Al buio in Piemonte le reti di Berlusconi di Claudio Cerasuolo
Af buio in Piemonte ie refi di Berlusconi Per ordine del pretore torinese Casalbore Af buio in Piemonte ie refi di Berlusconi Il magistrato, 13 giorni fa, aveva diffidato il gruppo dal trasmettere in contemporanea su scala nazionale • Oscurate anche Rete A e Pan Tv TORINO — A 13 giorni dalla diffida dal trasmettere sul territorio nazionale in contemporanea, il pretore Casalbore ha disposto 11 sequestro del programmi delle emittenti di Berlusconi (Canale 5, Italia 1, Retequattro) in Piemonte. Oli agenti della Finanza si sono presentati ieri pomeriggio alle 16 e 30 in via Legnano 40, sede delle emittenti Retequattro, Teletorlno e Teleradloedltrlce srl (che distribuiscono 1 tre marchi di Berlusconi). Altri militari delle Fiamme Gialle provvedevano a disattivare 1 ripetitori di altri due network: Rete A sulla collina piemontese, come ha confermato 11 responsabile dell'ufficio stampa dell'editore milanese Alberto Peruzzo, e Pan Tv, che diffondono le loro trasmlssio- ni in Piemonte. A tarda sera i legali di Berlusconi hanno annunciato che ricorreranno al Tribunale della libertà contro 11 sequestro di Casalbore. Rete A non entra nel merito della decisione di Casalbore, ma •sottolinea ancora una volta l'inammissibile vuoto legislativo in materia di trasmissioni». Perche l'oscuramento penalizza soltanto li Piemonte? n pretore Casalbore contesta la violazione dell'art. 195 del codice postale che non consente l'Irradiazione di programmi oltre l'ambito locale. Significa che 1 serial Dynasty, Dallas o Vlsitors non possono essere visti nello stesso momento, ad esemplo, in Piemonte e in Liguria. Qualsiasi altro pretore italiano potrebbe adottare analoghi provvedimenti nella zona di sua competenza, come era già accaduto 111 ottobre dell'84, data del primo blitz di Casalbore contro le tv private. In quella occasione anche 1 pretori di Roma e Pescara disposero l'oscuramento. Il 20 ottobre '84, 11 governo varò un decreto che consentiva di superare temporaneamente l'ostacolo. Il provvedimento non venne convertito in legge. Palazzo Chigi emanò 11 cosiddetto «decreto Berlusconi», che liberalizzava le trasmissioni fino al 31 dicembre '85. A partire dal primo gennaio si è riproposto 11 problema, anche se nel frattempo erano intervenuti alcuni fatti nuovi. Il tribunale di Roma in appello ha riformato la sentenza del pretore Bettiol, che aveva oscurato 1 video nel Lazio. Nell'assolvere gli imputati, i giudici d'appello hanno sostenuto: «17 legislatore non specifica esattamente che cosa si debba intendere per ambito locale, né tale definizione può spettare al singolo magistrato». Nel giorni scorsi dopo la diffida di Casalbore, la Presidenza del Consiglio ha affermato che, a suo giudizio, anche se il vecchio decreto Berlusconi è ormai decaduto, resta tuttavia in vigore la norma che delega al Parlamento 11 compito di mettere a punto una regolamentazione generale delle emittenti televisive private. In questa situazione il pretore torinese ha invece ritenuto di dover intervenire, in quanto, a suo avviso, la scadenza del decreto pone automaticamente fuori legge le trasmissioni del network oltre l'ambito locale. Claudio Cerasuolo (Altri servii! a pag. 2) Silvio Berlusconi
Persone citate: Alberto Peruzzo, Berlusconi, Bettiol, Silvio Berlusconi
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