che esclude dalle misure di garanzia^ territorio sovietico oltre una fascia di 250 chilometri dal confine con i vicini europei. " : Mai russi, costretti a rinun dare alla franchigia sui loro territori europei più esterni, chiedono che venga estensivamente attuata un'altra parte del documento di Madrid. Là dove si dice che le misure di garanzia possono, applicarsi anche allo spazio aereo e alle regioni marittime confinanti: purché si tratti di attività militari che riguardino in qualche modo l'Europa. É' evidente l'interesse sovietico a un'attuazione ampia di questa clausola, tale da vincolare le attività aeronavali americane su spazi geografici il piii possibile estesi. srSsdsasaargcnhmdIhgp WASHINGTON — Soddisfazione negli Usa per il ritiro dei missili antiaerei che la Sirla aveva dispiegato il mese scorso nella valle libanése della Bekaa. La notizia, trasmessa venerdì sera dalle tv americane «Cbs- e -Abc. e stata confermata ieri da due alti esponenti del governo americano, che hanno preferito mantenere l'anonimato. Uno del due ha detto che gli Stati Uniti hanno accolto con soddisfazione la decisione siriana. L'altro esponente ha aggiunto che il ritiro del missili fa parte di una specie di gioco a rimpiattino tra Israele e la Siria. «Si tratta — ha detto — di due parti die giocano affermando:- io sono più forte di te-. La Siria aveva dispiegato alcune batterie mobili di missili antiaerei «Som-C- e «Sam-8' nella Bekaa e «Stì?»2» sulla frontiera con 11 Libano dòpo che due «Mìg-23; siriani erano stati abbattuti dall'aviazione israeliana il 19 novèmbre. Damasco aveva ritirato una prima volta 1 missili, ma li aveva nuovamente dispiegati prima ; di Natale.' La presenza dei missili aveva — sembra — indotto Israele a ridurre i voli di ricognizione sul Libano. Ieri, mentre trovavano conferma le voci sul ritiro delle batterle antiaeree siriane, due velivoli militari israeliani hanno sorvolato il cielo di Beirut. Oli aerei hanno infranto la barriera del suono alle 13.40 locali. E' tornata a farsi viva, frattanto, l'organizzazione ' integralista degli sciiti «Jihad islamica» che ieri ha smentito la paternità di un comunicato in cui si preannunciavano attentati contro Stati Uniti, Israele e Turchia. Lo ha fatto inviando una nota al quotidiano libanese «An Nahar*. Il giornale ha precisato che il comunicato era giunto per posta il 31 dicembre scorso all'ufficio di Beirut di un'agenzia di stampa statunitense. La nota dell'organizzazione islamica è stata recapitata a mano da uno sconosciuto, che l'ha lasciata venerdì notte nella cassetta delle lettere della redazione del giornale, a Beirut-Ovest. Il comunicato pubblicato il 31 dicembre «era /a/so», sostiene la «Ji¬ had», che mette anche in guardia altri dall'usare il suo nome indebitamente. L'organizzazione ha rivendicato nel-passato numerosi attentati, compiuti soprattutto contro gli Stati Uniti, e tiene attualmente in ostaggio cittadini statunitensi e francesi. La mossa distensiva compiuta dalla Siria con il ritiro dei missili dalla Bekaa non ha però pacificato le fazioni in lotta a Beirut. Dopo alcuni giorni di calma, a Beirut Ovest un attentato, seguito da una violenta sparatoria, è stato compiuto contro Antoine Alain, esponente della sezione libanese del Partito Popolare siriano. Alam è rimasto illeso. Le strade della zona si sono fatte deserte.

Persone citate: Alam, Antoine Alain, Oleg Grinevskij, Preziosa, Robert Barry