Il conto della lavandaia di Mario Salvatorelli

I nostri soldi di Mario Salvatorelli I nostri soldi di Mario Salvatorelli «Ho interpellato cinque direttori di banca per conoscere il calcolo aritmetico o contabile per risolvere il rebus segnato nel foglio accluso, e nessuno ha saputo dirmelo», scrive il signor Gian Maria Genova, di Torino, inviandomi un riquadro pubblicitario relativo all'emissione di gennaio dei Btp triennali e quadriennali. Il «rebus» consisterebbe nel fatto che i Buoni, emessi al prezzo di 98,75 lire, e a un tasso di rendimento del 12,50 per cento, danno un rendimento effettivo del 13,44 per cento, se triennali, e del 13,33 per cento, se quadriennali. Il lettore aggiunge: «Quali operazioni bisogna fare per stabilire che il rendimento annuo è di lire 13,44 per cento effettivo dopo tre anni dalla data di sottoscrizione? Potreste voi indicarmelo? Oppure dirmi a chi debbo rivolgermi per fare il conto della lavandaia, La cifra sottoscritta è di lire 50.000.000». Premetto che, di fronte a 50 milioni, parlare di «conto della lavandaia» è, almeno ai miei occhi, alquanto riduttivo. Aggiungo che, per farselo fare, basta andare alla propria banca, oppure alla sede locale della Banca d'Italia, perche mi rifiuto di credere, per rispetto alla loro «categoria», che cinque direttori di banca non abbiano «saputo» farlo: diciamo che non ne avevano il tempo, oppure la cortesia necessaria, e sufficiente. Posso farlo io, ma senza formule astruse, spiegandomi alla buona. In primo luogo quel 12,50 per cento di interesse annuo deve essere calcolato, per ottenere il rendimento «effettivo» dei titoli, non sulle 100 lire di valore nominale, ma sulle 98,75 lire versate effettivamente (Sai risparmiatore, all'atto della sottoscrizione. Ne risulta che, già solo per questo, il tasso d'interesse sale a circa il 12,70 per cento. In secondo luogo, quella differenza di lire 1,25 à suo favore il sottoscrittore la in- cassa dopo ire anni, se ha sottoscritto Btp triennali, dopo quattro, se ha scelto quelli quadriennali. Nel pri- mo caso si tratta di 0,41 centesimi di «guadagno» an- nuo, da aggiungersi alle 12,50 lire d'interesse, nel secondo caso di 0,31 lire. E questo spiega perché il rendimento effettivo dei triennali sia leggermente superiore a quello dei quadriennali, pur a parità di tasso d'interesse. Con questi due calcoletti siamo già arrivati a un rendimento annuo di 13,11 lire circa per i triennali, di 13,01 per ì quadriennali. Infine, aggiungendo la capitalizzazione delle sei cedole semestrali, per gli uni, delle otto per gli altri, ecco che i rendimenti effettivi toccano i livelli indicati nell'annùncio pubblicitario del Tesoro. Il conto della lavandaia

Persone citate: Gian Maria Genova

Luoghi citati: Torino