Franco Nero, un Garibaldi cowboy

Franco Nero, un Garibaldi cowboy L'attore è il protagonista del film-tv di Magni che vedremo a fine anno Franco Nero, un Garibaldi cowboy Dice: «Ho cercato di non farmi condizionare dal personaggio; di lui so quel che sanno tutti: è il Generale per antonomasia» Ritornerà al western con Django in un film per ora rimandato TORINO — Garibaldi ha gli occhi azzurri e la statura Imponente di Franco Nero. Nessun tentativo di assimilazione tra attore e personaggio, soltanto barba e capelli biondi evocativi. A Torino e a Napoli, nel luoghi che videro l'Italia unirsi faticosamente, si gira II generale, la colossale coproduzione europea (partecipano Italia, Francia, Germania, Spagna e Jugoslavia) che ha la regia di Luigi Magni e cne la Rai trasmetterà a fine anno. Dice Franco Nero: «Ho cercato di non lasciarmi condleionare dal personaggio-Garibaldi. Non l'ho studiato, non ho voluto sapere di più,' su di lui, di quanto ogni italiano sappia fin dall'infanzia. Questo per me è il Generale per antonomasia, quello con la "G" maiuscola. Sono irrilevanti l'epoca dei fatti e i luoghi: Italia, 1860-1861. Questo "generale" potrebbe trovarsi dovunque, in qualunque epoca. Con la sua passionalità, il suo amore, le sue avventure, il suo modo di concepire la politica'. Se Robert De Miro, ad esempio, avesse dovuto Interpretare Garibaldi, c'è da scommettere che sarebbe entrato talmente nel personaggio da «diventare» Garibaldi, somigliandogli anche fisicamente. «Afa Robert De Niro si rovina la salute ingrassando o dimagrendo come fa. Una volta sola ho subito trasformazioni fisiche che mi avvicinassero ad un personaggio: quando ho fatto Matteotti. Ne porto ancora le conse- guenee. No, l'attore non deve diventare il suo ruolo. Deve interpretare un ruolo. Garibaldi non era alto, aveva gli occhi neri. Io non sono così. Ma spero di riuscire a renderla bene ugualmente, la sua figura». Aveva un bel progetto. Franco Nero, da realizzare subito dopo lo sceneggiato di Magni. Un grande ritomo di Django, 11 euo eroe western. •Invece per ora non se ne fa niente, motivi economici. Ma Videa è soltanto rimandata, non abbandonata. Django si è ritirato in convento, ma dopo vent'anni c'è di nuovo bisogno di lui, laggiù all'Ovest. Quindi lascia il chiostro e riparte all'avventura. Sarà un bellissimo film d'orione». n western dunque non è morto, anche se l'ultimo film del filone, l'americano Silverado di Kasdan, lo propone come un'antologia, un freddo reperto da analizzare. «71 western tornerà. E' troppo importante. Io devo molto a questo genere, è una grande scuola professionale. Ti inse¬ gna ad essere semplice nella recitazione, essenziale, misurato e scarno nei movimenti. Credo che l'insegnamento migliore sia quello che deriva dall'esperienza. Da ragazzo smisi di frequentare la scuola del Piccolo di Milano perché capivo che recitare era soprattutto pratica e pratica». Proprio la scorsa settimana la Rai ha trasmesso / dieci piorni che sconvolsero il mondo di Bondarcluk, con Franco Nero nel ruolo del giornalista americano John Reed. Ieri è stata la volta di Messico in fiamme, sempre di Bondarcluk. Le place rivedersi? .Non troppo. E comunque dipende dai film. Querelle, ad esempio. Era la prima volta che interpretavo il ruolo di un omosessuale. Professionalmente ne ero molto lieto, anche perché lavoravo con Fassbinder. Però poi il film non l'ho visto, perché la storia nella sua globalità non mi interessava più». Per Franco Nero quello dell'attore è un mestiere come un altro. Non crede nella mitologia dell'uomo tormentato che si porta sempre dietro e dentro 1 suoi personaggi. .Io sono attore soltanto quando lavoro, poi mi piace stare all'aria libera, pescare, fare molto sport. Detesto i salotti, non li frequento mal, preferisco giocare a tressette con t ragazzi della troupe. Nella mia carriera ho girato 85 film, ho lavorato con t migliori registi del mondo. Mi considero un professionista serio. Non certo una star». Alessandra Comazzl Franco Nero, un attore che rifiuta l'identificazione con il personaggio: «Mi rovinerei la salute»