I ribelli padroni di Aden

I ribelli padroni di Aden Deposto Nasser, nuovo presidente è il premier Al-Attas I ribelli padroni di Aden Nella capitale è tornata la calma, ristabilite le comunicazioni telefoniche con l'estero - L'Urss si schiera con i «nuovi dirigenti» purché rispettino il trattato di amicizia con Mosca - Le testimonianze degli ambasciatori italiano e francese: «Distrutto il lavoro di 10 anni» • Una fonte di Sanaa: controffensiva del capo dello Stato GIBTJTI — La crisi sud-yemenita sembra risolta. Radio Aden ha annunciato Ieri sera che 11 Comitato centrale del partito socialista (al potere) ha estromesso 11 presidente Ali Nasser Mohammed e al suo posto ha nominato 11 primo ministro Haider Abudaker Al-Attas, che attualmente si trova a Mosca. L'emittente ha aggiunto che Nasser è stato sottoposto a giudizio e che ministri, alti ufficiali e funzionari sono stati rimossi dai loro Incarichi. (Secondo un diplomatico residente a Sanaa, Invece, Nasser sarebbe alla testa di 40 mila uomini a lui fedeli pronti a. stringere d'assedio la capitale. La notizia non ha trovato però conferme attendibili). Dopo due settimane di violenti combattimenti a Aden è tornata la calma. Ieri sono state ristabilite le comunicazioni telefoniche con l'estero e gli abitanti della capitale sono potuti usolre per fare acquisti. A quanto pare, gli oppositori di Nasser, guidati dall'ex presidente Fattah Ismall, hanno avuto partita vinta. La tv ha ripreso le sue trasmissioni, ma nessuno dei leader delle forze contrarle a Nasser si è fatto vedere. - Il presidente del Soviet dell'Unione, Lev Tolkunov, In visita a Parigi, ha detto che l'Urss ha riconosciuto 11 vantaggio dei ribelli ed è pronta a collaborare con I •nuovi dirigenti» purché venga rispettato il trattato di amicizia e cooperazlonc tra I due Paesi. NOSTRO SERVIZIO DALLA PREGATA «DE GRASSE» — Non si può dire che sia stato 11 suo battesimo del fuoco, perché era stato a Beirut dal 1975 al '77 per tenere 1 contatti tra le milizie armate che allora si disputavano il potere. -L'esperienza libanese vii è servitù', dice Pierre Audebert, ambasciato- re di Francia nel Sud Yemen, che, assieme al collega italiano Michele Peti-ocelli, ha raggiunto giovedì sera Glbutl a bordo della fregata «De Grasse», dopo essersi assicurati di non aver lasciato a Aden nessun connazionale. Aden, città maledetta, mormora. «/ combattimenti di questi ultimi dieci giorni sono costati la vita a circa 10 mila persone». Questo pesante bilancio gli è stato fatto da Abbas Zakl, il rappresentante dcll'Olp, uomo molto In vista e ben introdotto nella capitale sud-yemenita. Ma qual è stata la scintilla che 1113 gennaio ha dato fuoco alle polveri? Nessuno lo sa con certezza. Forse una riunione del Comitato centrale, forse una seduta dell'Ufficio politico del partito. - Quel che è certo — sottolinea Audebert — è die da qualche tempo le rivalità tribali s'erano accentuate e che AH Nasser Mohammed, capo dello Stato, aveva rapporti sempre plii difficili con ti suo vicepresidente, il colonnello AH Antar». -Hanno dtstrutto in dieci giorni ciò che s'era costruito in dieci annU, dice l'ambasciatore Petrocelll. Tutto è cominciato con alcune scaramucce tra miliziani fedeli a AH Nasser e polizia, nel quartiere Tawahl; poi gli scontri si sono estesi al quartiere di Khormaksar, subito dopo è divampato l'incendio. -Combattimenti feroci, sema pietà e senea prigionieri-, racconta l'ambasciatore francese. -Peggio che a Beirut, a Aden c'è slata utia battaglia tra carri armati e un centinaio, un quarto del messi blindati dell'esercito, sono stati distrutti". Aden offre oggi uno spettacolo di desolazione, dicono di diplomatici. Non c'è una casa Intatta. La maggior parte degli edifici pubblici e alcune ambasciate — tra le quali quelle d'Italia e dell'Urss — sono state seriamente danneggiate. '-Un campo dt battaglia, con cadaveri e carcasse di carri per le strade', aggiunge Audebert. In questa città che non sotterra più 1 suol morti — alcuni sono ammucchiati nel giardini dell'ospedale della Repubblica — gli abitanti sono costretti a bere acqua melmosa. I rischi di epidemie Bono grandissimi. L'ospedale di Tawahl è stato distrutto, 1 medici stranieri sono partiti anch'essi lasciando 1 colleglli yemeniti ad affrontare la tragica emergenza. Il raduno degli stranieri non è stato facile. Nell'ambasciata d'Italia ne sono stati ospitati 82, in quella francese una cinquantina. -Abbiamo distribuito tre quarti d'acqua al giorno a ogni persona-, racconta Audebert. Il telefono era l'unico mezzo per co¬ municare tra 1 gruppi che attendevano una tregua per tentare dt raggiungere il mare. Anche nel momenti più bui, l'ambasciatore francese ha mantenuto 1 contatti con la «De Grasse» che incrociava al largo di Aden, al limite delle acque territoriali. La fregata comunicava a sua volta con Parigi attraverso 11 suo modernissimo sistema •Syracuse». «Abbiamo cosi potuto lavorare in tempi reali., spiega il capitano di vascello Francois Querat. -E questo per noi è stato un gran vantaggio». L'obiettivo principale è stato, a terra, quello di concordare una tregua per consentire, nella sicurezza, la partenza degli stranieri. -Io sono stato costantemente in contatto con le autorità sovietiche e ti comitato misto yemenita', sottolinea Audebert. Del comitato facevano parte due esponenti del gruppo legaio all'ex presidente Fattah Ismall e due rappresentanti del governo del presidente Nasser Mohammed. Si riunì va nell'ambasciata sovietica e riceveva collegialmente; fun geva da mediatore tra 1 quattro Abu Firz, rappresentante del Fronte democratico per la liberazione della Palestina. Ma l'uomo forte della situazione sembrava essere l'ex ministro degli Interni Moli' sen, «braccio destro» di Fattah Ismall. E' stato Abbas Zakl a strappare la tregua che ha consentito agli ultimi gruppi di stranieri di percorrere le strade che portano a Little Aden e a imbarcarsi sulle scialuppe, dopo un attento controllo del passaporti -Penso che possiate andare, con la grazia di Dio», ha detto l'esponente palestinese al due diplomatici. Jacques de Barriti Copyright Monde* e per l'Italia ol.n Stampa» Aden. Un carro armato di fabbrica/ione sovietica per le strade nella capitale dello Yemen del Sud