In bottiglia è un'altra cosa

In bottiglia è un'altra cosa VINO Lattina, cartone, o contenitori tradizionali? In bottiglia è un'altra cosa Sulla base dei risultati delle analisi i pareri tecnici sono favorevoli al vetro A chi sostiene che il vino si può conservare anche in lattina, bisognerebbe farlo bere in un bicchiere di alluminio, o di plastica, o di cartone. Forse il grossolano bevitore accetterebbe il sopruso, ma sarebbe il vino a rifiatare quest'ultimo affronto. In che modo? Diventando disgustoso e «cartonato», o «ferroso», o «plasticato», assorbendo cioè dal contenitore che l'avvolge quanto c'è di peggio. Bravo Degan, dunque, che ha sospeso la sperimentazione con il «vino in lattina», anche se qualcuno afferma che questi contenitori servirebbero a diffondere maggiormente il vino: lo diffonderebbero si, ma nel modo peggiore, in un modo che danneggerebbe irrimediabilmente l'immagine di questo delicato prodotto. Alcuni esperti sostengono che c'è contenitore e contenitore: quelli in plastica sarebbero da escludere, quelli in cartone con etilene potrebbero andar bene. Invece no. Prove negative sui «contenitori alternativi» sono stale fornite dall'Università di Roma (Cattedra di Tecnologia dei cicli produttivi della Facoltà di Economia e Commercio, e Istituto di Igiene G. Sanarelli), dove campioni di vino rosso e bianco sono stati imbottigliati in diversi tipi di contenitori e poi pastorizzati (una pratica che ormai viene utilizzata per tutti i vini da conservare). Vediamo prima i risultati ottenuti a Economia c Commercio (Tecnologia dei cicli produttivi). I contenitori erano in tetrabrik (questa la composizione, dall'esterno verso l'interno: politene, cartone, alluminio, politene), lattina (banda stagnata o alluminio). Orbene, il vino in tetrabrik si salva parzialmente, ma a una sola condizione: che resti a contatto il meno possibile (non più di tre mesi, comunque) con quelle sostanze innaturali che compongono il tetrabrik. Dopo otto mesi (riferiamo testualmente il rapporto citato) (•in tali contenitori (tetrabrik, n.d.r.) si è evidenziata una differenza evidente e schedabile: tali campioni infatti sono risultati modificati radicalmente e a essi è stato assegnato un punteggio finale di 4 punti» (rispetto ai 13 assegnati al vino imbottigliato nel vetro, n.d.r). Ancora peggio per il bianco che, si sa, è più delicato. La relazione dice che «il confronto fra campioni in vetro e quelli nelle lattine in alluminio e in banda stagnata ha evidenziato un punteggio finale, per i campioni in vetro, di 14 punti, e l'impossibilità di schedare i campioni nelle lattine'). Perché questa impossibilità? Citiamo sempre la relazione degli esperti universitari: «Tali campioni (di vino bianco in lattina, n.d.r.) avevano subito dopo circa sei mesi evidenti trasformazioni, quali: a) viraggio del colore verso toni ambralo-giallastri; b) perdita di aroma e di caratteristiche organolettiche ovvero cambio di gusto; c) di conseguenza un processo di maderizzazione». Quindi i vini non erano nemmeno schedagli, in quanto non erano più nemmeno vini. Vediamo ora l'indagine compiuta dall'Istituto Sanarelli dell'Università di Roma. Qui si sono sperimentati diversi contenitori: vetro, banda stagnata, poliaccoppiato (cioè tre o quattro strati di materiali diversi), alluminio. La conservazione è stala per tutti di sei mesi a temperatura ambiente. Ecco le considerazioni degli specialisti. «L'anidride solforosa, libera, combinala e totale, ha mostrano per il vino rosso un'ottima tenuta in vetro e scarsissima (anche dopo un solo mese di conservazione) in poliaccoppiato e alluminio. La prova dell'attività ossidasica (cioè dell'ossidazione) ha dimostrato una migliore tenuta all'ossidazione del vino rosso quando confezionalo in vetro, piuttosto che in poliaccoppiato o alluminio». Non basta ancora? E allora vediamo l'analisi dei metalli: vi sono state «cessioni evidenti di alluminio al vino rosso confezionalo in banda stagnata, di rame (sic!) al vino rosso nel contenitore d'alluminio». Una conclusione sembra inutile: nessun bevitore di buon senso accetterebbe di assaggiare vino che sia stato mantenuto anche solo pochi giorni in un recipiente che non sia di vetro. Livio Burato

Persone citate: Degan, Livio Burato