Madre coraggio di Napoli ringrazia di Giuseppe Zaccaria

Madre coraggio di Napoli ringrazia L'elegante pubblico del San Carlo ha accolto con imbarazzo il film della Wertmùller Madre coraggio di Napoli ringrazia Applausi di cortesia e dissensi a bassa voce - Solo le donne dei quartieri dicono: «La regista ci ha dato una mano» NAPOLI — Pubblico sorpreso e un po' disturbato: la Napoli che conta non sembra avere accettato il tragico spaccato della città che Lina Wertmùller ha offerto l'altra sera con Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti, il film presentato al teatro San Carlo, per iniziativa della Croce Rossa, in anteprima nazionale. Grandi applausi all'inizio, altri cortesi segni di approvazione al termine del primo tempo: alla fine, un freddo, brevissimo batter di mani ed un rapido allontanarsi dal teatro, quasi ad esorcizzare un incubo. «Bello, si, carino: magari un po' forzato.,.». Commenti rapidi, sfumati: il segno di una Napoli che non vuole riconoscersi nella feroce storia di popolane, spacciatori, amori brutali, ragazzi morti per droga. Con distacco l'elegante platea aveva subito i primi disguidi tecnici (l'eidophor che avrebbe dovuto collegare il teatro alla trasmissione di Raffaella Carrà non funzionava), con cortese attenzione aveva accolto l'iniziativa della regista, che prima di dare inizio alla proiezione aveva letto il volantino distribuito fuori dal teatro dagli operai dell'Alfasud, a loro volta ri¬ spettosi del valori della cultura, ma interessati soprattutto a segnalare i rìschi di chiusura della loro fabbrica. Subito dopo, qualcosa ha bruscamente incrinato quel clima di distaccata mondanità che abiti scuri, «parures» e sorridenti cenni di saluto sembravano sottolineare. Spente le luci, un teatro che era II per rimirare se stesso o riflettersi negli schermi del collegamento tv, si è trovato di fronte l'altra parte della città, quella del vicoli, del mmuschilli», dei mfemmlntel11», delle battone, dei panni stest a coprire storie di disperazione. Buie prospettive di morte dietro inquadrature di una Napoli suggestiva e marcia, misteriosa e solare. «A me 11 film è piaciuto, è piaciuto moltissimo...»: fra tante, contegnose manifestazioni di estraneità, ecco finalmente una donna che, dalle prime file, dice di riconoscere mquella» Napoli. Si chiama Anna Tuffano, è una delle -marnine antidroga» dei quartieri spagnoli che, in delegazione, sono venute ad assistere a una storia di cui, in fondo, sono protagoniste. «Vedendo quelle siringhe, quei bambini, mi sono sentita male, sono svenuta, ho dovu¬ to farmi portar fuori... Ma il film non esagera, questa è la realtà napoletana». Accanto a lei c'è Vincenza Prudele, tre figli in galera come spacciatori: «Se dovessero morire, come 1 bambini del film, morirei anch'io. SI, con questo lavoro la regista ci ha dato una grossa mano Ma l'ha data anche a Napoli? Quelli che continuano a sciamare verso l'uscita, con l'aria un po' delusa, sostengono di no: la città, si sente mormorare, non è questa, l'immagine che ne è stata data sarà suggestiva, ma la distrugge. E lei, signora Wertmilller, cosa dice? Crede che dopo questa denuncia a Napoli cambierà qualcosa? «Ce lo auguriamo tutti». JVel thriller, dopo due ore passate alla ricerca dell'assassino, di chi elimina uno dopo l'altro gli spacciatori di eroina, si scopre, come in Agatha Christie, che gli assassini sono le madri che hanno perso un figlio per colpa della droga. Non crede, chiediamo alla Wertmilller, che questa idea possa fare proseliti? «Penso di no, questo è solo un racconto cinematografico». Ma poco più in là, nel gruppo delle donne che vogliono avvicinarsi alla regista, congratularsi, la stessa domanda trova risposta diversa. «A questo punto — dice combattiva un'altra delle "madri coraggio" — lo Stato deve decidersi a intervenire. Ormai slamo mille, duemila: se altri non si decidono a fare qualcosa, qua a Napoli può accadere di tutto...» Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Agatha Christie, Anna Tuffano, Lina Wertmùller, Raffaella Carrà, Vincenza Prudele

Luoghi citati: Napoli