Viaggio spaziale nel nostro passato di Piero Bianucci

Viaggio spaziale nel nostro passato URANO CI PARA' NOTIZIE SULLA NEBULOSA PRIMORDIALE Viaggio spaziale nel nostro passato Le immagini in diretta hanno forse deluso gli spettatori - Ma solo dopo il «maquillage» che il computer fa colorandole si potranno decifrare tutte le informazioni - Il planetologo Fulchignoni: «Sono più di quelle che avevamo previsto» - Il lontano pianeta congelato fin dagli inizi ha conservato segreti perduti nell'evoluzione dai mondi più vicini al Sole ROMA — A settantaduemila chilometri all'ora la sonda americana Voyager 2 sfreccia nel buio interplanetario. Alle spalle si è appena lasciata il pianeta Urano: L'incontro è durato poche, ore, che però hanno portato più in/ormaeionl su questo pianeta enigmatico di quante ne siano state raccolte nei due secoli trascorsi dalla sua scoperta, avvenuta il 13 marno 1781. E la pioggia di. dati non è finita. Nella memoria dei suoi computer Voyager 2 ha 'immagazzinato alcune centinaia di fotografie e migliaia di osservazioni sul campo magnetico, sul vento solare, sulla posizione dei satelliti e degli anelli, sulla temperato-: ra e sulla composielone chimica dell'atmosfera del pianeta. Le prime immagini rilanciate dal Jet Propulsarti Laboratori/ di Pasadena nella, notte tra venerdì e sabato in diretta via satellite hanno forse inizialmente un po' deluso i profani. Apparivano poco incisive, povere di par-, ticolari Identificabili. Ma questo, naturalmente, non era il parere degli scienziati i quali sanno perfettamente che soltanto un accurato '■maquillage* operato dal computer può estrarre dalle immagini grezze tutta l'informazione parzialmente offuscata dal disturbi di trasmissione. E' questo il lavoro che ora si sta facendo a Pasadena, e durerà settimane. Intanto la sonda ritrasmette più volte le immagini archiviate nella sua memoria elettronica, e grazie a questa ridondanza il messaggio diventa via via più chiaro. I computer del Jet Propulsion Laboratori/, poi, fanno il resto: esaltano il contrasto chiaro-scuro con falsi colori dal codice con venzionale, compongono insieme molte immagini prendendo il meglio da ciascuna e alla fine presentano straordinarie .cartoline, di questi mondi lontani tre miliardi di chilometri, due ore e quarantacinque minuti in tempo luce. Come un barile Ma qual è il primo bilancio di questa impresa straordinaria che ha visto la sondadelia Nasa giungere al suo appuntamento con Urano con un solo minuto di ritardo dopo un viaggio iniziato a Cape Canaveral il 20 agosto 1977 e durato otto anni e cinque mesi? Marcello Fulchignoni è professore di planctologia all'Università di Roma e dirige. l'Istituto di planctologia del. Cnr a Frascati. A Pasadena ha seguito minuto per minuto lo storico rendez-vous spaziale, che si svolgeva a una distanza ottomila volte mag¬ giore di quella che separa la Terra dalla Luna. •Le novità, dice Fulchignoni, sono tante, forse più di quelle che avevamo previsto. SI sono scoperti nove nuovi satelliti, e probabilmente altri si troveranno esaminando più a fondo le fotografie. Abbiamo determinato la composizione dell'atmosfera di Urano, che risulta composta di idrogeno, elio, metano e composti chimici chiamati clatrati. Abbiamo osservato la meteorologia uraniana, del tutto atipica rispetto agii altri pianeti-In quanto l'asse di rotazione di Urano 6 parallelo al plano dell'orbita, e quindi è come se Urano "rotolasse" come un barile, rivolgendo al Sole, attualmente, 11 suo polo Sud». •Infine, conclude Fulchignoni, si è scoperto che Urano ha un intenso campo magnetico e che il ghiaccio che ricopre i satelliti è molto scuro, forse perché contiene Idrocarburi e perché è sottoposto al bombardamento di particelle nucleari provenienti dal Sole». Toby Owen è il capo dell'equipe del Jet Propulsion Laboratori/ Incaricata di interpretare le fotografie inviate dal Voyager. «L'atmosfera di Urano, spiega, ha una meteorologia tutta particolare, In quanto 11 polo Sud si trova alla latitudine dell'equatore. Il moto del venti avviene quindi in modo anomalo: abbiamo osservato una zona calma vicino al polo, poi c'è una vasta regione nebbiosa, circondata da una perturbazione ciclonica nella quale abbiamo individuato nubi di colore azzurro e rosa. Oltre ancora c'è nuovamente una regione calma, che appare di colore azzurrino». Fossili di gelo •Uno dei motivi che rendono metto-tntereesan»slo studio di Urano, aggiunge Marcello Coradini, collega di Fulchignoni all'Istituto di planctologia del Cnr a Frascati, consiste nel fatto che da esso possiamo ricavare notizie sulla nebulosa primordiale da cui cinque miliardi di anni fa ha avuto origine 11 sistema solare. Mentre la Terra e gli altri pianeti vicini al Sole, proprio per la loro temperatura più alta, hanno subito una profonda evoluzione, per esemplo perdendo 1 gas più leggeri, come l'Idrogeno e l'elio, e rlducendosl essenzialmente al loro nucleo roccioso, Urano invece, trovandosi nella gelida periferia del sistema solare, è rimasto come congelato nel suo stadio primitivo: laggiù la temperatura è di ben 220 gradi sotto zero». Questi fossili surgelati del sistema solare che sono i satelliti uraniani e Urano stes¬ so ora hanno svelato il loro volto. Miranda, il satellite più vicino al pianeta, mostra crateri e zone dove il ghiaccio è affiorato. Su di esso si è vista anche una macchia nera misteriosa, che rimane per adesso senza spiegazione. Ariel, Oberon, Titania e Umbrlel (tutti nomi tratti da Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare) sono stati fotografati a distanza maggiore e quindi con meno particolari, ma anch'essi presentano agli scienziati una ■geologia complessa, con crateri, vallate, ghiacci in parte anneriti misteriosamente. Le foto, del resto, sono inevitabilmente meno nitide di quelle che il Voyager 2 ha già inviato negli anni scorsi da 'Giove e da Saturno in quanto alla distanza di Urano la luce è molto più scarsa e il tempo di posa della telecamera, che per Giove era di circo mezzo secondo, questa volta è stato prolungato fino a quattro secondi. Anche così, comunque, gli astrofisici del Jet Propulsion Laboratory sono riusciti a identificare una nube azzurrina e a seguirne il movimento, precisando che il tempo di rotazione di Urano è di diciassette ore e un quarto. Rimane un mistero, invece, perché l'asse di rotazione sia inclinato diversamente rispetto a tutti gli altri pianeti: c'è chi pensa che sia la conseguenza di una collisi o- \ne tra Urano e un altro pia-: neta avvenuta durante la formazione del sistema soloire, ma l'ipotesi è tutt'altro che dimostrata. 1 E oli anelli? Fin dal 1977 si sapeva, grazie a osservazioni fatte da terra, che Urano possiede nove anelli sottilissimi, di circa tre chilometri di diametro: in proporzione è un po' come se nove spaghetti circondassero il Colosseo. \Ma la loro natura rimaneva misteriosa. La sonda Voyager ha osservato scrupolosamente questi anelli usando come riferimento la stella Sigma della costellazione del Sagittario, ma non ha fornito finora grandi novità. Si è 'limitata a confermare che questi anelli riflettono soltanto il tre per cento della ■luce che ricevono, e quindi risultano molto scuri, come se fossero fatti non di frammenti di ghiaccio (che è il 'caso degli anelli di Saturno) ma di polvere di carbone e di silicati. Inoltre il penultimo degli anelli, quello indicato con la lettera greca epsilon, è risultato duplice. Il miracolo di equilibrio gravitazionale che rende stabili gli anelli, altrimenti fragili come un castello di carte, si deve anche qui, come nel caso di Saturno, a piccoli satelliti chiamati 'pastoriperché con il loro influsso gravitazionale mantengono ordinato il traffico dei piccoli frammenti costituenti gli anelli in orbita intorno a Urano, proprio come potrebbero fare dei pastori con il loro gregge. La scoperta del campo magnetico di Urano permette poi di precisare meglio la struttura interna del pianeta. Il diametro di Urano è di cinquantamila chilometri (da confrontare con i dodicimilaottocento della Terra) La massa equivale a 14,6 Terre. Nel suo volume potrebbero essere contenuti quarantasette pianeti come il nostro. La tìcrurttù rteutta poco •fieno di un terzo di quella terrestre. In base a questi dati si pensa che Urano sia costituito da un nucleo roccioso spesso sedlclmila chilometri, ricoperto da uno strato di ottomila chilometri di ghiaccio, a sua volta fasciato da una densa atmosfera contenente, oltre all'idrogeno e all'elio, anche ammoniaca, anidride carbonica e metano. Le osservazioni del Voyager sul settimo pianeta in ordine di distanza dal Sole sono intelate il 4 novembre dell'anno scorso e continueranno fino al 25 marzo. C'è ancora tempo, quindi, per mettere a fuoco le prime impressioni, registrate con tutta l'emozione che anche gli scienziati provano quando davanti ai loro occhi è un nuovo mondo, remotissimo, a rivelarsi. , Poi il Voyager punterà sul suo ultimo traguardo: il pianeta Nettuno. Lo raggiungerà il 24 agosto 1989. Anche di là, si spera, ci invierà alcune centinaia di 'Cartoline» spaziali, e infine si perderà nel buio interstellare. La sua rotta punterà allora verso la stella Sirio, che si trova a poco più di otto anni luce da noi. Ma pur viaggiando a circa settantamila chilometri all'ora impiegherà duecentomila anni per arrivare nelle sue vicinanze. E quando arriverà, naturalmente, Sirio non sarà più II da un pezzo, perclié si sarà spostata lungo la sua orbita intorno al centro della galassia. Diventa cosi ancora più bassa la probabilità che il messaggio trasportato dalla sonda Voyager e contenente saluti in una cinquantina di lingue, decine di immagini terrestri, musica classica e pop e persino lo schiocco di un bacio, possa trovare un destinatario in qualche extraterrestre. In fondo, come ha detto l'astronomo americano Cari Sagan, quel messaggio, che è di pace e di fratellanza, è rivolto molto pM'■.fittL,WF^Vi. di questa vecchia Tierfa che a tmpro-1 babilt alieni. | Piero Bianucci Pasadena. Questa immagine di Urano risulta dall'elaborazione del computer su tre fotografie inviate da Voyager 2. Gli anelli scurì sulla superficie non sono vulcani, ma solo macchie di polvere sull'obiettivo

Luoghi citati: Frascati, Pasadena, Roma