Un'astronave (ma anche una bomba) da 2000 tonnellate di Piero Bianucci

Un'astronave (ma anche una bomba) da 2000 tonnellate La grande avventura dello Shuttle, dall'approvazione di Nixon nel '72 fino alla tragedia della venticinquesima missione • ■ ■ — " -! 1 ■—■ Un'astronave (ma anche una bomba) da 2000 tonnellate La rampa del primi Shuttle era quella storica, la 39 A che ha visto partire le missioni Apollo verso la Luna. Modificata, naturalmente, ma sempre quella, a significare la continuità del. più ardito disegno umano: uscire dalla Terra, colonizzare lo spazio. Due sono le impressioni più forti quando per uno Shuttle (1 conto alla rovescia segna zero secondi: un lampo acce-, canto e Irrealmente silenzioso che indica l'accensione del motori; poi, una decina di secondi dopo, il rombo assordante, che scuote ogni fibra del tuo corpo anche a 4 chilometri di distanza, dove c'è la tribuna stampa. Un rombo in differita, che arriva ancora dalla rampa mentre già la navetta è alta nel cielo con la sua scia fiammeggiante. E a terra sulla laguna di Cape Canaveral, la rampa è ormai scomparsa in una ribollente nube di vapore. > Una seconda enorme fiammata rossa e gialla ieri alle 17 e 49 minuti ha accecato le migliaia di persone che ad ogni lancio si assiepano intorno al Centro spaziale. Ma 75 secondi dopo il decollo, ad annunciare la più terribile tragedia spaziale da quando l'uomo è riuscito a liberarsi dalla caténa della forza di gravità. Allora tutti ci siamo improvvisamente ricordati che dalla rampa decolla un'astronave che è anche una bomba, quasi duemila tonnellate di esplosivo che fa da combustibile nei 2 razzi di supporto e nel 3 motori della navetta. Sono passati soltanto quattro giorni dal trionfale successo della sonda automatica Voyager 2 incontratasi con Urano, e ora con sgomento scopriamo che in qualche caso neppure 1 sistemi di sicurezza più sofisticati e rldondandl riescono a controllare una bomba. L'incidente alla venticinquesima missione, quando ormai tutto sembrava routine, viene a incrinare, forse irrimediabilmente, 'Una grande saga'scientifica e tecnologica. L'idea del razzo riutilizzabile, che va in orbita e torna atterrando come un aereo, viene da lontano, nasce già nella mente del tre pionieri dell'astronautica, 11 russo Tsioikovsky, 11 tedesco Oberth e l'americano Ooddard. Fin da allora, quando i razzi erano ancora poco più che inslcurl giocattoli, sembrava Illogico costruire macchine complesse e costose per un solo uso, macchine «a perdere» come le lattine di Coca-Cola. Ma la strada era irta di difficoltà. E' stato più semplice costruire un razzo come 11 «Saturno 5», alto 111 metri e pesante tremila tonnellate, che non l'aereo orbitale. La tecnologia degli sbarchi lunari, da questo punto di vista, è ancora primitiva, somiglia ancora a quella delle V 2, anche se eccezionalmente evolute. Mentre le ultime missioni Apollo si snodano regolarmente (soltanto Apollo 13 ebbe difficoltà) alla Nasa si lavora per il dopo-Luna. E si preme politicamente perché non si Interrompa né la ricerca né il flusso degli investimenti spaziali. Il 5 gennaio 1972 Nixon, dopo molti rinvìi e ripensamenti, approva il programma Shuttle: 5 miliardi e mezzo di dollari per sviluppare 11 veicolo della seconda generazione nell'esplorazione del cosmo. All'inizio tutto procede speditamente, con pragmatismo americano. Il 26 luglio '72 la Nasa affida già la progettazione della navetta alla Rockwell di Downey (California), nel marzo '73 si firma 11 contratto. Quasi dimessamente si parla di «Space transportatlon system», o Sts. Un'espressione senza enfasi: dopo gli anni eroici del pionieri dello spazio ci si avvia a quelli del professionisti, del «mezze maniche» cosmici? Il primo Shuttle, non ancora destinato ad andare in orbita ma soltanto ai 13 collaudi programmati volando in groppa a un Boeing 747, lascia le officine della Rockwell 11 17 settembre '76. Qui incominciano le difficoltà. I finanziamenti previsti risultano insufficienti, 1 costi sono stati molto sottovalutati, ora toccano 110 miliardi di dollari. Alcuni problemi tecnologi- ci che sembravano banali si rivelano Irti di trabocchetti. Per esemplo quello del rivestimento esterno della navetta, che deve resistere alle altissime temperature dovute all'attrito contro l'atmosfera nella fase di rientro. La soluzione scelta è quella delle mattonelle al silicio. A Houston mi è capitato di prenderne in mano una. Sembrano saponette leggerissime, come 11 polistirolo espanso che si usa negli im¬ ballaggi. Ma si può metterle In un forno,a mille gradi ed estrarle a mani nude senza scottarsi: impermeabili al calore. Il guaio è I che questo materiale è difficilmente incollabile, e Invece sullo Shuttle occorre applicarne 32 mila: per tre anni 1 tecnici sono impazziti su questo problema di incollaggio. Poi c'era la sfida di costruire motori di nuova concezione e di alimentarli. La navetta è spinta, nella fase iniziale. da due razzi a combustibile solido che vengono recuperati Per 125 secondi ognuno di essi brucia 503 tonnellate di una mistura fatta con polvere di alluminio, perclorato e ossido di ferro. Questi due razzi, esaurito 11 loro compito, vengono paracadutati sull'oceano e recuperati. Contemporaneamente però devono essere alimentati anche 1 tre motori della navetta: e a questo provvede il serbatolo esterno: 8 metri di diametro, 48 metri di lunghezza, 704 tonnellate di propellente. In questo caso idrogeno e ossigeno liquidi, dunque da tene|re a temperature vicine allo zero assoluto (rispettivamente a 251 e a 147 gradi centigradi sotto zero), e questo in prossimità di fonti di calore potentissime, fino a 103 chilometri di quota, quando anche 11 serbatolo esterno viene sganciato e lasciato al suo destino. Queste e altre difficoltà hanno ritardato 11 programma Shuttle di tre anni rispetto al piani iniziali. Il volo inaugurale arriva finalmente il 12 aprile '81. Decollo alle 14, zero minuti, 3 secondi. Rientro due giorni e 6 ore dopo alla base militare di Edwards. A bordo John Young e Robert Crlppen. Il trionfo della missione fa dimenticare slittamenti e costi proibitivi. E' chiara l'importanza strategica della navetta: si apre non soltanto la possibilità di Inaugurare una vera «industria dello spazio», ma anche un nuovo modo di vedere 1 rapporti di forza con Mosca. Non per niente 1 sovietici incominciano frettolosamente a progettare un'imitazione dello Shuttle, e analoghi progetti fanno giapponesi e francesi. Le missioni successive, pur con qualche piccolo Incidente di percorso, tutt'al più un rientro anticipato o lievemente differito, sono altri successi. I militari americani procedono con la loro flotta di Shuttle. Industrie avanzate fanno a gara nel prenotare esperimenti sulla navetta, il lancio e la riparazione di satelliti diventano routine, nella nona missione va In orbita felicemente lo Spacelab costruito dagli europei (e in buona parte dall'Aeritalia), nella decima per la prima volta un astronauta si muove nello spazio con una tuta dotata di razzi. Addirittura abbiamo visto astronauti-carpentieri costruire e smontare tralicci In orbita. Fino a questa venticinquesima sciagurata missione. In sostanza, dalla rampa di Cape Canaveral spiccano il volo 2000 tonnellate e ne tornano 89. Ma quel velivolo aerodinamicamente goffo, governato da 5 computer Ibm, rappresenta il più avanzato risultato della tecnologia aerospaziale. Fino a ieri rappresentava anche un mito di infallibilità. Oggi non é più cosi. E sul futuro della grande avventura Shuttle si addensano gli interrogativi più Inquietanti. Ma fare previsioni sulle prossime scelte della Nasa non ha senso, almeno fino a quando non sia disponibile qualche dato tecnico sicuro su ciò che ha trasformato un miracolo di tecnologia in una nube di fuoco. Piero Bianucci i h b bli i blli M i i btibil

Persone citate: Cape, Downey, Irti, John Young, Nixon, Oberth, Robert Crlppen, Space

Luoghi citati: California, Mosca