Walter, «E' troppo distante da me» di Pierangelo Sapegno

Walter, «E* troppo distante da me» Walter, «E* troppo distante da me» DAL NOSTRO INVIATO MODENA — L'anteprima de «Oli amici» di Arnold Wesker è appena finita. Scende il sipario, dietro le quinte ci sono tutti: il regista Franco Perà, gli attori della compagnia «I racconti inquieti»; Giuditta De Santis, Terra DI Benedetto, Pinella Dragoni, Umberto Ortolani, Ruggero Cara, Giacomo Quattromini. Fuori dal camerino di Walter Chiari c'è la coda, ragaezi e, ragazze che chiedono l'autografo. Un giovane sorride: «La conoscevo come attore comico. Invece, è bravissimo anche in queste parti. Complimenti». Afa Walter Chiari scuote la testa, allarga il nodo della cravatta, sbuffa: «Non devo, non devo Che cosa? «Questo non è il mio testo — sospira —. Ecco la verità». Il ragazzo è un po' a disagio, sussurra appena «ma no, ma no», gli allunga un foglietto tra le mani. E allora, Walter non vuol più fare sul serio, è già pentito di aver fatto questa scelta? «No, questo no. Non sono pentito. Ho fatto bene a rompere una convenzione che era diventata una sicurezza, a cercare un'esperienza diversa. SI può fare un testo drammatico, ma forse non si può fare la parte agnostica di un altro. Cosi, smorzo me stesso e non solo me stesso. E" un personaggio distante da me, troppo distante. Io qui faccio la funzione di un arbitro che cerca di non far commettere falli evidenti, e che ogni tanto ci mette dentro un po' della sua storia. Diciamo che mi sento un po' usato dalla commedia». Insomma, questo testo non le piace... «Non sono un vigliacco. Non mi place. Continuo a farlo, perché è 11 mio lavoro. Ma non l'approvo molto. Non c'è la rabbia di Osborne, non c'è l'amarezza e l'impotenza di Strindberg. Non ho comunque vergogna a riconoscere che probabilmente sono lo che faccio fatica a capire bene i personaggi». L'avventura nel teatro serio è già finita, allora. Lei non è pentito, però ammette di trovarsi un po' fuori posto. Giusto? «Questo no. Lasciatemi del tempo». Come si sente un attore cuavpbtstsdspncldc che per tanti anni ha fatto un certo tipo di lavoro, e adesso cambia genere? mio mi sento spaesato, è vero. Come un marinalo che per quarantanni è stato a bordo, senza mal toccare terra, e poi tutto a un colpo scende dalla nave. Ho mal di terra, ecco qual è la mia sen sazlone. E sono capitato dove la realtà è la realtà e ci si permette pure di imbruttirla. La mia è un'impronta profonda durata 40 anni non si può mica cancellarla cosi, non la si dimentica dal l'oggi al domani. Per questo dicevo che ci vuole tempo». Va bene. Perà lei parla come se avesse nostalgia per il teatro che ha fatto fino a ieri. Non è vero. 81 può sempre tornare indietro. La nostalgia si prova quando non si può più ritornare sul propri passi, quando si è chiusa una porta alle spalle. Adesso non è cosi. In ogni caso, poi, si tratta sempre di teatro, In un modo o nell'altro. E' sempre lo stesso lavoro. Si parla alla gente, si cerca di comunicare qualcosa». E le file fuori dal camerino? E' sempre così? «Bé, si. Solo che 11 pubblico è diverso. Questi sono giovani. Invece, quando faccio il varietà arriva altra gente. Magari uno che mi batte la mano sulla spalla: uhé, Walterùn, slamo tutti del '241». Lei è del '24? «SI. Un'altra generazione Le manca una barzelletta? «Mi manca una barzelletta. Ma ho sentito che manca anche alla gente». Vuole raccontarne una? : «No, per carità! ». E allora? «Adesso devo studiare. Studio, studio e ancora studio. Devo provare e riprovare. Questo è l'inizio, è 11 varo della nave, con tutti 1 problemi-che ne derivano. Non potrà che andare meglio. Non ci conosciamo bene neppure noi della compagnia. SI comincia a fare sul serio quando tutto è preparato. E' una commedia sco moda, questa». £ dopo «Oli amici» che cosa c'è nei programmi di Walter Chiari? «Calma. Vedremo. CI devo pensare, forse "Buona domenica" a Canale 6. Racconterò un po' di barzellette.,.». Pierangelo Sapegno Walter Chiari, protagonista a Modena di «Gli amici»

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