Torna nella Marche un nuovo «caso Modì» la pietra è vichinga oppure uno scherzo? di Ermete Grifoni
fonia nella Marche un nuovo «caso Modi» la pietra è vichinga oppure uno scherzo? fonia nella Marche un nuovo «caso Modi» la pietra è vichinga oppure uno scherzo? Si tende ad attribuire il falso allo scomparso scultore anconitano Sanzio Blasi - E' un blocco di tufo di un metro e venti per un metro con incisi alcuni caratteri runici ANCONA — £' davvero una pietra runica, attestante il passaggio dei vichinghi anche in Adriatico, oppure è un ben congegnato falso, un volgare blocco di tufo su cui sono stati incisi per scherzo alcuni caratteri grafici degli antichi Paesi scandinavi? Nel primo caso si tratterebbe di un'eccezionale scoperta destinata a rivoluzionare gli studi storici tra il IX e ITU secolo poiché nel nostro Paese non s'è mai trovata traccia di scorrerie vichinghe al di sopra del Canale d'Otranto. Nel secondo caso — che appare il più probabile — si tratterebbe della fenomenale burla postuma di un amabile scultore anconitano, il prof. Sanzio Blasi, morto più di dieci anni fa. La pietra runica, insomma, l'avrebbe incisa lui, sicuro che i posteri ci sarebbero prima o poi caduti prendendola per vera: un .caso teste di Modigliani, ante litteram. Ma forse l'unico particolare (non trascurabile) che lo scultore burlone non aveva previsto era che nello scherzo finisse suo malgrado coinvolto nientemeno che il Museo nazionale vichingo di Stoccol- ma, il quale ha giudiccto la stele interessante in quanto, seppure indecifrabili, i caratteri scolpiti sarebbero vichinghi. «Non abbiamo pero intenzione di acquistare il reperto», ha aggiunto il Museo, che si era visto recapitare sema alcuna offerta le foto della stele per iniziativa di una rivista. Nel frattempo la scoperta finisce sui giornali e la So- vrintenàenza alle antichità delle Marche non può non in- tervenire. •Conoscevamo l'è- slstenza della pietra già da cinque anni — dice l'archeo- logoprof. Gabriele Baldelli— ma, abbiamo sempre nutrito sospetti sulla sua autenticità. ciò non toglie che awieremo con i modelli di Clara Agnelli, le fotografie di una serie di indagini paleografiche sul reperto.. La prossima settimana, dunque, gli esperti cominceranno ad esaminare la pietra e a scervellarsi per decifrarne la scritta. In fondo è bene che \ la cultura ufficiale non lasci j nulla di intentato. La presunta pietra runica è un blocco di tufo di un metro e venti per un metro. Presenta sulla fronte una fascia dittico al cui interno figurano incisi I caratteri runici, alcuni dei quali sembrano danneggiati dal tempo. L'ha notata Gabriele Petromllli. direttore della rivista mensile .11 GoTìum,, una pubblicazio- ne di •realta superiori dedij cata all'insolito e all'escuteri ! co. che ha inviato le foto al I Museo. ! La pietra da anni é nel par co circostante la settevente sco Villa Blasi a Fornetto di Posatore, una località al mar I pini della zona che tre anni fa Giovanna Nuvoletti fu interessata da una'gigantesca frana. In questa villa Sanzio Blasi lavorò fino alla morte e gli eredi. — la figlia. I nipoti — conoscevano .il pletrone. da sempre. Blasi, un gentiluomo amante della campagna, scultore di vaglio, autore di numerose opere celebrative nelle Marche e noto per le sue deliziose terrecotte in cui immortalava testine di bimbi, era un vecchio, distinto signore dalla lobbie grigia e lo sguardo vivace, un tipo che in gioventù aveva combinato con alcuni inseparabili amici scherzi memorabili, poi narrati in tre o quattro volumi di sorridenti memorie anconitane. Però se il pietrame lo ha preparato lui, è strano — dicono in famiglia — che non ne abbia mai fatto cenno né verbalmente né per iscritto. Può darsi che il mistero stia proprio tutto qui. Ermete Grifoni Celebrata ieri la
Persone citate: Blasi, Clara Agnelli, Gabriele Baldelli, Giovanna Nuvoletti, Modigliani, Sanzio Blasi
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